Figli vicini di età, una scelta consapevole: ecco i vantaggi

Crescere due bambini vicini per età ha i suoi vantaggi, scopriamoli con l'aiuto di uno psicologo: ecco tutto quello che dobbiamo considerare, prima di avere un altro figlio.

Pubblicato: 7 Febbraio 2024 12:30

Giorgia Marini

Parenting Specialist

Ex avvocato. Blogger, con la laurea sul campo in Problemi di Mammitudine. Da 6 anni scrivo di gravidanza, maternità ed infanzia, sul mio blog “Stato di Grazia a Chi?” e su altre testate online. Racconto la maternità con brio, garbo ed empatia.

Fratellini e sorelline vicini per età: un desiderio per molti genitori, una casualità per altri. Avere figli con pochi anni di distanza porta innumerevoli vantaggi, ma anche maggiore fatica i primi tempi. Per questo, quando si pianificano una seconda o una terza gravidanza, le mamme ed i papà devono avere ben presente come sarà nuovamente stravolta la propria vita. Sebbene si tratti sempre di una rivoluzione positiva, quel faticoso equilibrio ritrovato dopo la nascita del primo figlio, quell’intimità di coppia affannosamente riconquistata, quel sonno ristoratore recuperato, verranno messi nuovamente in discussione.

La coppia che si accinge a pensare di allargare la famiglia deve necessariamente rifletterci bene, prima di trovarsi in una situazione più grande di quello che si era immaginata.

Ad esempio, deve pensare che, se i figli avranno molti anni di differenza, probabilmente non ci saranno grandi gelosie contro le quali combattere; inoltre si potrà chiedere un po’ di aiuto al più grande, in caso di urgenze; noi stesse ci sentiremo più esperte nella gestione dei bambini. Per non parlare del lato pratico-logistico, degli spostamenti casa-scuola, dei compiti pomeridiani, delle attività sportive. Ci sarà da un lato un bambino/ragazzino più indipendente, che ci concederà lo spazio per essere più presenti sul nuovo arrivato, e dall’altro ci saranno ritmi più lenti del bambino piccolo, che ci permetteranno di essere di supporto al grande.

Con figli distanti per età, inoltre, potremmo avere più tempo per noi, potremmo essere meno imbrigliate in quei continui allarmi e in quei frequentissimi malanni tipici della primissima infanzia. Ma non solo, se avessimo bisogno di chiamare una babysitter, ad esempio, saremo più serene, sapendo che lei potrà concentrarsi solo sul figlio piccolo che ha bisogni specifici della sua età, in grado di assorbire da solo ogni forma di attenzione.

Se, invece, i figli saranno molto vicini di età, la coppia dovrà affrontare mesi ed anni molto tosti, sempre più duri quanto sarà minore la distanza fra i fratelli e le sorelle. Dall’altro canto, una volta cresciuti, i legami fra i figli e le figlie potrebbero essere più solidi, in quanto si saranno condivise esperienze, amicizia, scuola nello stesso arco temporale.

Se anche voi vi trovate in quel limbo, immobili, tra la voglia di fare un altro figlio/a subito o attendere un pochino, non vi rimane che continuare a leggere questo articolo nel quale, grazie alle parole del dottor Pierluca Nicolò, psicologo, vi offriremo una prospettiva professionale, profonda, per fare una scelta consapevole sui figli vicini per età.

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Figli vicini per età: i vantaggi e gli svantaggi

Differenza di età fra fratelli e sorelle: qual è quella giusta

Sarebbe lecito chiedersi se esista o meno una differenza di età ideale fra i figli, con tutti i vantaggi e gli svantaggi che abbiamo elencato in alto. Perché  in caso di gravidanza programmata, come abbiamo scritto poc’anzi, è sempre bene prendere in considerazione tutti i fattori con i quali ci troveremo, in un futuro, a giostraci. È bene che entrambi si sia consapevoli e motivati come più volte, il dottor Pierluca Nicolò, sottolinea con le sue parole.

“Non è possibile stabilire con certezza quale differenza di età è corretta per avere un secondo figlio e dare quindi un fratellino/sorellina al primogenito/a. L’Organizzazione Mondiale della Sanità consiglia, per la salute fisica della madre e del nascituro, di attendere almeno 24 mesi, mentre altri studi confermano in parte tale indicazione, individuando  un periodo di tempo di 12-18 mesi dal primogenito prima di pensare al concepimento del secondo.

Ciò che è utile considerare sono anche le risorse psicologiche dei genitori e l’impatto emotivo sul primogenito.

Un’alta motivazione ad affrontare una seconda gravidanza a distanza di breve tempo, si riscontra in quelle coppie stabili che hanno condizioni economiche e sociali di buon livello, e con un’esperienza di gravidanza e parto trascorsi in condizioni ottimali.

Un aspetto importante, che incide sulla motivazione ad affrontare prima o dopo una nuova gravidanza, è riscontrabile nella gestione del sonno che sarà nuovamente alla mercé del nascituro, e quanto tale situazione con il primo figlio abbia avuto impatto sulla quotidianità della coppia, in termini qualitativi.

A prescindere dall’esperienza precedente, la motivazione dei genitori deve essere considerata un fattore intrinseco dell’adulto, un aspetto della realizzazione psicologica attraverso l’accudimento, un’esperienza che genera gratificazione.  Il desiderio di maternità e paternità e l’energia (amore) che tale contenuto psichico genera nei genitori, li rende consapevoli delle difficoltà e motivati nell’affrontare l’evento di una nuova gravidanza e soprattutto l’effetto che genererebbe anche nella gestione affettiva del primo figlio”.

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Figli vicini per età: i vantaggi e gli svantaggi

Come gestire i figli vicini per età: i sensi di colpa

Il dottore ci fa riflettere su due aspetti in particolare: la condizione della mamma in primis e della coppia poi, e la motivazione di entrambi i partner. Sappiamo che partorire non è sempre una passeggiata di salute e che alcune di noi ci mettono del tempo per rimettersi in forma, sotto ogni punto di vista. Il nostro stato di salute, fisico e psichico, va ad incidere anche sulla coppia e sulla gestione dei figli, creando un circolo vizioso e/o virtuoso del quale è importante tenere conto, quando si vuole un altro figlio.

Ma c’è un altro aspetto che abbiamo chiesto di approfondire al dottor Nicolò. Si tratta di un altro elemento importante che ha un peso nella nostra quotidianità di genitori, quando arriva un altro figlio da accudire: sono i sensi di colpa. Parliamo di quel tempo tolto ad uno per darlo all’altro e viceversa, in un girotondo di attenzione e fatica che ci vede sempre in riserva con tutti.

“Diventa di fondamentale importanza considerare con atteggiamento accogliente da parte dei genitori, come  eventuali atteggiamenti di gelosia. Il primo figlio/a vive in modo spontaneo un senso di esclusione o quantomeno teme di poter essere escluso, e ha paura di non ricevere più le attenzioni che i genitori, in particolare la madre, gli riservavano prima dell’arrivo del fratello/sorella.

Ne consegue che è compito di entrambi i genitori creare un clima contenitivo e accogliente nei confronti di comportamenti atti a “riprendersi la scena”. In tal senso sarebbe utile coinvolgere, dove e quando possibile, il primo figlio nell’accudimento del nuovo arrivato, in modo da creare un’esperienza familiare in cui entrambi i figli siano i protagonisti, evitando da parte della madre di sentirsi colpevole di non essere presente come vorrebbe per il primo figlio. L’età del fratello/sorella maggiore determina differenze sensibili sulla sua eventuale collaborazione con i genitori, in relazione al nuovo arrivato”.

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Figli vicini per età: i vantaggi e gli svantaggi

Figli vicini per età: conclusioni

Sperando che vi siano più chiari gli elementi che entrano in gioco quando la famiglia si allarga, volgiamo alle conclusioni con la domanda delle domande: esistono dei tangibili ed assoluti vantaggi e svantaggi, se i figli hanno pochi anni di differenza?

Certamente il beneficio, per eccellenza, nell’avere figli vicini di età, consiste nel poter vivere l’ infanzia e una parte dell’adolescenza insieme, facendo tesoro di esperienze che diverranno ricordi importanti nella loro vita da adulti. Mentre, dal lato dei genitori, tale meravigliosa vicinanza porta con sé non poca fatica. Ed è su questo aspetto, quello della condizione della coppia, prima fra tutti della mamma., che si concentrano le preziose conclusioni dello psicologo Pierluca Nicolò.

“Non ci sono particolari controindicazioni nella gestione di due figli con pochi anni di distanza. Senza dubbio, come espresso in precedenza, la condizione psicologica della madre deve avere un peso nella decisione finale: affrontare la gravidanza a distanza di almeno 18 mesi, sentirsi pronta, appoggiata e sostenuta, avere la giusta motivazione a intraprendere di nuovo il viaggio che la rende meravigliosa interprete del ciclo della vita.

Nonostante un’ottimale condizione psicologica è necessario che ci sia una rete sociale (in primis il padre e poi familiari e amici) che riesca a rassicurare e alleviare, laddove sia possibile, l’eventuale stanchezza fisica e mentale, che in varie fasi dell’accudimento del nascituro e del primogenito potrebbe sopraggiungere, e che se trascurata può generare alta frustrazione e un profondo senso di inadeguatezza.

Addirittura, come ravvisato nella nostra contemporaneità, se tali aspetti psichici vengono ignorati si può arrivare a sindromi come touched out e depressione post partum.  Sicuramente la madre può sfruttare l’esperienza recente con il primo figlio per ridurre le paure e le incertezze rispetto alla propria efficacia, immaginando amorevolmente i figli giocare insieme, fare esperienze in modo congiunto e accompagnarsi nel corso della loro crescita, con la consapevolezza che un fratello o una sorella sono rassicuranti antidoti contro ogni possibile senso di solitudine”.

 

Fonti Bibliografiche:

Barone, L., Manuale della psicologia dello sviluppo, Carocci, Roma, 2019.

Jung, C., G., 1976, Gli archetipi e l’inconscio collettivo, in Opere, vol. IX, I, Bollati Boringhieri, Torino, 2005. 

Schummers, Hutcheon, Hernandez-Diaz, Association of Short Interpregnancy Interval With Pregnancy Outcomes According to Maternal Age, Jama Internal Medicine, Vol. 178, n. 12, 2018.

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