Prick test: che cos’è, come si svolge e a cosa serve

Il prick test è un test allergologico in cui piccole quantità di allergeni vengono introdotte nella pelle tramite punture per identificare allergie immediate

Pubblicato: 23 Maggio 2024 09:40

Carlotta Dell'Anna Misurale

Medico

Laureata in Medicina, appassionata di neurologia. Vanta esperienze in ricerca, con focus sui misteri del cervello e l'avanzamento scientifico.

Quando si sospetta una determinata allergia o al verificarsi di reazioni allergiche di causa ignota, spesso il medico consiglia di effettuare il prick test: questo esame cutaneo viene utilizzato per identificare la sensibilità ad allergeni presenti in varie fonti, come pollini, muffe, peli di animali, acari della polvere, ma anche alimenti, lattice e veleno di insetti.

Che cos’è il prick test

Il prick test è un esame diagnostico utilizzato per identificare le allergie a specifici allergeni inalanti, alimentari o da contatto. Durante il test, piccole quantità di allergeni purificati vengono applicate sulla pelle, solitamente dell’avambraccio o della schiena, mediante una leggera puntura o incisione superficiale. Questa procedura permette agli allergeni di entrare in contatto con le cellule immunitarie della pelle.

A cosa serve l’esame del prick test e quando è consigliato

L’esame del prick test serve a diagnosticare le allergie a specifici allergeni inalanti, alimentari o da contatto, permettendo di identificare le sostanze che provocano reazioni allergiche nel paziente. Questo test è fondamentale per sviluppare un piano di gestione personalizzato per chi soffre di allergie, migliorando la qualità della vita attraverso l’adozione di misure preventive e trattamenti mirati.

Il prick test è consigliato quando un paziente presenta sintomi suggestivi di allergia, come rinite persistente, asma, dermatite atopica, orticaria o reazioni avverse a determinati alimenti. Viene anche raccomandato nei casi in cui vi sia una storia familiare di allergie o quando si sospetta una sensibilità a specifiche sostanze presenti nell’ambiente di lavoro o di vita quotidiana. Eseguire il prick test sotto la supervisione di un allergologo è essenziale per garantire un’interpretazione accurata dei risultati e per gestire in sicurezza eventuali reazioni avverse.

Come si esegue il prick test

Il test si esegue sulla pelle dell’avambraccio o – in particolare per i bambini – sulla pelle della parte superiore della schiena, ovviamente si dovrà fare attenzione che la zona di cute in cui si esegue lo screening sia perfettamente sana. Su queste zone vengono fatti dei cerchietti con il pennarello, in cui viene posta una goccia di estratto dell’allergene diluito.

La pelle viene poi forata leggermente con una puntina sottile monouso (“prick” in inglese significa proprio pungere), in modo che la sostanza venga a contatto con tutta la porzione superiore della cute, l’epidermide. Si lascia trascorrere un minuto e poi la pelle viene pulita con della carta assorbente.

A questo punto si devono attendere circa 15 minuti per i risultati: se compare un pomfo o rigonfiamento pruriginoso con diametro uguale o superiore ai 3mm circondato da eritema, l’esame è positivo  in quanto vi è stata una reazione allergica a quella sostanza. Durante il periodo della pollinazione o – per le donne – durante le mestruazioni ci sarà una reattività cutanea maggiore.

Controindicazioni del prick test

Il prick test è un’esame sicuro e indolore: si avrà solo un leggero prurito causato dalla reazione allergica, che in genere scompare dopo massimo un’ora. Sono rarissimi i casi in cui ci siano controindicazioni più gravi, come malessere generale, difficoltà respiratorie, nausea e vomito, pressione bassa.

Ovviamente, differenti sono i casi di persone che sono ad altissimo rischio di reazioni allergiche gravi o che abbiano storie pregresse di anafilassi, ovvero una grave reazione allergica a rapida comparsa e che può causare la morte: in questo caso si dovrà eseguire il prick test in strutture ospedaliere con personale munito di farmaci di pronto soccorso come cortisonici, antistaminici e adrenalina.

Affidabilità dei risultati del test

In caso di valore risultato negativo, il prick test ha un’affidabilità di oltre il 90%, mentre in caso di test positivo ha un’accuratezza del 50-85%: quindi non è in grado di assicurare un’effettiva ipersensibilità del paziente e per la diagnosi finale di allergia si dovrà interpretare la positività del test alla luce della storia clinica e dell’esame obiettivo del soggetto con sospetta allergia.

L’affidabilità del prick test è anche influenzata dall’operatore e dalla sua precisione nell’effettuare l’esame, nonché dalla qualità degli allergeni utilizzati.

Inoltre, è possibile avere dei falsi negativi in caso in cui il paziente sia in cura con antistaminici e cortisonici (vanno sospesi 2 settimane prima dell’esecuzione del test) o in caso di patologie intercorrenti come l’AIDS e il linfoma di Hodgkin.

Generalmente, per aumentare l’affidabilità di questo esame vengono effettuate due prove con delle gocce di controllo: la prima con soluzione salina (controllo negativo), l’altra con istamina (controllo positivo). Se la reazione alla goccia di acqua e sale dovrà essere sempre negativa, la seconda dovrà risultare sempre positiva. Nel caso in cui ciò non dovesse avvenire per scarsa o eccessiva sensibilità cutanea sarà inutile effettuare il prick test e saranno necessarie altre indagini allergologiche.

Fonti bibliografiche:

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