25 novembre: cosa ascoltare, leggere, guardare per riconoscere e combattere la violenza

Contro la violenza sulle donne dobbiamo informarci, capire, sapere. Ecco come farlo attraverso diversi canali, per essere consapevoli e non abbassare mai la guardia.

Foto di Marina Mannino

Marina Mannino

Giornalista esperta di Lifestyle

Laureata in Lettere, è stata la caporedattrice di una famosa rivista per ragazze e ha lavorato nella produzione musicale. Scrive per diverse testate e per DiLei si occupa di test sulla personalità, della rubrica #segretidelcuore e scrive articoli per la sezione DiLei GirlZ.

Pubblicato: 20 Novembre 2024 11:00

Ogni anno, il 25 novembre, si celebra la Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza sulle Donne, ufficializzata dalle Nazioni Unite nel 1999. Ogni anno, solo in Italia, vengono assassinate un centinaio di donne, in prevalenza per mano dei mariti, dei fidanzati, degli ex compagni. E un anno fa Elena, la sorella di Giulia Cecchettin, uccisa a 22 anni dall’ex fidanzato l’11 novembre 2023, chiese di fare rumore: basta silenzio, diceva, dobbiamo farci sentire. Ma per farci sentire, dobbiamo rimanere sempre informate su un fenomeno di cui possiamo tutte essere vittime. Abbiamo a disposizione molti modi: eccone alcuni.

Podcast

“Una volta un uomo”

È il recentissimo podcast prodotto da thePeriod (l’informazione da un punto di vista femminista) fondato dalla giornalista Corinna De Cesare, che fa luce su tutte le forme di violenza normalizzate. Tante storie che mostrano come la violenza più subdola è quella che le donne hanno imparato a ritenere normale, in famiglia, al lavoro, tra gli amici, per strada, in uno studio medico.

“Respiro”

È il podcast ideato da Terre des Hommes che raccoglie le storie degli orfani di femminicidio e delle famiglie che si sono prese cura di loro dopo la tragedia. Questi orfani lo sono due volte: hanno perso la mamma e il papà, suicida o in carcere, ma anche la loro capacità di sognare una vita normale e felice.

“Amare Parole” – Ep. 78, Una linea di sangue da Gisèle Pelicot a Giulia Cecchettin

Questo podcast di Vera Gheno per Il Post approfondisce casi terribili di violenza sulle donne, per vederci chiaro e acquisire consapevolezza.

“Ogni 72 Ore”

Ogni 72 ore, in Italia, una donna muore per mano di un uomo. Ma come e perché si finisce in una relazione tossica e, nel peggiore dei casi, mortale? È questa la domanda a cui cerca di rispondere l’autrice Daniela Collu nel podcast di Sky Crime che esamina le storie di quattro donne vittime di femminicidio.

“Oltre”

di Beatrice Petrella, su RaiPlaySound, è il podcast di Rai Radio1 recente vincitore del premio Roberto Morrione per il giornalismo investigativo, riservato agli under 30. L’autrice si è infiltrata nelle chat degli Incel, i celibi involontari, fenomeno ormai radicato in Italia e nato negli Stati Uniti. Gli incel odiano le donne ritenendole colpevoli di impedire agli uomini di essere felici. Sui forum hanno le foto profilo di Angelo Izzo, uno degli autori del massacro del Circeo, o di Filippo Turetta, l’assassino di Giulia Cecchettin.

“Frida, contro la violenza di genere”

È il podcast dell’agenzia giornalistica Ansa disponibile su spreaker. Il tema è la violenza maschile sulle donne. L’ultimo episodio affronta un problema complesso: le strade di notte, un incubo per le donne.

“Ricorda il mio nome – Storie di femminicidi”

È il podcast di Anna Bardazzi che racconta le storie di donne uccise perché donne, affinché possano essere ricordate come persone e non solo come casi di femminicidio. Ogni episodio racconta la vicenda di una donna diversa, i suoi sogni e la sua vita, le modalità in cui un uomo ha deciso di ucciderla e come è stato giudicato in tribunale.

Audiolibri

“Poverine – Come non si racconta il femminicidio”

di Carlotta Vagnoli. Ogni volta in cui le donne vengono ammazzate la reazione unanime è la stessa: “poverina”. Quando leggiamo la notizia di un femminicidio stiamo in realtà leggendo la storia di chi quel gesto l’ha compiuto, quasi mai di chi l’ha subito. Come se la vittima non fosse al centro della vicenda, e non potesse – neppure da morta – ricevere l’attenzione che le spetta. Ma si deve fare informazione corretta spezzando i meccanismi della società patriarcale.

“Vittime mai”

di Valeria Fonte. Una storia di soprusi e violenze in una società in cui le donne subiscono, come vittime “perfette” ovvero caute e schive, che non conoscono sentimenti di rabbia o di rivalsa. Eppure cosa accadrebbe se facessero il passo successivo dicendosi: “Io sono una vittima che guarda in faccia i propri traumi e si ribella in modo molto radicale”?

“‘L’ho uccisa perché l’amavo’. Falso!”

di Loredana Lipperini, Michela Murgia. Delitto passionale, raptus, gelosia, depressione, scatto d’ira, tragedia familiare. Nascondendo la vittima, le cronache finiscono con l’assolvere l’omicida. Per questo bisogna imparare a parlare di femminicidio. Ecco come trovare le parole.

Libri

“Diario degli anni difficili. Con le donne di ieri, oggi e domani”

di Dacia Maraini, Solferino, 2024. Private di libertà e sottomesse, le donne hanno spesso accettato il loro stato di inadeguatezza. Brave a fare figli e accudirli, sono state considerate prive di un proprio pensiero, di autonomia e libertà. Per contrastare questa violenza, la grande scrittrice indica il bisogno di agire sulla cultura, le abitudini identitarie, le disparità di genere, la misoginia linguistica. Perché nel mondo patriarcale in cui viviamo sta montando la voglia di riportare l’ordine colpendo chi ha preteso indipendenza, riconoscimenti professionali e prestigio.

“L’autodifesa delle donne. Pratiche, diritto, immaginari nella storia”

di Simona Feci, Laura Schettini, Viella, 2024. Il volume racconta le varie forme di autodifesa femminile di fronte alla violenza maschile, dal jujitsu delle suffragette al wen-do degli anni 70, all’autodifesa femminista, in un racconto corale su come le donne hanno immaginato, costruito, fatto autodifesa per sé e per altre nel corso del tempo, anche reagendo con forza contro chi le ha abusate ed oppresse.

“Come farfalle nella ragnatela. Storie di ordinaria violenza digitale sulle donne”

di Lara Ghiglione, Vanessa Isoppo, Futura Editrice, 2023. Molestie e minacce, condivisione di immagini intime senza il consenso della persona ritratta, intimidazioni, violenza verbale, cyberbullismo e istigazione al suicidio: sono alcune delle forme di violenze sulle donne che si verificano sul web. Questo studio socio-criminologico analizza dinamiche, cause ed effetti del la violenza digitale anche attraverso alcune storie vere.

“Narcisismo mortale. Il caso di Giulia Tramontano”

di Roberta Bruzzone, Laura Marinaro, Ugo Mursia Editore, 2024. Il racconto del crimine fatto dalla Marinaro e l’analisi psicologica e criminologica a opera della Bruzzone sulla personalità dell’assassino chiariscono i meccanismi del femminicidio di Giulia Tramontano avvenuto a Senago (Milano) il 27 maggio 2023 per mano di Alessandro Impagnatiello, compagno della vittima e padre del nascituro ucciso con lei, incinta di 7 mesi.

“Sulla nostra pelle. Un libro contro la violenza sulle donne”

di Amani El Nasif, Piemme, 2022. Nata a Bassano del Grappa, a 16 anni fu costretta a un matrimonio combinato in Siria. Dopo 399 giorni di oltraggi e violenza, Amani riuscì a fuggire per tornare in Italia. Partendo da ciò che ha vissuto sulla sua pelle, l’autrice accoglie le storie di tante altre ragazze e donne che nel nostro paese hanno subito e continuano a subire violenza psicologica, verbale, economica, fisica, sessuale.

“Non è normale. Se è violenza non è amore. È reato”

di Cathy La Torre, Feltrinelli, 2024. L’avvocata e attivista spiega perchè non è normale avere il telefono sotto controllo o essere bersagliata di messaggi e chiamate da un ex. Non è normale ricevere avance sessuali senza aver dato il consenso. né subire pressioni su scelte e desideri personali. Cathy La Torre indica quali sono le molte facce della violenza, come fronteggiarle legalmente, a chi rivolgersi e come agire se pensiamo di essere vittime o testimoni di una violenza.

Tv e streaming

“Ni una más”

serie Netflix. “Il mondo si disinteressava di quello che provavo. Decisi di non dire niente a nessuno e di sorridere sempre. In fondo ero io che me l’ero cercata”. È l’inizio di uno degli 8 episodi di “Ni una más” (Non una di più) serie spagnola che affronta il tema della violenza sulle donne con le storie di tre giovani donne accomunate da un dolore nato da molestie, revenge porn, violenza psicologica e sessuale che ognuna affronta a modo proprio.

“Amore criminale”

su Rai3 e Raiplay. Giunto alla 27esima edizione, in ogni episodio il programma fa luce su un femminicidio. Le storie sono narrate attraverso interviste ai protagonisti della vicenda. La trasmissione nasce per denunciare le dinamiche che portano al femminicidio ed è realizzata in collaborazione con la Polizia di Stato e l’Arma dei Carabinieri.

“Chiamata d’emergenza: Codice Rosso, violenza sulle donne”

su Raiplay. Il documentario d’inchiesta di Marco Petruzzelli racconta il fenomeno dei femminicidi ricostruito attraverso gli audio originali delle richieste di aiuto arrivate ai centralini della Polizia e il racconto del dirigente della sezione Volanti della Questura di Bari che mette in guardia sui rischi e sulle modalità di aiuto legate, in particolare, al cosiddetto “ultimo incontro”.

Film

“Familia”

di Francesco Costabile, 2024. Il film mostra le vicende di una famiglia dominata da un padre e marito violento e imprevedibile, evidenziando diverse questioni a partire dalla mancanza di una rete che dia modo alle donne di sentirsi protette, la difficoltà di riuscire a denunciare, la paura di perdere i propri figli, l’angoscia di ritrovarsi sole e senza protezione.

“C’è ancora domani”

di Paola Cortellesi, 2023. Da vedere e rivedere il premiatissimo film della (e con) Cortellesi, ambientato nella Roma del 1946, devastata dalla seconda Guerra Mondiale e occupata dagli Alleati. Attraverso il ritratto di una famiglia dominata da un marito ottuso e violento, il film parla di cultura patriarcale, violenza di genere e diritti delle donne, fino al riscatto finale della protagonista in occasione del Referendum Istituzionale del 2 giugno 1946 indetto per scegliere tra repubblica (che vinse) o monarchia, durante il quale per la prima volta in Italia le donne parteciparono a una consultazione politica nazionale.