Pillole di Salute

Pillole di salute – Stress dello stomaco

di Federico Mereta

Perché i bruciori di stomaco sono spesso legati a situazioni di stress? I primi rapporti tra stomaco e stress sono stati identificati dal chirurgo William Beaumont. Nel 1825 studiò le modificazioni causate dalla paura, dalla rabbia e dagli altri stati emotivi sulla mucosa dello stomaco di Alexis St. Martin che era stato colpito accidentalmente da una fucilata e quindi mostrava all’esterno un ampio segmento di stomaco con ovviamente anche una parte di mucosa.

Per 8 anni Beaumont ha avuto la possibilità di studiare le reazioni dello stomaco ai cibi. Si tratta della prima osservazione dell’attività dell’acido prodotto dallo stomaco in concomitanza con la presenza del cibo nelle viscere. L’aumento dell’acido si potevano avere anche quando comparivano reazioni dovute a stress intensi.

Cento anni dopo altri due studiosi si sono dedicati a valutare un uomo di nome Tom che aveva una fistola tra lo stomaco e l’esterno. Questo passaggio consentiva di valutare cosa accadeva allo stomaco in relazione alle emozioni. Queste osservazioni avevano già dimostrato una sorta di sofferenza della parete dello stomaco in caso di stress.

Lo stress può danneggiare lo stomaco

Oggi sappiamo che le lesioni compaiono quando si sbilancia l’equilibrio tra l’acido presente nelle viscere e resistenza delle cellule che invece produco il muco e quindi l’acido cloridrico può andare ad attaccare le pareti dello stomaco e soprattutto del duodeno. Lo stress aumentando la produzione di acido tende a squilibrare questi meccanismi di controllo.

I test di controllo

In ogni caso solo il medico curante può dare una risposta precisa sui test da eseguire. In termini generali, comunque, l’esame fondamentale per valutare lo stato della mucosa dello stomaco si chiama esofagogastroduodenoscopia. Viene eseguita dallo specialista e prevede l’inserimento di un sottile tubicino attraverso la bocca. Sulla sommità dello strumento sono presenti fibre ottiche che permettono di visualizzare le parti che si stanno osservando. Nel corso dell’esame, se necessario, si può prelevare una piccola parte di tessuto, ossia fare una biopsia.

Esistono anche altri test come la Ph-metria che permette di valutare la presenza di acido nell’esofago.