Seppur accolto senza rancore, l’addio alla Rai è stata una dura prova per Flavio Insinna, che all’emittente nazionale aveva dedicato lunghi anni della sua carriera. Oggi, il conduttore è pronto a tornare sul piccolo schermo, accolto da La7, dove conduce lo show Famiglie d’Italia, che sfida i concorrenti a indovinare le risposte più popolari a sondaggi d’opinione. Una nuova avventura televisiva che per Insinna potrebbe essere l’ultima.
Flavio Insinna torna in tv, forse per l’ultima volta
Lunedì 7 ottobre, in onda la prima puntata di Famiglie d’Italia. Format arrivato dall’America, un esperimento per l’emittente e anche per il conduttore Flavio Insinna che, a riguardo, ha le idee ben chiare (e non così ottimiste). Intervistato dal Corriere della Sera, il conduttore ammette che se dovesse andare male “per me potrebbe essere l’ultima, mi sono stancato”. Ripensando alla propria lunga carriera sul piccolo schermo afferma: “Ci sono quattro età: la prima è quando nasci e cerchi di imparare, nella seconda cerchi di affermarti, nella terza ringrazi e provi a restituire e infatti io sono andato nelle scuole di teatro per cercare di trasferire quello che mi hanno insegnato Proietti, Frassica, Abatantuono”.
L’intenzione è quella di abbandonare quando la folla è ancora disposta ad applaudire. Se non all’apice, di certo prima dell’inizio della discesa: “La quarta età, dice Charlot, è dell’ultimo inchino. Conta più di tutte, bisogna levarsi di mezzo prima che comincino a dire: ammazza quanto ti sei invecchiato”. Forse anche per lasciare spazio alle nuove leve, e commenta così Stefano De Martino che – con inatteso successo – ha preso il suo posto ad Affari tuoi: “Lo guardo con affetto, a me quel programma ha cambiato la vita. Per Stefano provo infinita tenerezza, manco fosse un figlio, perché è una trasmissione difficilissima da fare”.
L’addio alla Rai senza rancore
L’addio alla Rai per Flavio Insinna è stata una scelta imposta dall’alto, da una dirigenza che dopo l’addio del bomber degli ascolti Amadeus ha scelto di cambiare rotta, anche a costo di lasciare a casa nomi da sempre presenti nel palinsesto. Ma il presentatore l’ha presa con filosofia e per l’azienda di viale Mazzini prova “solo riconoscenza”. E, forse, un pizzico di nostalgia: “Ho lavorato lì per la prima volta nel 1991, ero un ragazzino, sono andato via nel 2023-24. C’è la mia vita là dentro”.
E il cambiamento è anche un modo per non svendersi e chiudere la carriera con coerenza e rinnovata passione: “La Rai mi chiamò a condurre L’eredità al posto di Fabrizio Frizzi, per questo sono rimasto. La riconoscenza e l’amicizia per me sono valori importanti. – ha spiegato al Corriere – Ho ringraziato per le offerte che mi sono state fatte in Rai ma a 59 anni non c’è fretta di lavorare. Ho una vita agiata, però non è lussuosa, non ho cavalli. Posso dire di no se penso che una trasmissione non sia adatta a me”.
Un approccio zen quello di Insinna, che non teme neppure gli ascolti: “La mattina dell’8 ottobre guarderemo i numeri. Se va bene tutto a posto, altrimenti passerò per lo scemo del villaggio, magari io mi sentirò Calimero. Però con gli anni ho imparato a fregarmene un po’. Certo, sento la responsabilità, sono una persona con una grande disciplina, ho una legge morale come Kant, ma se va male non l’abbiamo fatto apposta, ce la stiamo mettendo tutta”.