Che tempo che fa, pagelle del 12 ottobre: Milly Carlucci debutta sul Nove (9), Annalisa conquista (8)

Una puntata ricca di emozione e ironia: Milly Carlucci, Annalisa, Panariello e Malgioglio illuminano il salotto di Fabio Fazio tra musica, memoria e parole che contano

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Ilaria di Pasqua

Lifestyle Editor

Nata a Carpi, si laurea in Fashion Culture and Management. La sua avventura nella moda comincia come Producer, ma nel 2020, con coraggio, diventa Web Editor, fonde stile e scrittura con amore.

Un’altra domenica sul Nove per Fabio Fazio, Luciana Littizzetto e Filippa Lagerbäck, che con la loro intesa perfetta continuano a dare forma a un talk raffinato e mai banale. Questa settimana, la puntata di Che Tempo Che Fa del 12 ottobre si è mossa tra emozione, riflessione e risate, alternando momenti di grande intensità – come l’intervista a Edoardo Leo – a parentesi più leggere e irresistibili con Giorgio Panariello e Cristiano Malgioglio. E, sullo sfondo, il filo rosso che tiene insieme tutto: il peso delle parole, tra attualità, memoria e politica.

Edoardo Leo, la tenerezza di un figlio che diventa padre. Voto: 9

È l’attore e regista che non tradisce mai la sua umanità. Edoardo Leo entra in studio con la calma di chi ha imparato a lasciare che siano le storie a parlare per lui. A Che Tempo Che Fa presenta Per te, il nuovo film di Alessandro Aronadio, di cui è protagonista e co-produttore: una commedia dolceamara che racconta una vicenda vera, quella di un uomo di 42 anni colpito da Alzheimer precoce, e di un figlio undicenne che si ritrova a fare da padre a suo padre.

Non volevamo fare un film triste”, spiega Leo, ma un film “consapevole”. E ci riesce. Racconta il dolore e la fragilità con la lente della tenerezza e dell’ironia, regalando un monito a tutti: “Dobbiamo imparare a dire ai nostri figli che siamo fragili, e a volte lo capiamo troppo tardi”. Sul volto, la commozione si alterna al sorriso, lo stesso che Gigi Proietti – suo maestro – aveva visto anni fa, quando gli disse: “Tu fai ridere, ma in un modo che commuove”. Aveva ragione.

Panariello, il futuro secondo Giorgio. Voto: 7

Dopo la profondità, arriva la leggerezza. Ed è proprio ciò che serve. Giorgio Panariello, 65 anni e un’ironia che non invecchia, conquista il pubblico con la comicità di chi sa ridere anche del tempo che passa. Racconta il suo nuovo spettacolo, E se domani…, immaginando il viaggio nel futuro di Panariello: un futuro in cui hanno finito il ponte sullo Stretto, ma i soldi sono stati buttati perché “ora ci sono le auto volanti”.

Battute fulminanti, tempi perfetti, e un pubblico che ride di gusto. “Nel futuro gli spacciatori non venderanno più droga, ma carne, perché nessuno mangerà più animali”, scherza, e Fazio non trattiene le risate. Dopo i temi densi della prima parte, Panariello è come un raggio di sole: ironico, intelligente e mai sopra le righe.

Cristiano Malgioglio, l’unico e inimitabile. Voto: 8

L’ingresso di Cristiano Malgioglio è, come sempre, uno spettacolo nello spettacolo. La chimica con Panariello è immediata: si punzecchiano, si prendono in giro, si trasformano in una coppia comica inaspettata e irresistibile. “Giorgio, tu potresti essere tutto, ma non me!”, ride Malgioglio, scintillante e divertito. Tra aneddoti di Tu sì que vales e frecciate fashion, il pubblico si scioglie. E mentre racconta dei suoi travestimenti e dei giudizi più folli del talent, l’ironia incontra l’eleganza del personaggio, sempre unico, sempre sopra le righe ma mai fuori misura

Milly Carlucci, il suo debutto sul Nove. Voto: 9

È la prima volta che Milly Carlucci varca la soglia del Nove, e lo fa con la grazia e la forza che da sempre la contraddistinguono. Arriva per parlare della nuova edizione di Ballando con le stelle, ma finisce per conquistare il pubblico con la sua ironia. “Dicono che Ballando duri troppo, ma Che Tempo Che Fa va avanti cinque ore!” scherza, tra le risate dello studio.

Si siede alla scrivania di Fazio, il posto riservato di Lucianina, e l’atmosfera cambia: elegante ma complice, professionale ma giocosa.

Insieme ricordano Luciano Pavarotti, che proprio oggi avrebbe compiuto gli anni. Fazio lo definisce “la persona più generosa che abbia mai conosciuto”, Milly racconta la sua umanità disarmante: “Aveva le mani ghiacciate prima di entrare in scena. Era un uomo normale, con fragilità e un dono straordinario”. Poi il ricordo si scioglie in un sorriso: “Amava la cucina più di ogni altra cosa”.

Tra un aneddoto e l’altro, la Carlucci svela anche un passato sorprendente: faceva pattinaggio artistico e equitazione, e proprio da lì è nato il suo spirito competitivo. Fazio la saluta con affetto, lei ricambia con un invito inatteso: “Fabio, devi venire a Ballando”. E il pubblico applaude, già immaginando la scena.

Annalisa, 15 anni di carriera. Voto: 8

In studio arriva Annalisa, raggiante come sempre, per presentare il suo nuovo album Ma io sono fuoco. Racconta che lo ha scritto interamente con il suo team, lo stesso con cui lavora da dieci anni: una vera famiglia creativa. “Questo album è il mio posto nel mondo, mi sento a casa” confessa con dolcezza.

Parte ora il suo tour, “Capitolo primo”, che lei immagina come l’inizio di un viaggio. “Ogni tappa sarà una nuova scoperta”, racconta con l’entusiasmo di chi ama davvero la musica. Nel corso della chiacchierata, Fazio la invita a riflettere sui suoi 15 anni di carriera, e Annalisa, con quella calma elegante che la distingue, ammette di essere profondamente innamorata della musica italiana: “Ascolto le grandi donne che l’hanno resa ciò che è”. Alla domanda su Sanremo, risponde con il sorriso di chi sa dosare le parole: “Non dico di no, ma è molto improbabile”. E anche in questo c’è tutta la sua classe.

Attualità e parole che pesano: quando il linguaggio divide. Voto: 10

Come ogni settimana, Che Tempo Che Fa apre uno spazio dedicato all’attualità, ed è impossibile non affrontare il tema più delicato del momento: l’uso (e l’abuso) delle parole. Il dibattito prende spunto da un termine che negli ultimi giorni è tornato con forza nel discorso pubblico: “antisemita”.

Si parla di Liliana Segre, di memoria, e soprattutto di come l’etichetta sia stata piegata per descrivere – impropriamente – chi manifesta per la pace. “Abbiamo perso il controllo delle parole”, sottolinea uno degli ospiti, e il clima in studio si fa denso. Perché oggi, in Italia, c’è chi accusa i giovani e i manifestanti che chiedevano la fine del conflitto israelo-palestinese di antisemitismo, come se la richiesta di pace fosse un crimine.

Un corto circuito linguistico e politico che mette a nudo un problema profondo: le parole hanno un peso, e oggi, nel rumore collettivo, quel peso sembra svanito.

Viene ricordato come l’antisemitismo non sia nato con il fascismo, ma si manifesti ogni volta che si nega empatia, che si costruisce un nemico per semplificare la complessità.

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