Confessare un tradimento: perché la scelta giusta è sempre la più dolorosa

Si può tradire per tanti motivi, così come è nostro il diritto di scegliere se perdonare un tradimento. Ma confessarlo è un dovere nei confronti di chi amiamo

Pubblicato: 26 Giugno 2024 10:37

Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

Tradire, tradirsi, essere traditi. Un tabù da scardinare, un sogno proibito da realizzare, un dolore lancinante che fa a pezzi il cuore e piega l’anima. Una richiesta di perdono, le scuse e le bugie, un sogno infranto, la paura di ricominciare, la fiducia che si sgretola, il timore di affidare il proprio cuore a qualcun altro.

Tradimento, una sola parola, un singolo atto che può aprire tanti e diversi scenari che portano a una sola conseguenza: il dolore nella vita dei protagonisti coinvolti. Perché si tratta di una sconfitta, sempre e comunque, quella che vede le sicurezze sgretolarsi, le promesse infrangersi e la fiducia annientarsi.

Dicono che chi tradisce non ama. Forse è vero o forse no. Eppure questa affermazione è troppo semplicistica per spiegare tutto ciò che si nasconde dietro questo atto. Che può voler significare la fine o l’inizio, la capacità di perdonare o di scegliere di abbandonare, di aggiustare qualcosa che si è rotto o di buttarlo via per sempre.

E però, in questo mare magnum di domande e di dubbi, di sé e di ma, c’è una certezza: confessare il tradimento è un atto doveroso. Lo è perché chi è stato tradito ha il diritto e il dovere di sapere, lo è perché se alla base del rapporto ci sono le promesse di monogamia, l’altra persona deve sapere che le regole sono cambiate. Deve avere la possibilità di vivere nella libertà e di scegliere.

Confessare o non confessare un tradimento?

I motivi che portano all’infedeltà sono tantissimi. Sarebbe semplice parlare solo di egoismo o di cattiveria, di attrazione fatale e di errori o ancora di un amore finito che, per mancanza di coraggio, viene distrutto da un singolo tradimento come scusante per mettere la parola fine. Ma quando questo è solo una debolezza dell’essere umano? E quando si trasforma in una via d’uscita temporanea da una crisi e da un problema? Come si può tornare indietro dalla persona che abbiamo capito di amare oltre ogni ragionevole dubbio?

Confessare o non confessare, questo è l’eterno dilemma. E la verità è che qualsiasi sia la scelta, se la relazione è mantenuta in piedi dall’amore, sarà comunque sofferta. Questo non è il caso delle relazioni extraconiugali e di quei triangoli portati avanti per mesi e anche per anni, intendiamo. Sembra evidente, infatti, che in queste circostante l’amore che lega chi tradisce al partner ufficiale, sia solo una scusante per tenere il piede in due scarpe, per non scegliere mai, per non affrontare le situazioni con coraggio. Per non assumersi le responsabilità delle proprie azioni.

Quando invece il tradimento nasce da una debolezza, da un momento di crisi o da problemi mai affrontati, la situazione cambia. Cambia perché chi tradisce è divorato dai sensi di colpa, perché da quell’atto vorrebbe ricominciare, ma spesso non sa come fare.

Ecco, ci sono diverse correnti di pensiero a riguardo: c’è chi consiglia di non confessare, perché occhio non vede e cuore non duole e perché in fondo, se si è trattato di un errore, non vale la pena rischiare tutto per qualcosa di cui si è già pentiti. Ma c’è qualcosa di molto importante che sfugge a chi fa questo ragionamento: una coppia si identifica tale perché sono due le parti coinvolte. Non sono solo di uno, o dell’altro, il diritto e il dovere di scegliere come riparare qualcosa di rotto o, peggio, trovare la soluzione al problema senza parlarne con l’altro.

L’amore è condivisione, reciprocità e rispetto. È dialogo. La comunicazione, in un rapporto d’amore, è una delle cose più importanti, se non l’aspetto fondamentale che mantiene in piedi l’intera relazione. È forse è proprio la mancanza di un dialogo tra le parti in precedenza che sancisce la fine di un rapporto. Se ci sono problemi si affrontano insieme, se si commettono errori ci si assume la responsabilità. Anche quella di un tradimento.

Come affrontare un tradimento

Forse ci sarà il perdono, la terapia di coppia, un nuovo inizio, forse il rapporto potrebbe uscirne rafforzato oppure il dolore potrebbe essere così grande da distruggere tutto ciò che era stato creato, quello che succede in amore non è mai scontato.

Forse quella confessione potrebbe essere vista come un semplice ed egoistico atto per alleggerire la propria coscienza e, ancora, come una mancanza d’amore. O forse può essere apprezzata, perché in fondo è la sincerità ad alimentare la fiducia, e senza quella non può esserci un rapporto equilibrato e maturo.

Nessuno può sapere come reagirà l’altro, né se la coppia è abbastanza solida e forte da resistere a uno tsunami. E questo fa paura, è vero, ma si tratta di un atto coraggioso che si deve affrontare, per se stessi e soprattutto per l’altro. Del resto la responsabilità che ci assumiamo quando decidiamo di condividere la vita con qualcuno è tanta: le nostre parole e soprattutto le nostre azioni hanno sempre un peso che grava sull’altro.

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