Dieta Miami di Richard Lipman per perdere 3 kg in 3 giorni

Ideata dall'endocrinologo americano Lipman, è una dieta molto rigida e low carb. Scopri di cosa si tratta.

Pubblicato: 13 Marzo 2024 11:30

Ivana Barberini

Giornalista specializzata in Salute e Benessere

Giornalista ed economa dietista, scrive articoli su salute, alimentazione e benessere ed è specializzata nell’editing di volumi e pubblicazioni medico-scientifiche.

La dieta Miami è un regime alimentare che promette di far perdere 3 kg in 3 giorni. La classica dieta lampo, ideale per chi vuole dimagrire in fretta.

È uno schema piuttosto rigido che si propone di riattivare il metabolismo partendo da una drastica riduzione dei carboidrati, dall’assunzione dei grassi buoni e dall’aumento delle proteine. L’obiettivo è disintossicare l’organismo e riattivare il metabolismo per bruciare il grasso in eccesso.

Rispetto alle altre diete ipocaloriche, c’è una novità: non si consiglia di abbondare con frutta e verdura.

Per questo è un percorso dimagrante da seguire senza superare i 3 giorni, per evitare stati di carenze di sali minerali poco salutari per l’organismo.

Scopri allora di cosa si tratta e come si fa a perdere peso in così poco tempo.

Cos’è e come funziona da dieta Miami

Il Miami Diet Plan consiste in un piano alimentare associato a farmaci dimagranti solo su prescrizione e facoltativi.

È un approccio nutrizionale non solo a basso contenuto di carboidrati e grassi. Non serve contare le calorie o pesare gli alimenti. Non è prevista nemmeno una “spesa speciale” o specifiche ricette. Allora, come funziona?

Semplicemente, dice Lipman, si eliminano alcuni alimenti target come bevande zuccherate, fast food e snack scadenti, ma anche il sale, da sostituire con le spezie.

Non si salta la colazione e il pranzo è leggero, così come sono previsti spuntini salutari. Nessun frullato, barretta o pasto speciale. Niente cibi esotici, ricette insolite o liste restrittive di cibi “approvati”. Nessun orario rigido o programma dei pasti.

Ciò che conta è identificare e poi eliminare i fattori alimentari personali che hanno causato l’aumento di peso. Sono semplici cambiamenti e, se necessario, si può ridurre significativamente il senso di fame con un soppressore dell’appetito prescritto dal medico.

In questo modo si possono fare scelte alimentari senza la pressione del desiderio costante di cibi “proibiti”.

Eliminando quasi del tutto i carboidrati si dimagrisce più velocemente, perché l’organismo per sopperire al suo fabbisogno di energia è costretto a usare le riserve di grasso. Così è ciò che dicono i sostenitori delle diete low carb.

Gli esperti, invece, evidenziano come il processo di “attacco” dei grassi avviene molto più gradualmente, nel tempo. Ciò che si elimina in questi regimi così restrittivi, invece, sono le riserve di zuccheri, sotto forma di glicogeno, presenti nel fegato e nei muscoli, nonché i liquidi. Quindi, si ha l’impressione di essere dimagriti, ma in realtà non si è persa massa grassa.

È molto importante poi fare attenzione ai metodi di cottura, preferendo la cottura a vapore, al forno o alla piastra, evitando l’utilizzo di grassi animali.

Si consiglia anche di svolgere una qualsiasi attività fisica per sostenere il dimagrimento.

Inoltre, una particolarità della dieta Miami evidenziata dal suo ideatore è l’importanza del controllo medico iniziale, cioè una valutazione completa della situazione clinica della persona, finalizzata a capire i motivi dell’aumento di peso.

È il momento in cui si spiega come migliorare le scelte alimentari, apportare cambiamenti allo stile di vita ed evitare i comportamenti che hanno portato ai kg di troppo.

Si esamina poi l’eventuale presenza di malattie come il diabete o l’ipotiroidismo o se si mangia troppo spesso al ristorane o al fast food, se si dorme bene la notte o se si saltano i pasti.

Secondo Lipman, inoltre, la perdita di peso è più rapida e semplice se il pasto meno abbondante è il pranzo e quello più sostanzioso la sera, perché secondo alcuni studi metabolici ciò che conta è cosa si mangia e non l’orario.

L’obiettivo non è semplicemente dimagrire, ma imparare a gestire il cibo per mantenere il peso forma.

Benefici della dieta Miami: sono reali?

Povera di grassi e carboidrati, con quantità modeste di cibo concesso, sicuramente è una dieta che fa perdere peso, soprattutto se associata all’esercizio fisico. E poi dura poco.

Ma non si tratta di un dimagrimento così salutare e il rischio, quasi certezza, di riprendere tutti i kg persi è dietro l’angolo una volta ripresa un’alimentazione normale.

Quasi tutte le diete con un apporto calorico giornaliero con meno di 1.000 kcal consentono, infatti, di perdere qualche kg rapidamente, poiché si consumano meno calorie di quelle che l’organismo utilizza per il proprio funzionamento.

Tuttavia, possono presentarsi alcuni effetti collaterali come fame, nausea, mal di testa e affaticamento.

Un altro aspetto potenzialmente positivo è la limitazione del consumo di alimenti trasformati industrialmente e troppo raffinati, ricchi di zuccheri e sale, con un effetto comunque positivo sulla salute. Incoraggia poi uno stile di vita più sano e l’attività fisica, fondamentale per il benessere e per la funzionalità di diversi apparati dell’organismo come ossa, muscoli e sistema cardiocircolatorio.

Secondo un ampio studio del 2019, pubblicato su British Medical Journal, condotto su oltre 105.000 persone, chi mangiava più alimenti elaborati e industriali presentava un rischio maggiore di malattie cardiache.

La dieta Miami però non ha linee guida che indicano cosa mangiare durante il resto della settimana e mancano dati scientifici per avvalorare la tesi che un tale approccio alimentare possa influire sulla salute del cuore.

Cosa si mangia nella dieta Miami?

Un ipotetico menu del primo giorno può prevedere la colazione a base di mezzo pompelmo, una fetta di pane tostato con del burro di arachidi.

A pranzo si possono portare in tavola 150/200 g di fiocchi di latte, 5 cracker integrali, una tazzina di caffè (bere caffè è consentito anche più volte al giorno).

Per quanto riguarda la cena, si può optare per una fetta di carne bianca ai ferri (circa 200 g) e, come contorno, 100 g di fagiolini. L’apporto di carboidrati è dato da una mela e da una pallina di gelato.

È necessario anche bere almeno 2 litri d’acqua per una corretta idratazione.

Controindicazioni

La prima cosa che si nota è che non ci sono indicazioni sul mantenimento. Una volta ripresa l’alimentazione di tutti i giorni, si può dunque assistere alla rapida ripresa del peso perso nei 3 giorni di dieta.

Poi, è una dieta che non ha alcuna validazione scientifica. Inoltre, l’improvvisa restrizione calorica comporta sì un veloce dimagrimento, ma si perde massa magra e non grassi, poiché l’organismo per sopperire al fabbisogno energetico prima “preleva” gli zuccheri nel tessuto muscolare e nel fegato. Attacca i depositi adiposi sono nel lungo periodo.

Inoltre, la scarsità di frutta e verdura può comportare una carenza di sali minerali che sono presi in prestito dal tessuto osseo. Questo è anche il motivo per cui questo tipo di diete non sono consigliate soprattutto durante la menopausa, quando i livelli di calcio nelle ossa tendono a diminuire aumentando il rischio di osteoporosi.

Insomma, è una dieta sbilanciata che non è raccomandabile soprattutto per chi soffre di specifici disturbi o malattie o segue una terapia farmacologica, ma anche per le donne in gravidanza o in allattamento. È sempre necessario chiedere il parere del proprio medico prima di avventurarsi in queste diete che spesso non sono adatte a tutti.

Dimagrire in poco tempo è il sogno di molti ma la salute va sempre salvaguardata.

Perché scegliere una dieta bilanciata

Il pilastro di una sana alimentazione è la variabilità. Solo in questo modo si può scongiurare il rischio di una carenza nutrizionale e soprattutto di non avvertire la monotonia in un percorso di cambiamento come la dieta.

Solitamente si è portati ad associare alla parola “dieta” la sola perdita di peso, ma non è così, è un concetto superato.

Ogni persona ha esigenze diverse in base alla propria quotidianità e ai propri fabbisogni, ciò che è efficace per qualcuno potrebbe essere completamente inutile per qualcun altro.

Seguire, quindi, le mode alimentari o la dieta miracolosa è fuorviante e allontana dal reale obiettivo: potenziare il nostro stato di salute attraverso il miglioramento delle nostre abitudini in fatto di cibo.

Il corpo umano ha una tendenza innata a resistere alla perdita di peso e a promuovere l’accumulo di energia in forma di grasso, preparandosi per eventuali periodi di scarsità alimentare. Tuttavia, chi combatte contro il sovrappeso può scoprire che nemmeno i programmi dietetici più rigorosi e a lungo termine sono sufficienti per affrontare il problema in modo definitivo.

Un modo di vivere poco attivo, spesso influenzato dalla professione, combinato con l’accesso facilitato a cibi ricchi di grassi ma poveri di nutrienti, porta comunemente al recupero del peso perso in breve tempo.

Tutto questo può causare frustrazione, spingendo verso la ricerca di soluzioni alternative, compresi prodotti commerciali come integratori o farmaci spesso non regolamentati.

Mantenere il peso ideale dopo aver seguito una dieta ipocalorica rappresenta la vera sfida, specialmente per chi soffre di obesità o sovrappeso.

Non è quindi insolito riguadagnare il peso perso nel tempo. Vi sono numerosi fattori psicobiologici, come la fame e le fluttuazioni ormonali, che influenzano il controllo dell’appetito e del peso.

È importante essere consapevoli di questa realtà scomoda quando si inizia un piano dietetico: si tratta di un impegno costante che richiede un cambiamento delle abitudini di vita, non soltanto quelle alimentari.

Di conseguenza, ogni tentativo successivo di dimagrire diventa più difficile e richiede approcci più estremi per creare un deficit calorico, mentre il corpo cerca di mantenere il suo peso.

La perdita di peso è un processo complesso, dove il semplice desiderio di cambiare le vecchie abitudini non è sufficiente per evitare di riprendere i kg persi.

Per questo motivo, è fondamentale affidarsi a un professionista e seguire un regime alimentare personalizzato.

Fonti bibliografiche

Aspetti principali della dieta

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