L’amica che ci ha scritto sta vivendo un’esperienza nociva e dolorosa che l’ha intrappolata. Ma perché una relazione che sembrava perfetta è finita in questo labirinto?
Indice
Cosa succede
Sui motivi che portano un ragazzo (e un uomo) a tradire ripetutamente la sua giovane compagna, ci soffermeremo dopo. Ora ci interessa considerare la situazione di lei, per capire come può uscire dalla trappola.
I meccanismi in gioco
L’amore è fiducia, lealtà, coerenza, comprensione reciproca. Nella relazione che vive Marty non c’è nulla di questo. Ma lei non riesce a interrompere questo rapporto squilibrato. Ecco alcuni possibili motivi.
- Crede che la forza dell’amore possa superare qualsiasi prova.
- Ha paura di affrontare la vita da sola.
- Spera che il suo partner possa redimersi e diventare fedele.
- Ha sviluppato una dipendenza emotiva da lui e l’idea di non averlo più la distrugge.
- Si addossa le colpe degli eventi pensando di avere un brutto carattere che ha spinto il suo partner nelle braccia delle altre.
- Si sente una specie di miracolata dato che un tipo così “super”, corteggiato da tutte, si è degnato di interessarsi a lei.
Ognuna di queste motivazioni contiene in sé il seme della sofferenza, in primo luogo auto-imposta dalla partner tradita che cerca di darsi delle scuse per tenere in piedi uno stato di cose precario e illusorio.
Quando il perdono fa male
Che succede quando si rinnega se stesse per salvare una situazione che fa acqua da tutte le parti? Il perdono va bene una volta, ma non tutte le volte. Così diventa un atto autolesionista che genera infelicità. Eppure quante donne vivono una condizione simile? Per il quieto vivere della famiglia, per tenersi aggrappate a un partner che è il loro scudo contro la solitudine, perché si sa che gli uomini sono fatti così, in tante accettano e perdonano scappatelle, inganni, avventure e amanti fisse (non così colpevoli ma spesso disilluse e amareggiate).
- Il danno peggiore è convincersi di non valere abbastanza e di meritare quindi che l’altro vada a cercarsi distrazioni gratificanti: “Meglio lasciarlo fare, purché poi torni da me che valgo così poco che se non mi volesse lui, non troverei nessun altro”.
- La soddisfazione che si prova quando lui torna “a casa”, ovvero mostra di preferire noi alle altre donne, è la misera gratificazione basata sul pensiero di avere per sé l’uomo che tutte vorrebbero: “Lui viene con voi ma è mio!”.
- Il dolore di sentirsi tradite è grande, ma diventa devastante tollerando di accettare un partner traditore seriale. E lascia cicatrici indelebili, in grado di condizionare tutta la vita affettiva: abituarsi al tradimento erode infatti la capacità di fidarsi di qualcuno, anche dopo la fine della relazione.
Un’abitudine pericolosa
Ma chi si abitua al tradimento si abitua anche alla sopportazione e alla rassegnazione. Due termini che sono obiettivamente incompatibili con la serenità e la gioia di vivere. Ci si accontenta delle briciole di quello che speravamo essere l’amore perfetto. Ci basta che lui ci porti fuori per una pizza e ricominciamo a credere che possa cambiare smettendo di cercare avventure.
Perché lui cerca le avventure
Il traditore seriale adora sentirsi desiderato. A questo si unisce l’euforia di conquistare altre donne, come fossero trofei che lo fanno sentire unico, forte, bello, ricercato per il suo sex appeal. Di base è un insicuro in cerca di approvazione, ma ha in sé lo spirito del ragazzino che disubbidisce.
- Le avventure clandestine gli danno il piacere di trasgredire le regole, la quotidianità, il quieto vivere che lui trova noioso e soffocante. Il traditore s’inebria del gusto piccante del “non si può, ma io posso”, “non si fa, ma io lo faccio” e soprattutto “nessuna mi dice di no”.
- Se la sua partner ufficiale tollera il suo comportamento, il traditore seriale trova un’ulteriore conferma al suo potere: “Lei c’è sempre, perché mi ama con devozione”. Un po’ come una mamma che perdona sempre, anche dopo che il moccioso ha dato fuoco alle tende, ha strappato le viole appena piantate e ha tirato l’astuccio addosso alla maestra.
Cosa fare, come reagire
Qualsiasi siano le motivazioni del traditore – e conoscerle non significa giustificarle – quello che ci preme è trovare un modo per spezzare la catena della sofferenza di chi tollera i tradimenti.
- Cercare aiuto: è il modo per trovare la forza e la lucidità necessarie a liberarsi della trappola. Parlare sinceramente con un’amica comprensiva, una sorella protettiva, una zia disponibile aiuta a individuare il peso che ci siamo caricate nel cuore. Ricorrere alla capacità di ascolto e accudimento della propria rete femminile è un potente atto di “guarigione”.
- Smettere di sperare di cambiarlo: basta essere sempre accondiscendenti, basta esser sempre pronte ad accoglierlo, basta pensare che “Io lo cambierò con la forza del mio amore”. Nessuno cambia, se non vuole farlo di propria volontà.
- Spezzare la dipendenza emotiva: non è facile, ma è vitale. Purtroppo, è questa dipendenza la causa per cui troppe donne accettano di essere maltrattate sia fisicamente che psicologicamente. Per ritrovare equilibrio, autostima e dignità è da prendere in considerazione anche il ricorso alla psicoterapia, o comunque a un centro di ascolto per donne che può aiutare a inquadrare correttamente il problema.
È importante convincersi che la fiducia e il rispetto reciproco sono essenziali per costruire e mantenere una relazione affettiva solida e sicura. Altrimenti non è amore ma è rinuncia, accettazione passiva, umiliazione, negazione di se stesse. E nessuna di noi se lo merita.
La mossa determinante
Ma la mossa determinante (e rivoluzionaria) è mettere sé stesse al centro del proprio mondo. Non è egoismo, è autodifesa.
- È necessario coltivare degli interessi, uscire, vedere persone, imparare cose nuove, divertirtisi, coccolarsi, insomma esistere a prescindere dal partner.
- La chiave è puntare sulla propria realizzazione, investendo su sé stesse, i propri desideri e i propri talenti. Noi valiamo più di tutto, più di lui che ci blandisce, più dell’idea consolatoria di essere in coppia, più dell’apparente quiete che fingiamo regni su di noi.
- Se abbiamo dei figli, riflettiamo su cosa stiamo trasmettendo loro: la remissività, la rassegnazione, l’accontentarsi di un ritaglio di affetto. Ce n’è abbastanza per creare una miscela esplosiva nella mente di una persona giovane che sta crescendo.
La prova decisiva
Proviamo a ribaltare la situazione e immaginare di essere noi le farfalline che volano di fiore in fiore, concedendoci avventure e flirt, per poi tornare da lui dicendo “Devi capirmi, per me loro non contano niente, io amo solo te!”. Come reagirebbe? Forse urlando e tornando dai suoi!
Riflettiamo bene sulle nostre esigenze e facciamo un bilancio tra i pro e i contro di continuare a stare con un infedele seriale: sono in gioco il rispetto e la considerazione che abbiamo per noi stesse, come pure la visione del nostro futuro e del nostro valore. E non è poco.