Richard Gere ha appena compiuto 75 anni, proprio ieri sera – festeggiati con una tranquilla cena all’Harry’s Bar in compagnia dell’amica di lunga data Tiziana Rocca. Emblema vivente dell’uomo che, come il vino, più invecchia e più è buono, è arrivato alla Mostra del Cinema di Venezia e ha oscurato chiunque altro. E siamo soltanto all’arrivo al lido, chissà cosa accadrà durante il red carpet. Non per presentare un film ma in laguna per ricevere l’Inspiration Award del gala AmfAr, per il suo impegno di sensibilizzazione e raccolta fondi contro l’Aids. Il look è discreto, come occasione richiede, ma di uno chic ineguagliabile.
Richard Gere, ancora ufficiale gentiluomo: il look a Venezia
Richard Gere è arrivato. Nel senso letterale, è fisicamente arrivato al Festival di Venezia. Ma ancor di più in un senso più ampio: è giunto, cioè, a una fase della vita in cui si può senza dubbio dire soddisfatto. Ha raggiunto il grado di maestro, di quelli che arrivano ai Festival non perché debbano presentare nulla ma perché c’è gente – parecchia – che vuole ascoltarli, omaggiarli, chiedere consigli e ascoltare racconti di quel che fu. È esattamente ciò che ha fatto il bel divo canuto, protagonista di una masterclass che ha ripercorso la sua carriera, analizzando il rapporto con colleghi, registi e doppiatori. Ad accoglierlo una platea gremita che ha intonato tanti auguri al suo ingresso in sala.
E com’è era vestito? Bene, benissimo. Un look semplice – non lo inseriremo tra gli uomini che ci hanno stupito a Venezia – ma elegantissimo. Un sempre verde di quelli che non si sbaglia mai, con piccole imperfezioni che lo rendono ancora più giusto. Un completo scuro, in lino, tessuto adatto all’agosto italiano (anche se Angelina pensa sia il tempo adatto alla pelliccia). Stropicciato sì, perché quelli davvero chic ti danno sempre l’impressione che siano arrivati così, all’ultimo minuto, senza pensarci troppo, ché per loro tutto è scontato come andare a comprare la frutta, persino la Mostra del Cinema.
Una camicia chiara, non bianca che è banale, ma nemmeno troppo celeste che è cheap. Una camicia che, non lo sappiamo ma è praticamente certo, è stata realizzata da un sarto: gli cade sulle spalle alla perfezione. Semplici mocassini in pelle, così come la cintura, probabilmente già usata, in ottica di sostenibilità. Infine, un paio di classici occhiali scuri e l’immancabile ciuffo bianco neve. Con una posa ai fotografi che ricorda quell’Ufficiale gentiluomo che lo ha reso così sex symbol da continuare ad esserlo anche oggi che dell’Ufficiale sarebbe il nonno eroe di guerra in pensione.
Accanto a lui il figlio
Accanto a Gere c’era – così come già successo a Cannes – Homer James Jigme, il primogenito di Richard, nato dal matrimonio con l’attrice Carey Lowell, tra i più grandi tra i numerosi amori del divo. Nato a New York nel 2000, così chiamato in onore dei nonni (mentre Jigme significa “senza paura” in tibetano) Homer è elegante e raffinato come il papà, ma con un look decisamente più informale e sbarazzino. Studia neuroscienze terapeutiche e arte visive, è molto legato al padre e alla nuova moglie Alejandra, ma non sembra intenzionato a seguirne le orme nel mondo dello spettacolo. Giusto ad accompagnarlo sul red carpet di tanto in tanto.