Emily Ratajkowski si mostra in bikini su Instagram a un mese da parto ed è già in perfetta forma. Fisico scolpito e ventre piatto, la top model ha stupito tutti, svelando una remise en forme fulminea che ha stupito persino Chiara Ferragni.
L’influencer e moglie di Fedez, che lo scorso 23 marzo è diventata mamma di Vittoria, ha commentato l’ultimo post Instagram di Emily. Nello scatto e nel video postati sui social la Ratajkowski è in bikini, con un fisico scolpito a solo un mese dalla nascita del primogenito Sylvester Apollo. “Come fai ad avere un corpo del genere a un mese dal parto?”, ha chiesto la Ferragni, stupita. La risposta non è arrivata dalla top model, bensì dai suoi fan che, sorpresi quanto Chiara, l’hanno definita un “dea” e una “aliena”, affermando che il merito sarebbe della genetica.
I follower si sono divisi sulla vicenda. Alcun hanno espresso grande ammirazione per Emily e si sono complimentati con lei per essere tornata in forma in un solo mese, altri invece l’hanno criticata, accusandola di offrire un modello irraggiungibile per le neo mamme, aumentando la loro frustrazione. Di certo ognuno ha i suoi tempi ed è giusto rispettarli, senza rincorrere una forma perfetta che, in fin dei conti, non esiste, ma seguendo le proprie esigenze e con calma.
Lo scorso 8 marzo, Emily Ratajkowski è diventata mamma. La top model ha dato alla luce il figlio Sylvester Apollo, frutto dell’amore per il marito Sebastian Bear-McClard. Fra i tanti commenti alle foto in bikini della modella anche quello di Alex Light, attivista americana e simbolo del body positive. “Penso che sia importante tenere conto dell’ampio impatto che questa immagine avrà e, sfortunatamente, penso che sarà negativo – ha scritto -. Ma ricordiamo che lei non ha mai cercato di far parte di una conversazione sul tema, siamo noi che abbiamo proitettato su di lei questo ruolo. Lei nel suo account, nel suo spazio, può celebrare il suo corpo come desidera. Il vero problema sono i sistemi in atto che ci fanno desiderare questa estetica e rifiutarne un’altra in cui, diciamo, è più facile identificarsi. Il nostro valore e l’accettazione di noi stessi non possono risiedere in qualcosa di esterno da noi”.