Per generazioni e generazioni di bambine, la Disney è stata una vera e propria scuola di vita. Alzi la mano chi non ha mai indossato un vestito da Biancaneve o da Belle, o da qualsiasi altra principessa Disney, a una festa di carnevale. Tuttavia, per decenni, la Disney ha considerato solo i personaggi bianchi degni di essere inclusi nelle loro storie. È stato così fino agli anni Novanta, quando sui nostri schermi sono iniziate ad apparire le prime eroine non bianche; tra cui Pocahontas, di Mulan, Jasmine di Aladino e Esmeralda de Il gobbo di Notre Dame. Ma ci è toccato aspettare fino al 2009 per la prima principessa nera: Tiana de La principessa e il ranocchio.
Negli ultimi anni sono apparse sulla scena principesse e eroine sempre più diverse: non per forza alla ricerca di un principe azzurro, e non per forza bianche. È così anche per il remake de La Sirenetta, in uscita a maggio 2023. La storia di Ariel – la sirena con una bella voce che rinuncia alla sua vita in mare per stare con un bel principe – verrà infatti raccontata in una versione live-action ispirata al film musicale d’animazione del 1989. Nel remake, Ariel sarà interpretata dall’attrice e cantante Halle Bailey che appare nel teaser trailer, cantando una delle canzoni più famose del film d’animazione – Part of Your World.
Il trailer ufficiale è uscito proprio in questi giorni, e i fan hanno avuto il loro primo assaggio della nuova Ariel interpretata da Bailey: coda da sirena, bikini viola e regno sottomarino da cui Ariel desidera tanto fuggire. Sfortunatamente però, il trailer ha anche portato a una serie di parole di disapprovazione e commenti razzisti emersi nei confronti di Halle Bailey. Legati all’idea che la versione live-action di Ariel dovrebbe riflettere il suo aspetto nel cartone originale – pelle bianca pallida, capelli rossi lisci – i troll di internet hanno dichiarato che Bailey era #NotMyAriel. Qualcuno ha addirittura affermato che il suo casting è stato un esempio di una “woke culture andata male”.
In molti hanno immediatamente respinto le critiche. Dopotutto si starebbe discutendo su chi può o non può interpretare una creatura ibrida uomo-pesce, in un film che ha tra i protagonisti un granchio che canta con accento giamaicano e una donna polpo tutta viola che ruba le voci. È una vecchia storia, raccontata con l’ausilio della tecnologia, che in qualsiasi altra epoca dopo l’uscita nei cinema svanirebbe dolcemente. Ma questo è il 2022, il che significa che dobbiamo superare tutti i commenti razzisti prima che ciò possa accadere. Questa settimana è infatti emerso che il trailer del film ha ricevuto un milione e mezzo di Non mi piace da parte dei fan indignati che borbottano di rabbia per il fatto che il personaggio non sia più una sexy rossa caucasica.
E allora eccoci qua. È ormai diventato impossibile rimanere neutrali su La Sirenetta. O sei contrario all’idea che una sirena possa essere nera o entusiasta di guardare il film per principio, perché non vuoi che i commenti razzisti abbiano la meglio. È l’uno o l’altro. I confini sono stati tracciati e ciò significa che il film non sarà adeguatamente valutato nei suoi meriti fino a quando tutto il rumore di sottofondo non si sarà attenuato, cosa che accadrà solo parecchio tempo dopo la sua uscita.
Ma nello sforzo di sventare la ridicolaggine delle reazioni, è facile sminuire quanto sia significativo per le bambini e le ragazze di colore vedere una versione di se stesse sullo schermo. In concomitanza con le reazioni negative, hanno iniziato a circolare sul web anche video che mostrano dozzine di bambini e bambine – e per lo più nere – che reagiscono con gioia vedendo Halle Bailey nei panni di Ariel. È difficile non sentirsi toccati dalla felicità, semplice e onesta, che il trailer del video ha procurato ad alcuni.
Gli psicologi infantili sono concordi nel dire che i messaggi che un giovane riceve dai mezzi di informazione e intrattenimento sono particolarmente formativi per la sua autostima. Per molti bambini neri, anni passati a guardare personaggi con il loro stesso colore della pelle messi da parte dalla cultura pop, può aver rafforzato l’idea che di “non fare parte di quel mondo”. È un concetto sbagliato che però può richiedere anni per essere superato.
Quando La Sirenetta uscirà sul grande schermo il prossimo anno, famiglie di ogni tipo si accomoderanno sui sedili dei cinema per godersi lo spettacolo. Un film come questo non cambierà un sistema che ha a lungo considerato le persone bianche e eterosessuali come lo standard da seguire. Ma l’Ariel di Halle Bailey è per i bambini neri, invece, un’opportunità per sentirsi inclusi in parte della fantasia e della magia della Disney. In fondo, ogni bambino non dovrebbe essere in grado di divertirsi a guardare film con eroi di qualsiasi colore, forma e dimensione?