Certe mode non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano, cita su per giù una celebre canzone italiana. Una licenza poetica se non dovuta, quantomeno legittimata da ciò che — rumorosamente — sta accadendo nel mondo fashion: a cento anni esatti dalla diffusione del capolavoro di Francis Scott Fitzgerald, Il Grande Gatsby, “I Ruggenti anni Venti” sono tornati in passerella con un tornado di frange, ricami geometrici, drappeggi e silhouette danzanti a vita bassa al seguito.
E, se il summenzionato romanzo ha indubbiamente già segnato un’epoca, tra sfarzose feste in stile Old Hollywood e dilagante dissolutezza, promette ora di segnarne un’altra: la nostra.
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Gli anni Venti sono tornati: i nuovi sfacciati codici dell’abbigliamento da flapper girl
A fornici la conferma definitiva di quanto osato affermare è Google: stando ai dati emersi le ricerche inerenti a “donne anni Venti” sono raddoppiate nel giro di un anno, e dal canto loro vi si aggiungono i social con la loro contagiosa tendenza a sfornare suffissi virali. Il trend gatsbycore, a trasferire con precisione chirurgica quell’immaginario patinato dipinto tanto bene nero su bianco nel 1925, sarebbe attualmente in ascesa.
È dunque ufficiale: corretti e reinterpretati dal filtro dell’esperienza, gli anni Venti sono tornati a noi con tutta la loro peculiare carica glamour, condita come di consueto da quel pizzico di nostalgia che mette tutto in moto. Forse per il guardaroba ricco e seducente a contrassegnarli nell’immaginario collettivo, forse per una questione puramente celebrativa, la sola cosa certa è l’irrefrenabile attrazione che essi continuano ad esercitare a dispetto del tempo.
Un tributo, questo, che è passato dai red carpet alle sfilate di stagione e viceversa, riportando a galla un modo di vivere più che una foggia di vestire, dall’attitude ricca, libera e dal carisma inconfondibile.
Parliamo dell’era del jazz, delle cosiddette flapper girl, indipendenti e glamour: dopo il restrittivo periodo Vittoriano, prima della Grande Depressione, le donne si ripresero la prima grande rivincita: cominciarono a farsi belle, ad uscire da sole, a guidare, a fumare e persino a ballare. Il tutto con addosso provocanti abiti dalle linee rettangolari, adorni di frange, cristalli, paillettes, gonne con perline e strass, pompose stole ed accessori tipicamente associati all’ambito della lingerie. Look, questi, opulenti ma raffinati, bandiera di ribellione e modernità.
Non a caso, incarnazione dell’epoca su tessuto è il cosiddetto flapper dress, e ciò vale a dire quell’emblematico abito dalla silhouette scivolata, tendenzialmente a vita bassa e con l’orlo vertiginosamente corto, concepito per roteare leggero in aria a passo di Charleston. Frange brillanti, piume e decorazioni preziose costituivano il corredo essenziale della tenuta della ragazza disinibita e indipendente, il tutto in una profusione di colori pastello e/o metallici, tessuti velati, boa piumati, cuffiette di cristalli e Mary Jane con il tacco a rocchetto.
Rivelatosi tuttora inaspettatamente moderno, a riportarlo sulle passerelle dell’estate 2025 è stato Fendi, con le iconiche stampe geometriche abbinate a porzioni see through e sneakers, appoggiato da Dolce&Gabbana con la sua seducente versione nude serale e da Onitsuka Tiger con un’alternativa originale agli abiti da giorno, celeste, dal décor minimale su modello panneggiato.
Alexander McQueen ed Erdem, ancora, hanno ripreso gli stessi movimento ipnotico delle frange e preziosità dei ricami su linee di gusto contemporaneo, sfoggiate in combo a giacca utility e scarpe stringate e blazer in velluto e stivaletti bianchi.
Secondo la visione avanguardistica di The Attico, poi, si sono viste in passerella cascate di frange nere in combo a bomber rigonfi ton sur ton, le stesse che da Chanel, alternate a fili metallici, hanno assunto un aspetto più elegante scivolando solo verso l’orlo di chilometrici slip dress neri come la notte.
Era corto e giallo burro l’abito in stile flapper elaborato da Miu Miu, con bordature bianche a contrasto, e presentato accanto a guanti opera e ballerine in vernice ai piedi delle modelle. Luce pura, invece, quello silver da capo a piedi di Burberry.
A suggerire come abbinare il flapper dress un bouquet di combinazioni inedite, personali: come si evince dagli eterogenei avvistamenti in pedana le opzioni sono tantissime, e tutte diverse tra loro. Per quanto concerne le scarpe si spazia dalle flat shoes ai sandali con tacco T-bar, per arrivare a Chelsea boots e futuristici sandali con plateau, mentre in materia di capispalla le alternative vanno da felpe oversize e rigorose giacche in stile smoking. In fatto di accessori, invece, si sono visti manicotti impreziositi da bracciali e cinture gioiello, calzini e gambaletti scintillanti, fasce per capelli e orecchini pendenti. Non vige una regola assoluta, ma piuttosto — di nuovo — una libertà d’espressione svincolata da limiti.
Come si veste la moderna flapper girl, parola alle celebrities: i look anni Venti meglio riusciti, da Dua Lipa a Gigi Hadid
Ci hanno pensato le star ad accogliere entusiasticamente il ritorno degli anni Venti, trascinandoli dalle passerelle ai red carpet in interpretazioni decisamente notevoli: è stato in occasione degli ultimi Met Gala, ad esempio, che molte di loro hanno scelto di omaggiare i famigerati Roaring Twenties attraverso il proprio look.
Così hanno fatto Dua Lipa (in Chanel) e FKA Twigs (in Wales Bonner), sfoderando strepitosi flapper dress impreziositi da cristalli e piume. Gigi Hadid, dalla sua, ha optato per un lungo abito dorato firmato Miu Miu simile ad un modello che Pierre Balmain disegnò nel 1951 per Josephine Baker in persona, colei che è da tutti ritenuta come la prima diva di colore della storia.
È rimasta scolpita nella memoria anche l’apparizione delle sorelle Poppy e Cara Delevingne avvolte in look di coppia coordinati: odoravano fortemente di nostalgia i vestiti scelti per la premiere di Ocean With David Attenborough, un long dress in rete metallica per la seconda, abbinato a maxi blazer maschile, ed uno interamente nero e bordato di frange per la prima.
Due incredibili capi d’archivio scovati da Annie’s Ibiza, boutique di lusso nonché mecca del vintage. Perché, in fin dei conti, gli anni Venti sono una questione di carattere. Può significare anche solo avere la giusta dose di coraggio e menefreghismo per piazzare un capospalla da uomo sopra all’abito più finemente decorato del proprio guardaroba, e brindare a questo con orgoglio senza nasconderlo.