NET. Questa sigla, che sembra presa dal linguaggio tennistico, in realtà riassume le iniziali di tumore neuroendocrino. Queste forme normalmente si sviluppano lentamente e tendono ad avere un percorso migliore rispetto ad altre condizioni patologiche.
Dove si localizzano i tumori neuroendocrini
I NET più frequenti riguardano il tratto gastro-entero-pancreatico (circa il 60-70% dei casi), i polmoni e l’apparato respiratorio per il 20-30%, e in misura ancora minore colpiscono (fino al 10%) altri organi come tiroide e surreni, e apparato genitourinario. In genere sono più comuni negli adulti (40-45 anni) e tra gli anziani (70-75 anni): questi tumori sono più diffusi tra gli uomini rispetto alle donne.
Perché si chiamano così e cosa hanno di specifico? L’istologia, ovvero la scienza che studia i tessuti e le cellule, consente di identificare la caratteristica cellulare comune dei NET. Si tratta di un sistema, identificato appunto attraverso tecniche istologiche, che porta a produrre ormoni o particolari sostanze chiamate neuropeptidi. La loro azione si riflette su specifiche cellule, chiamate appunto endocrine, che quindi possono proliferare in maniera abnorme e formare masse tumorali. Purtroppo ad oggi non esistono strategie di prevenzione, considerando che non sono stati individuati fattori di rischio certi per queste patologie.
“Per diagnosticare e trattare in maniera adeguata un paziente con questo tipo di tumore è fondamentale un approccio multidisciplinare. Il percorso diagnostico-terapeutico del paziente con diagnosi di NET è spesso legato alla visione del medico che lo ha in cura o alla scelta consapevole del paziente e dei suoi familiari di chiedere pareri altrove – aveva dichiarato Francesco Panzuto, Presidente It.a.net e Gastroenterologo dell’Università Sapienza, A.O.U. Sant’Andrea di Roma. Considerate la rarità e l’eterogeneità clinica dei NET, l’esperienza, la competenza e la centralizzazione della casistica ricoprono un ruolo fondamentale. Per ottenere la migliore impostazione diagnostico/terapeutica del paziente, è necessario avere a disposizione un team di specialisti composto da oncologo, gastroenterologo, endocrinologo, patologo, medico nucleare, chirurgo, e radiologo che possa discutere simultaneamente il caso clinico sin dalla diagnosi.”
Come si riconoscono i tumori neuroendocrini
Come si possono riconoscere i NET? Questi tumori si presentano ed evolvono in modo diverso: alcuni si manifestano con sintomi come diarrea o arrossamento del volto, altri possono rimanere a lungo completamente asintomatici per anni anche se determinano la comparsa di metastasi. In generale, i sintomi dipendono dall’organo coinvolto. Alcune forme, fortunatamente la maggior parte dei casi, evolvono lentamente, altre invece risultano più aggressive e causano una rapida proliferazione delle cellule.
Importante arrivare presto per cure su misura
Considerando che si tratta di patologie rare e che spesso i sintomi non sono chiari e, quindi, non facilmente identificabili, spesso passa molto tempo prima di riuscire ad individuare la malattia e soltanto il 40% dei pazienti riesce ad avere una diagnosi precoce, quando dunque il tumore è localizzato e più semplice da curare.
Sul fronte delle terapie, gli specialisti hanno a disposizione diverse possibilità, dalla chirurgia ai radiofarmaci mirati, dalla chemioterapia a farmaci a bersaglio molecolare e analoghi della somatostatina. Le opzioni sono molte e ovviamente deve essere valutato il singolo.