Sindrome da rientro, cinque consigli per superare la “Post-Vacation Syndrome”

Resilienza e programmazione, due elementi fondamentali per superare la sindrome da rientro. E attenzione alla dieta

Pubblicato: 30 Agosto 2024 10:30

Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

Stanche. Con tanta, tanta fatica a svegliarsi la mattina. E con il desiderio di ritardare la cena e il riposo. Il tutto condito, nei casi più seri, dalla sensazione che la digestione diventi un problema, dall’intestino che non vuol saperne di rimettersi al passo, dall’irritabilità e magari da un leggero mal di testa. Ebbene, se vi trovate in queste condizioni, forse potreste soffrire di un malessere temporaneo difficoltà a riprendere i ritmi.

Se in questi giorni vi è capitato di provare sensazioni di questo tipo, dopo un periodo di vacanza in cui siete stati in gran forma, forse siete anche voi vittime della “Post-Vacation Syndrome”. O se, volete, all’italiana, della sindrome da rientro.

Sarete più a rischio se avete scelto un periodo di ferie “estreme” molto concentrate, e non solo per le mete più o meno lontane. Può essere (ma non si tratta di una regola ferrea) più difficile rientrare quando le esperienze fisiche della vacanza sono state stressanti o quando i ritmi dei pasti e del sonno si sono drammaticamente alterati. Ma può “pesare” in termini di ripresa anche l’ozio assoluto, con vacanze fatte di lettura di libri e passeggiate rilassanti.

Insomma. Per tutti arriva l’ora di riprendere le abitudini. Ed è fondamentale essere resilienti e programmare. Ricordando che il cambiamento richiede un adattamento. E governare la fatica della ripresa può essere importante per limitare l’impatto della sindrome da rientro.

I cinque consigli

Ecco cinque semplici indicazioni, da modulare caso per caso, che possono aiutarci.

Il consiglio finale

Siate resilienti. Impariamo a governare la fatica della ripresa, senza subirla. Ogni cambiamento rispetto alla realtà in cui si è vissuto richiede un adattamento. E questo può risultare ancor più significativo se si è stati particolarmente bene e si riprendono abitudini che pesano.

Ma attenzione. Se è vero che ci si può sentire pressati alla ripresa, lo stress, se non diventa cronico, è una risorsa per l’organismo. Quindi bisogna cercare di cogliere gli aspetti positivi del ritorno alle attività di ogni giorno, che significa una miglior organizzazione del lavoro e la scelta delle corrette priorità. Se si fa l’errore di mettere in fila tutti gli impegni uno dopo l’altro si può avere la sensazione che manchi l’aria, ma se invece si riesce a stabilire delle priorità a breve, medio e lungo termine lo stress del rientro può diventare una forza positiva. Ricordiamolo.

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