Il ceppo virale del citomegalovirus appartiene alla famiglia degli herpes virus e si trasmette attraverso liquidi biologici infetti, come le urine, la saliva, le secrezioni vaginali, il liquido seminale, il sangue, il latte, le lacrime. È un virus che si diffonde molto rapidamente, anche se spesso non dà alcun segno dell’infezione. E che questa sia molto diffusa, lo dicono i dati. In media 8-9 persone su 10 nel corso della vita la contraggono.
Cosa accade in gravidanza
Questo virus, essendo molto diffuso, può passare anche dalla madre al feto. Se nell’adulto sano l’infezione decorre spesso in maniera asintomatica, la situazione diventa più preoccupante nelle persone immunocompromesse. Naturalmente la donna in gravidanza non fa parte di questa popolazione.
Ma venendo alla dolce attesa, la probabilità che una donna ricettiva contragga il virus per la prima volta nel corso della gravidanza è molto bassa. Considerato che questo tipo di infezione in gravidanza è estremamente limitato, ma che anche non abbiamo una terapia antivirale sicura da utilizzare durante la gestazione, le donne possono essere sottoposte a degli esami di controllo che il ginecologo può prescrive se necessario.
Gli esami da fare
In termini generali, è fondamentale rispettare le comuni procedure per prevenire l’infezione. La prima regola è lavarsi le mani regolarmente. Bisogna precisare che per quanto riguarda i pericoli per la salute, la gestante non rischia nulla. Ma i problemi potrebbero esserci per il feto se si contrae l’infezione per la prima volta in gravidanza. Per questo è importante sottoporre il nascituro a una sorveglianza ecografica, sempre seguendo i consigli del ginecologo, che non è pericolosa per il bambino ma che serve per valutare la crescita e ricercare eventuali segni indiretti dell’infezione virale. Poi ci sono altri esami più specifici in caso di infezione da citomegalovirus in gravidanza che lo specialista potrà indicare caso per caso.