Maria De Filippi racconta l’adozione del figlio Gabriele: “Il giorno prima ero terrorizzata”

Maria De Filippi racconta il legame con il figlio Gabriele, adottato insieme a Maurizio Costanzo

Pubblicato: 23 Novembre 2019 10:33

Valentina Vanzini

Content Editor e Lifestyle Specialist

Cacciatrice di storie, esperta di lifestyle e curiosa per natura. Scrivo con e per le donne. Autrice del bestseller Mia suocera è un mostro.

Maria De Filippi torna a parlare del figlio Gabriele Costanzo, raccontando le paure vissute di fronte all’adozione e alla notizia che sarebbe diventata mamma. Il 2002 è una data molto importante per la conduttrice, perché segna l’arrivo nella sua vita di Gabriele, che all’epoca aveva solamente 10 anni.

“Ho avuto tantissima paura, il giorno prima di conoscerlo ero terrorizzata – ha confessato al Fatto Quotidiano -. Quando la prima volta ho visto la sua foto mi sono detta: ‘Adesso cosa faccio se non sono capace?’. Non si nasce madri, si impara con il tempo e si cresce insieme”.

Nel corso degli anni Gabriele e Maria hanno costruito un rapporto bellissimo, fatto di complicità e affetto. Il percorso per costruire la sua famiglia non è stato semplice, ma negli anni Maria è cresciuta e maturata con suo figlio. Oggi il giovane lavora nella Fascino, la casa di produzione creata dalla De Filippi e da Costanzo. Spesso è dietro le quinte di programmi televisivi di successo, da Amici a Uomini e Donne, sino a C’è Posta Per Te.

“Ogni tanto mi arrabbio quando non è puntuale – ha confessato la presentatrice nel corso dell’intervista, spiegando che Gabriele viene trattato come tutti i dipendenti -. Non lo riprendo io, ma ci sono persone deputate a farlo. Quando non si svegliava al mattino per andare al lavoro lo svegliavo, adesso non lo sveglio più perché è giusto che prenda un ca******ne”.

Riservata e mai sopra le righe, Maria De Filippi ha parlato anche del legame con Maurizio Costanzo, conosciuto ormai moltissimi anni fa a Venezia e sposato nel 1995 dopo due matrimoni naufragati. “È durato più di tutti gli altri perché io ho rispettato il suo lavoro – ha confessato -. A un certo punto ho iniziato a lavorare come lui perché era l’unico modo per stare con lui, lo guardavo e pian piano ho imparato”.

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