Depressione: cos’è, sintomi e come uscirne

Tristezza, irritabilità, stanchezza, sono solo alcuni dei sintomi della depressione. Impariamo a conoscere meglio questa patologia con l’aiuto dell’esperta

Pubblicato: 26 Marzo 2021 17:04Aggiornato: 3 Ottobre 2023 18:34

Antonella Lobraico

Editor specializzata in Salute & Benessere

Specializzata nella comunicazione online, ha collaborato con testate giornalistiche, uffici stampa, redazioni tv, case editrici e agenzie web in progetti su Salute e Benessere.

Siamo abituati ad etichettare ciò che ci circonda perché il tutto possa apparire più semplice e chiaro. Tuttavia, non sempre è possibile racchiudere in poche parole il significato di un concetto che si porta dietro innumerevoli sfaccettature. Questo è ancora più vero quando si ha a che fare con la sfera psicologica, dove la soggettività riveste un ruolo chiave. Un esempio concreto è la depressione, un disturbo sempre tanto chiacchierato, i cui confini non possono essere tratteggiati in modo netto.

Diverse volte infatti ci sarà capitato di esclamare in un momento di tristezza e senza neanche troppo pensarci “mi sento depresso”: ma cosa vuol dire di preciso? In realtà, il termine depressione non sempre viene utilizzato in modo del tutto appropriato. Invece, è bene partire da un’idea di base fondamentale: non c’è una sola forma di depressione. Piuttosto, esistono forme più leggere e forme più gravi.

La depressione può comparire a qualsiasi età, anche se in genere si sviluppa per lo più negli adolescenti, come anche nei ventenni e nei trentenni. Può riguardare anche gli anziani, i quali possono essere soggetti a delle perdite personali, allo sviluppo di malattie, a una graduale diminuzione della propria indipendenza.

Abbiamo approfondito questo vasto e delicato argomento con la dottoressa Sara Baldrighi, Psicologa e Psicoterapeuta.

Che cos’è la depressione

«La depressione indica la presenza di un basso tono dell’umore, quindi quando si è tristi, vuoti e irritabili. Ma tutto ciò non basta perché non sempre provare queste sensazioni equivale ad essere depressi. In realtà questa tristezza porta a delle modificazioni fisiche, psicologiche e cognitive che incidono nella quotidianità della persona e sulla sua capacità di funzionamento. Ci sono diverse forme di depressione: alcune persone possono ricevere la diagnosi di depressione maggiore, ma ci sono individui che invece hanno oscillazioni del tono di umore più o meno marcate (quindi il periodo up e il periodo down), fino ad arrivare al vero e proprio disturbo bipolare di cui la depressione può essere solo un sintomo» spiega l’esperta.

Tipi di depressione

Il DSM-5 (Manuale Internazionale diagnostico e statistico dei disturbi mentali ) dell’American Psychiatric Association classifica in disturbi in diverse tipologie tra cui:

Altre forme di disturbo depressivo maggiore sono:

 Quali sono i sintomi della depressione

«La depressione può manifestarsi attraverso diversi sintomi come:

Tuttavia, non sempre, per ricevere una diagnosi di depressione, sono presenti tutti insieme questi sintomi» specifica l’esperta.

Diagnosi della depressione

La diagnosi di questo disturbo mentale (e di una sua forma specifica) arriva sulla base di una conoscenza approfondita dell’anamnesi medica, dei sintomi, della storia della salute mentale del paziente. È necessario inoltre, avere cinque sintomi caratteristici della depressione, ogni giorno (e per quasi tutta la giornata), per almeno due settimane. In aggiunta, lo specialista potrebbe richiedere di eseguire alcuni esami per valutare l’eventuale presenza di malattie che potrebbero aver causato la depressione.

Quali sono le conseguenze della depressione

«Le conseguenze della depressione si possono riscontrare in diversi ambiti della vita del paziente e comprendono quello familiare, quello lavorativo o anche quello scolastico, se parliamo di depressione in età adolescenziale. La depressione inoltre, può diminuire le performance non solo in quantità, ma anche in qualità, perché si possono avere – ad esempio – problemi di concentrazione e di memoria.

Inoltre, spesso la depressione porta al ritiro sociale e questo con il trascorrere del tempo, rovina le relazioni sociali in ambito lavorativo e privato. In aggiunta, la depressione maggiore (una delle forme più gravi), può anche portare l’individuo a pensare, e a volte a tentare, il suicidio. Questo può accadere ad esempio se la depressione non viene trattata» afferma la dottoressa Baldrighi.

Senza un adeguato trattamento infatti, la depressione può portare a gesti autolesionistici, a un peggioramento progressivo, a un maggiore rischio di sviluppare condizioni come la demenza.

Nella depressione, come anche in alcuni disturbi alimentari, può essere di grande rilievo il fattore corporeo, ovvero quanto viene curato il corpo. Nel caso della depressione poi, si ha difficoltà a prendersi cura del proprio aspetto, come anche a mangiare e a dormire in maniera regolare.

Quali sono le cause della depressione

«La depressione può colpire chiunque. Solitamente un sentimento di perdita – come può esserlo un lutto o una perdita lavorativa – o una autostima bassa possono rappresentare un fattore scatenante della depressione. In taluni casi anche alcuni traumi, da intendere come ferite che devono essere curate altrimenti possono espandersi nella quotidianità, possono costituire delle possibili cause».

In generale quindi i fattori psicologici, ovvero come un individuo interpreta gli eventi (ciò che per lui è un trauma o una perdita non lo è per forza per gli altri), rivestono un ruolo determinante nella genesi e sviluppo della depressione.

Come uscire dalla depressione

«La prima cosa da fare è chiedere aiuto al proprio medico o ad amici e confidenti. Anche se bisogna considerare che chi soffre di depressione tende a non palesarlo, perché magari prova vergogna, ha paura di essere giudicato o per una forma di rifiuto stesso della malattia. In ogni caso, è importante fare una diagnosi precoce per poter intervenire il prima possibile.

La terapia farmacologica è determinante anche nei casi meno gravi perché è molto difficile lavorare solo con la psicoterapia nei pazienti depressi. Nello specifico, per fare psicoterapia bisogna essere pronti a parlare e ad elaborare delle cose e questo potrebbe diventare difficile con un paziente apatico. Dunque, i farmaci sono utili se impiegati contestualmente con la psicoterapia.

Non si possono scindere le due cose in quanto i farmaci da soli trattano solo il sintomo e ne riducono la gravità, ma solo insieme ad un percorso psicoterapico è possibile avere buoni risultati nel tempo. Mi sento inoltre di dire che non sempre è facile distinguere un periodo difficile dai sintomi depressivi veri e propri, quindi è bene stare in allerta quando si notano i segni tipici di questa patologia» conclude l’esperta.

Come prevenire la depressione

Non c’è sempre la possibilità di prevenire l’insorgere di questo disturbo mentale, ma di certo è possibile ridurne il rischio, seguendo questi suggerimenti:

La depressione è una condizione più frequente di quanto si potrebbe immaginare ed è associata a livelli importanti di sofferenza, compromissione delle attività di tutti i giorni, minore cura di sé. Una diagnosi precoce contribuisce ad impiegare trattamenti tempestivi con benefici sul paziente e sui costi della società, poiché i disturbi mentali hanno un impatto considerevole anche su questo.

La depressione può dunque essere trattata nella maggior parte dei casi in modo efficace, con risvolti positivi sulla qualità della vita. Nonostante ciò, questo disturbo potrebbe ripresentarsi anche a seguito di un trattamento. Imparare a riconoscere i sintomi e seguire buone abitudini per contrastarla (come quelle elencate sopra) costituisce una buona strategia per stare bene ed intervenire fin dall’insorgere dei primi sintomi.

In definitiva dunque, la depressione può potenzialmente colpire chiunque perché alla base ci sono fattori scatenanti legati ad eventi che possono capitare nel corso della vita. Se si avvertono alcuni dei segnali descritti sopra, magari persistenti per diverso tempo, il consiglio è di aprirsi parlandone con qualcuno di fiducia e chiedere il consulto di uno specialista.

 

Fonti bibliografiche:

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