Salvo Veneziano ha sbagliato. Salvo Veneziano è stato punito. Ma Salvo Veneziano non è un violento, non demonizziamolo, né marchiamo a vita una persona per alcune infelici affermazioni, per le quali è già stato ampiamente penalizzato.
Questo è grosso modo il pensiero social sull’affair che ha monopolizzato l’attenzione del GF Vip di questi giorni, Dopo l’iniziale indignazione generale delle prime ore, a freddo, e dopo l’espulsione, cominciano a uscire molte opinioni a difesa parziale dell’ex gieffino, tra quelli che danno dei bigotti a chi ha voluto punire delle frasi dette per goliardia, quando in tv nei salotti pomeridiani va in scena ben di peggio, e chi, soprattutto cerca di mettere un freno alla demonizzazione mediatica dell’ex concorrente storico della prima edizione del Grande Fratello. “Salvo non è un orco, né un violento. Non marchiamolo a vita”.
La prima a voler mettere un freno alla cosa è stata Cristina Plevani, ex compagna di avventura di Salvo. Una che lo conosce bene, visto che con lui è arrivata in finale 20 anni fa. E che con un lungo post su Instagram ha spiegato le cose. “Salvo non è un violento, è ignorante. Si è trattato di infelice goliardia. Sgridatelo, cazziatelo, fategli fare una figura di m in diretta ma non fatelo passare per quello che non è. Condannatelo per l’ignoranza, non per la violenza che non gli appartiene”.
E su Twitter in molti hanno espresso grosso modo lo stesso concetto. “Anche quando vanno al bagno è grave? Finitela di fare i finti bigotti! C’è più volgarità nei salotti della D’Urso”. “Io trovo esagerata l’eliminazione di #SalvoVeneziano dalla casa del #GFVIP per aver detto frasi choc e sessiste”.
E ancora: “Sostegno TOTALE E ASSOLUTO per Salvo che non ha detto nulla di che, tra maschi sono discorsi normali, provate a sentire cosa si dicono le donne di nascosto prima di inveire. #BIGOTTI”. “#salvoveneziano non è un orco, un violento, un pericolo per le ragazzine. Salvo è un ignorante, ma non un mostro da marchiare a vita. #gfvip.
Qualcuno si sofferma ad analizzare meglio il termine infelice usato da Salvo, finito nel mirino del ciclone: “Rivalutiamo la situazione del caso Salvo Veneziano. #salvoveneziano. Io sono Palermitano e, spesso, a Palermo si dice “ti scannu” ma per affetto e senza nessuna cattiveria. Il problema è che se lo dici in diretta nazionale passa il messaggio errato.”
Lui, mortificato e amareggiato più che mai (questa doveva essere la sua seconda opportunità, una rinascita mediatica a 20 anni dal grande successo, si è rivelata un boomerang di impopolarità) alla consegna del tapiro d’oro da parte di Staffelli, ha nuovamente chiesto scusa, al pubblico, alle donne e ai suoi famigliari, si è detto dispiaciuto per le minacce ricevute dalla sua famiglia, si è addossato la colpa di tutto, liberando i compagni del tugurio dal marchio infame, e ha cercato di spiegare come in Sicilia il termine “scannare” non abbia un significato necessariamente di violenza, ma anche di passione.
Ormai la frittata è fatta, e il rischio per lui è che Signorini, in diretta stasera, possa aggravare il carico di colpa nei suoi confronti. E magari, come è successo in passato per altri squalificati, bannarlo dalla trasmissione. Forse basterebbe accettare le sue scuse, metterci un punto, e farlo almeno presenziare alle puntate. Dalla punizione per ignoranza al marchio di infamia, in tv, è un attimo. E nel suo caso sarebbe eccessivo.