Ogni volta che ci troviamo in contatto con altre persone inevitabilmente ci poniamo di fronte a una decisione da prendere: la scelta, a volte istintiva a volte no, di presentarci agli altri, secondo il principio dell’essere o dell’apparire. Sappiate che proprio secondo questi due principi dipende la qualità delle nostre relazioni.
La nostra società, che non ha più punti di riferimento autorevoli e che fa capo solo a quelle che io chiamo “immagini idolo”, rivela una cultura basata sull’apparire, su modelli di cloni generati dal mondo dello spettacolo, della moda, della tv, dei cosiddetti influencer, ormai una vera e propria professione. Dunque, in questo senso, l’apparire è sicuramente predominante sull’essere. Ma è davvero così importante mettersi in mostra per piacere agli altri? Ritenendo addirittura irrinunciabile averne l’approvazione per stare bene con se stessi?
Il motivo per cui alcuni mettono una propria foto anziché un’altra su Facebook, Instagram, magari ritoccandola con appositi filtri, è un modo di manifestarsi. Pensate quanto c’è di apparenza sui social network: c’è chi addirittura inventa un’identità che non ha, inventando una storia di sé non vissuta. Il motivo fondante è che molti cercano di essere perfetti agli occhi degli altri, ponendosi delle maschere fittizie. Costruiscono dei personaggi, e pian piano si dimenticano qual è la loro vera personalità, quali sono i loro veri sentimenti, affidandosi a stereotipi da rispettare per non sentirsi inferiori. Ma… a chi e a che cosa?