Stile Japandi, che cos’è e come arredare la tua casa

Arredare la casa unendo due filosofie, quella giapponese e scandinava: cos'è lo stile Japandi, un incrocio di culture che ci insegna il "less is more"

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Serena De Filippi

Lifestyle Editor

Lifestyle e Content Editor che scrive da tutta la vita: storie, racconti, libri, articoli, con una passione per i trend del momento.

Pubblicato: 1 Novembre 2024 12:51

Avete mai sentito parlare dello stile Japandi? In realtà, è molto più di questo: è una tendenza che sta conquistando tantissime persone in ogni parte del mondo, un incrocio tra lo stile giapponese e lo stile scandinavo. Probabilmente avrete già visto alcune ispirazioni di questo design su Instagram: le stanze appaiono sobrie, se non spoglie, ma in qualche modo risultano ugualmente morbide, dove tutto è stato strategicamente pensato per un living wow. Un incrocio estetico multiculturale che promette di rinnovare le nostre case con la formula less is more.

Cos’è lo stile Japandi

Vagamente scandinavo, un tocco orientale, senza che, però, l’ago penda troppo da una parte o dall’altra: lo stile Japandi è la nuova tendenza – anzi, filosofia – delle nostre case. Una fusione delle due culture che più di tutto hanno puntato sul less is more. Senza esagerazioni. Japandi è una fusione dei due termini “giapponese e scandi”, una sorta di ibrido che unisce due stili che, più di tutto, privilegiano proprio il minimalismo, la bellezza dell’unione tra la vita quotidiana e un’estetica amplificata che punta sulla natura.

Le caratteristiche dello stile Japandi

Non a caso, basta dare un’occhiata al design dello stile Japandi per comprendere subito le principali influenze: le forme sono geometriche, i colori appaiono sofisticati, i materiali scelti sono di altissima qualità. Sebbene di partenza lo stile scandinavo e giapponese siano ben distinti, si fondono in modo armonioso. Tra i dettami da seguire, troviamo anche l’artigianalità, l’equilibrio, la serenità.

Facciamo un esempio: il legno naturale, i materiali non artificiali, la palette di colori neutri, gli spazi ordinati, senza caos. Gli oggetti funzionali convivono con i soprammobili decorativi, ma è vietato scadere nell’eccesso. Non solo: c’è una priorità che non può in alcun modo venire meno, ed è la luce naturale. Gli arredi e i soprammobili vengono ridotti al minimo – less is more, per l’appunto – con una costante: il rapporto tra l’essere umano e la natura.

Gli ambienti dello stile Japandi devono risultare autentici. Possono sembrare costruiti e, in effetti, vengono progettati secondo uno schema ben preciso. Ma non si può venire meno alla filosofia principale, che è quella di arredare una casa in sintonia e armonia con uno stile di vita essenziale. Ciò non significa che non possa essere personalizzata, attenzione: gli stili minimal non sono “poveri”, ma valorizzano i nostri ambienti con un approccio rivoluzionario.

Le origini dello stile Japandi

Ma lo stile Japandi è davvero così recente? In realtà, no. Dobbiamo fare un salto indietro nel tempo, di più di 150 anni, esattamente al 1860. Stando a quanto riportato da Japandi Living, infatti, è stato un tenente della marina danese, William Carstensen, a pubblicare un libro con le sue scoperte dopo aver fatto un viaggio a Tokyo. Verso la cultura giapponese, ha avvertito sin da subito un profondo legame, tanto da sviluppare un’ossessione.

Dopo aver pubblicato il libro Japan’s Capital and the Japanese, i designer danesi, da sempre profondamente amanti dell’arte, hanno scoperto il concetto giapponese di living, molto simile a quello danese, in effetti, con un profondo amore verso il minimalismo, la semplicità e i materiali naturali, per l’appunto. Non è passato molto tempo prima che i designer danesi venissero influenzati in qualche modo dallo stile giapponese.

È interessante notare che l’influenza orientale è sempre stata molto presente nel corso delle epoche. Eppure, Giappone e Scandinavia presentano molti aspetti in comune, come la filosofia del design, gli interessi culturali, lo stile di vita. Ecco perché lo stile Japandi risulta una fusione simbiotica delle due influenze. Il design nordico è stato in qualche modo rafforzato dall’estetica giapponese, senza stonature.

Colori e materiali dello stile Japandi

Per quanto riguarda i colori, lo stile Japandi predilige una palette sui toni naturali che trasmette serenità e calma. I toni del bianco, del beige, del grigio e del marrone sono prevalenti, spesso accompagnati da accenti di colori più scuri come il nero o il blu navy per creare contrasto e profondità. Una scelta cromatica in linea con i principi di semplicità e funzionalità che abbiamo visto fino a qui, che unisce ancora una volta lo stile scandinavo e i suoi colori tenui alle tonalità più terrose dello stile giapponese. Combiniamo blu, marrone, grigi in ogni scala, verde: osiamo, ma rimanendo sempre un passo indietro verso la linea di non ritorno.

Anche i materiali devono essere naturali: abbiamo menzionato l’artigianalità proprio per questo motivo. Il legno è senza dubbio il protagonista indiscusso, utilizzato sia per i mobili quanto per gli elementi decorativi. Altri materiali naturali come la pietra, il bambù e il lino sono frequentemente impiegati per aggiungere texture.

Gli oggetti fatti a mano, con dettagli curati ma con leggere “imperfezioni”, valorizzano e arricchiscono i nostri ambienti, concedendo in qualche modo un’anima alla casa. L’attenzione ai dettagli si riflette nella scelta di tessuti naturali, per un tocco di morbidezza e comfort agli spazi abitativi.

La manifestazione dello stile Japandi viene espressa mediante finiture murali a calce, toni del legno, texture organiche, riorganizzazione degli spazi per trasmettere un profondo senso di calma e di semplicità. Anche la natura è protagonista di queste case, e non solo mediante i materiali: un po’ come avviene per lo stile giungla urbana, è possibile realizzare un angolo green nel salotto.

Mobili e decorazioni dello stile Japandi

I mobili scelti devono necessariamente rispondere a caratteristiche ben precise, le stesse che abbiamo visto: design semplice e funzionale, con una predilezione per il legno. Altri materiali da prendere come punto di riferimento sono il rattan, il vimini e il bambù, per dare maggiore calore agli ambienti. Pezzi multifunzionali e modulari esaltano, invece, l’approccio scandinavo all’organizzazione degli spazi.

L’arte del wabi-sabi giapponese, che ci insegna a trovare la bellezza nell’imperfezione e nella transitorietà, si sposa alla perfezione con l’estetica hygge scandinava. Puntiamo ai vasi di vetro, alle candele monocolore, ai tappeti chiari e magari a pelo corto, oppure alle ceramiche fatte a mano. Sulle pareti, dipinti e stampe tipografiche portano un tocco di contrasto. Non meno importanti sono le piante, che rispondono alla filosofia zen. Con una regola importante: evitare a ogni costo gli eccessi, rimanendo nell’influenza minimal.