Risonanza magnetica alla spalla: a cosa serve e come si fa

La risonanza magnetica alla spalla è un esame di diagnostica per immagini che sfrutta un campo magnetico ad alta intensità di tutte le diverse componenti della spalla

Pubblicato: 29 Aprile 2024 09:54

Ivan Shashkin

Medico

Medico appassionato di immunologia ed ematologia con interesse e esperienza in ambito di ricerca.

Alcune problematiche fisiche possono compromettere il normale svolgimento delle attività quotidiane. È per esempio il caso di dolori persistenti alle spalle, per cui potrebbe essere utile sottoporsi a una risonanza magnetica alla spalla per capirne la causa.

Che cos’è la risonanza magnetica alla spalla

Quando si effettua una risonanza magnetica alla spalla lo si fa solitamente per trovare l’origine di disturbi che colpiscono questa articolazione, che possono dare sintomi anche molto invalidanti. Le spalle, infatti, sono preposte al movimento delle braccia, per cui è importante capire che cosa ne compromette la funzionalità.

Grazie a un campo magnetico a elevata intensità e a onde a radiofrequenza, la risonanza magnetica spalla è capace di indagare nel dettaglio in particolar modo i tessuti molli di questo distretto anatomico, quindi tendini, lesioni e muscoli, ma anche le strutture scheletriche e fibrocartilagenee. A differenza di altri esami, come la TAC, non impiega radiazioni ed è quindi un test più sicuro per la salute del paziente.

Quando serve la risonanza magnetica alla spalla e cosa si vede

In generale, la MRI della spalla è indicata quando c’è la necessità di una valutazione dettagliata delle strutture articolari e dei tessuti molli della spalla, e può essere utile nella diagnosi e nella gestione di una vasta gamma di condizioni patologiche.

Sottoporsi a una RM spalla è particolarmente utile in caso di traumi, ma anche di dolore persistente, sia al braccio che alla spalla. La risonanza, infatti, è in grado di indagare diverse patologie e lesioni a carico di tendini e muscoli, delle strutture scheletriche oppure fibrocartilagenee.

Altri situazioni in cui è comunemente prescritta:

  1. Dolore cronico alla spalla: Quando un paziente presenta dolore cronico alla spalla che non migliora con il trattamento conservativo, come riposo, fisioterapia o farmaci, la MRI può essere indicata per valutare la causa sottostante del dolore.
  2. Sospetta lesione dei tessuti molli: Se ci sono sospetti di lesioni dei tessuti molli nella spalla, come strappi o lesioni dei tendini della cuffia dei rotatori, lesioni della capsula articolare o lesioni dei legamenti, la MR può fornire una valutazione dettagliata delle strutture coinvolte.
  3. Valutazione dopo intervento chirurgico: Se un paziente ha dolore persistente alla spalla dopo un intervento chirurgico, la MRI può essere utilizzata per valutare il successo dell’intervento chirurgico e individuare eventuali complicanze.
  4. Sospetto di patologie articolari: La MRI può essere prescritta per valutare patologie articolari della spalla, come l’artrite, la borsite o la capsulite adesiva.
  5. Valutazione delle lesioni tumorali: Se ci sono sospetti di tumori o lesioni ossee metastatiche nella spalla, la MRI può essere utilizzata per valutare l’estensione della malattia e guidare il trattamento.

In generale, questo tipo di esame può essere utilizzato per osservare malformazioni, ma anche processi diversi di natura vascolare, traumatica o degenerativa. Può essere uno strumento fondamentale nella diagnosi di disturbi articolari degenerativi come artrite e lacrime labiali, oppure per evidenziare fratture in complemento alle radiografie.

Più nello specifico, l’RM alla spalla è utile per individuare e diagnosticare:

Sintomi che possono richiedere la risonanza alla spalla

Quando non si è in presenza di traumi, da incidente o sportivi, possono però comparire dei sintomi che spingono il medico a prescrivere una risonanza magnetica alla spalla. Tra questi contiamo:

Solitamente, prima di passare all’RM si provano dei trattamenti per risolvere il problema. Quando questi non funzionano, può essere risolutivo sottoporsi alla risonanza per individuare con esattezza l’origine del problema.

La risonanza magnetica alla spalla può essere utilizzata anche come esame per valutare i progressi dopo un intervento chirurgico alle articolazioni.

Risonanza magnetica alla spalla e radiografia

Il primo step nella valutazione delle problematiche della spalla è di solito la radiografia, che però permette soltanto di valutare lo stato delle ossa. Può essere prevista anche un’ecografia, ma soltanto l’RM sarà in grado di studiare il comparto muscolo-legamentoso, come pure indispensabile risulta per le fratture intraspongiose che non sono invece visibili con la radiologia tradizionale.

Artro RM

C’è un altro tipo di esame di diagnostico utile per studiare le articolazioni, spalla compresa. Si tratta dell’artro risonanza magnetica, che a differenza delle altre RMN impiega un liquido di contrasto direttamente all’interno dell’articolazione e non endovena e risulta quindi più specifica.

Come prepararsi alla risonanza magnetica spalla

Non è prevista una particolare preparazione per la risonanza magnetica alla spalla, ma nel caso in cui venga utilizzato il mezzo di contrasto è necessario sottoporsi ad alcune regole, tra cui un digiuno totale di almeno sei ore prima dell’esame.

Sempre in caso di utilizzo del MDC, sarà necessario effettuare delle analisi di controllo che indichino anche i valori epatici e renali. La sua somministrazione, infatti, potrebbe essere sconsigliata a determinate categorie di pazienti, come gli allergici, le persone obese, le donne incinte o ancora a chi soffre di patologie renali.

Se per caso si è portatori di pacemaker, clip o protesi metalliche o altri dispositivi medici o diversi che potrebbero entrare in conflitto con il campo magnetico della risonanza, sarà necessario parlarne col medico.

Come si svolge la risonanza magnetica alla spalla

Il giorno dell’esame, al paziente viene sottoposto un questionario, poi gli viene chiesto di spogliarsi di ogni oggetto metallico, come per esempio gioielli, piercing o orologio. Successivamente, viene fatto sdraiare sul lettino dove gli viene illustrata la procedura e, se previsto, gli viene iniettato il mezzo di contrasto a base di Gandolinio in vena.

Le persone che soffrono di claustrofobia potrebbero avere interesse a informarsi sulla possibilità di sottoporsi a una risonanza magnetica alla spalla aperta, cioè in cui il macchinario non è il classico “tubo” in cui viene inserito il lettino. In alternativa, alcune strutture propongono una leggera sedazione per poter svolgere l’esame in tranquillità. È fondamentale, infatti, che il paziente resti immobile per tutta la durata dell’acquisizione delle immagini, che dura all’incirca una ventina di minuti.

Durante questo tempo, il macchinario produce un rumore molto forte: per questo potrebbe essere utile indossare dei tappi per attutire il suono. Alcuni laboratori forniscono degli auricolari o cuffie per rendere meno sgradevole il tempo durante la risonanza.

Una volta terminata l’acquisizione delle immagini, il paziente può rialzarsi e andarsene. Se gli è stato somministrato il liquido di contrasto o è stato sedato, potrebbe essere necessario un breve periodo di osservazione prima di andarsene e riprendere le proprie attività.

Il mezzo di contrasto potrebbe avere leggeri effetti collaterali come nausea e giramenti di testa, che in genere spariscono in poche ore. È consigliabile bere molta acqua, dato che il liquido viene eliminato completamente con le urine.

Risultati della risonanza magnetica alla spalla

Se non c’è carattere di urgenza, solitamente i risultati della risonanza magnetica sono pronti in pochi giorni. Il medico radiologo è spesso in grado di farsi un’idea osservando le immagini durante la loro acquisizione, ma per compilare un referto accurato avrà bisogno di più tempo. Una volta ricevuti i risultati, questi dovranno essere mostrati al medico che ha prescritto l’RM alla spalla.

La risonanza magnetica alla spalla è un esame di diagnostica per immagini che sfrutta un campo magnetico ad alta intensità e onde a radiofrequenza per fornire immagini tridimensionali e dettagliate di tutte le diverse componenti della spalla. È particolarmente utile per individuare lesioni traumatiche, degenerative o oncologiche a carico dei tessuti molli come tendini e muscoli.

Fonti bibliografiche:

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