Colesterolo e pressione alta: qual è il legame e cosa fare

Il colesterolo e la pressione alta sono strettamente legati: ecco quali sono i campanelli d'allarme.

Alessandro Antonio Labate

Medico chirurgo specialista in Medicina Interna

Medico chirurgo specialista in Medicina Interna. Dirigente Medico presso il reparto di Malattie respiratorie dell’Azienda Ospedaliera di Perugia.

Ipertensione arteriosa e colesterolo sono tra i principali fattori di rischio per l’insorgenza di malattie cardiovascolari e spesso sono legati fra loro. Le patologie di tipo cardiovascolare (di cui fanno parte infarto del miocardio, angina pectoris, ictus, arteriopatia degli arti inferiori e numerosi altri disturbi) sono tra le principali cause di decesso nei paesi occidentali più sviluppati e solamente in Italia rappresentano la principale causa di morte, provocando il 34% circa di tutte le morti.

Le differenze tra i due sessi sono modeste, con una leggera prevalenza nella popolazione maschile (il divario tra i due sessi si riduce via via che aumenta l’età considerata, in particolare dopo la menopausa). Tra le conseguenze più importanti e diffuse delle patologie cardiovascolari ci sono le cardiopatie ischemiche (quasi il 10% dei decessi) e gli eventi cerebrovascolari con quasi il 9%.

Tra i fattori di rischio che favoriscono il manifestarsi di queste malattie di grave entità si possono senza dubbio annoverare l’ipertensione arteriosa e l’ipercolesterolemia. Le due patologie sono spesso connesse tra loro e concorrono al peggioramento della qualità di vita e del rischio per il soggetto che le manifesta. La loro relazione, però, non dovrebbe essere considerata un nesso causa – effetto, quanto più una combinazione di fattori che concorre ad aumentare significativamente il rischio di patologie legate all’apparato cardiovascolare.

Indaghiamo più a fondo le due patologie e cerchiamo di capire come trattarle efficacemente per abbattere il loro livello di pericolosità per la salute.

La combinazione tra ipertensione e colesterolo

La pressione alta e il colesterolo alto sono entrambi elementi che devono essere monitorati con estrema attenzione e tenuti sempre sotto stretto controllo medico. Di per sé sono condizioni particolarmente dannose per il benessere dell’organismo, ma quando sono presenti nello stesso soggetto creano un binomio decisamente rischioso per il corretto funzionamento del sistema cardiovascolare.

Per essere efficaci, le strategie di cura devono trattare entrambi i disturbi: si stima che i soggetti che presentano, insieme, ipertensione e ipercolesterolemia, abbiamo un rischio di eventi cardiovascolari di circa 11 volte maggiore rispetto si soggetti sani che presentano livelli di colesterolo e pressione nella norma.

Cos’è e a cosa serve il colesterolo?

Il colesterolo è una sostanza appartenente alla famiglia dei lipidi steroidei ed è fisiologicamente presente nell’organismo. Se presente nelle giuste concentrazioni, risulta utile per il buon funzionamento dell’organismo poiché:

Viene prodotto per circa il 70% dal corpo stesso, soprattutto dal fegato, dal surrene e dalle ghiandole sessuali, ma viene anche assunto attraverso l’alimentazione. Per viaggiare all’interno del flusso ematico, il colesterolo si lega a specifiche strutture molecolari dette lipoproteine, che possono essere di due tipologie principali:

Quello indicato tra gli esami del sangue come colesterolo totale corrisponde alla somma del colesterolo LDL e di quello HDL più un quinto dei trigliceridi.

Quando si parla di colesterolo alto?

Tali valori soglia, in particolare quelli relativi al colesterolo LDL, non sono però uguali per tutti i soggetti. A seconda, infatti, dello stato di salute del singolo individuo, ed in particolare dei suoi fattori di rischio cardiovascolare, i livelli di colesterolo LDL hanno soglie differenti. Nei soggetti diabetici, ad esempio, o in chi ha già avuto un infarto del miocardio i valori limite di questo parametro saranno più bassi (fino a valori inferiori a 55 mg/dl).

Un livello ridotto di lipoproteine ad alta intensità (colesterolo HDL) causa un aumento del rischio per il cuore. Una quantità eccessiva di lipoproteine a bassa intensità (colesterolo LDL) può provocare la formazione di placche aterosclerotiche che mettono a rischio la salute. La progressiva formazione di depositi di grasso all’interno dei vasi sanguigni riduce, infatti, il lume dei vasi e, di conseguenza, l’apporto di ossigeno e nutrimento verso i tessuti, aumentando il rischio di incorrere in ictus e infarti.

Le sostanze grasse accumulate lungo le pareti interne dei vasi, inoltre, tendono a irrigidirsi nel tempo, creando delle placche che riducono drasticamente l’elasticità delle arterie e ne danneggiano irrimediabilmente le pareti. Il sangue sarà in grado di fluire sempre meno agevolmente verso organi e tessuti e, inoltre, si genera il rischio che alcune porzioni di queste placche si possano rompere generando una trombosi su placca che chiude rapidamente il vaso o possono staccarsi frammenti della placca e ostruire il flusso ematico a valle (embolia arteriosa).

Il colesterolo si può tenere sotto controllo seguendo una dieta equilibrata e riducendo alimenti che ne sono ricchi, come il burro, il latte intero, i salumi, i formaggi grassi (in generale alimenti di origine animale).

Infine, è fondamentale modificare il proprio stile di vita, rinunciando a fumo e alcol, ma soprattutto praticando quotidianamente sport.

L’ipertensione: cos’è e come riconoscerla

L’ipertensione arteriosa è tra i maggiori fattori di rischio per lo sviluppo di malattie cardiovascolari e ne soffrono più di un miliardo di persone nel mondo, con un aumento costante nel corso degli anni. In Italia sono circa 16 milioni le persone affette, appartenenti alle più diverse fasce d’età, in particolare la fascia over 60. La prevalenza è maschile, con un numero di uomini soggetto ad ipertensione maggiore di quello delle donne (divario che si riduce se si considera la fascia di età post menopausale).

La pressione arteriosa viene influenzata da diversi fattori, quali la frequenza cardiaca, le caratteristiche del miocardio, l’elasticità delle pareti arteriose, il volume ematico, la gittata sistolica.

Nell’ipertensione i valori della pressione sanguigna sono superiori alla soglia di normalità. Quali sono tali limiti considerati fisiologici? Generalmente:

Superate queste soglie, la pressione viene considerata “alta” e si parla di ipertensione se:

In questo caso si è di fronte ad una condizione che richiede un approccio terapeutico adeguato, modifiche dello stile di vita e, spesso, l’assunzione di appositi farmaci.

Quando il sangue viene pompato con maggiore forza nelle arterie nel lungo periodo può causare ictus, aritmie, danni renali, ischemie e scompenso cardiaco. Come riconoscere questa patologia? Può essere asintomatica, ma quando compaiono i sintomi sono solitamente mal di testa, vertigini, pesantezza delle palpebre, palpitazioni, nervosismo, ronzii, stanchezza e disturbi visivi, come la visione di lampi di luce.

Solo negli stadi più avanzati possono manifestarsi disturbi più gravi, come grave affanno, gambe gonfie, sensazione di pesantezza al torace e altri sintomi sistemici.

Quando non riconosciuta e trattata adeguatamente l’ipertensione porta a gravi disequilibri nelle funzionalità di numerosi organi e apparati, primo fra tutti proprio quello cardiovascolare. Tra le sue complicanze più frequenti ci sono le aritmie, l’aterosclerosi, lo scompenso cardiaco, l’infarto, contribuendo anche alla comparsa di ictus ed eventi aterosclerotici in altri organi come il rene.

È sempre consigliato misurare la pressione arteriosa con frequenza regolare, soprattutto nei soggetti che già sanno di soffrire di ipertensione o che assumono terapie anti ipertensive. Se i valori risultano tendenzialmente sotto controllo può essere misurata saltuariamente (comunque più volte durante la settimana), mentre in caso di alterazioni delle condizioni del paziente o di variazioni delle terapie può essere anche misurata un paio di volte al giorno.

Prevenire e curare l’ipertensione non è semplice, ma esistono alcuni fattori di rischio come il fumo, l’obesità, la sedentarietà, il diabete e l’ipercolesterolemia che possono essere controllati.

Come combattere i problemi cardiovascolari?

Chi già soffre di ipercolesterolemia e ipertensione dovrebbe considerare con il proprio medico curante una terapia che combini efficacemente un trattamento contro il colesterolo elevato e contro la pressione troppo alta. Riuscire a far lavorare in sinergia questi due approcci terapeutici facilita l’assunzione dei trattamenti per il paziente e sembra inoltre, massimizzare i risultati di entrambe le cure.

Le dislipidemie e l’ipertensione, inoltre, risultano anche facilmente prevenibili, adottando abitudini sane e uno stile di vita davvero orientato al benessere. Innanzitutto, superata una certa soglia di età (fin dai 40/50 anni) è sempre più utile sottoporsi a controlli regolari e check up completi del sistema cardiovascolare, per individuare e prevenire per tempo eventuali problematiche silenti.

L’assunzione di terapie preventive, specialmente in concomitanza con concreti fattori di familiarità, può abbattere efficacemente il rischio di sviluppare gravi patologie, una strategia che andrebbe sempre abbinata alla costruzione di uno stile di vita sano.

Quali routine possono contribuire al benessere di cuore e arterie?

 

Fonti bibliografiche

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