Ogni giorno nel mondo vengono scattati 93milioni di selfie ma fissare direttamente il sole, anche per pochi secondi in spiaggia o in montagna alla ricerca dell’inquadratura perfetta, può creare un danno fototermico alla retina. Eppure ce ne dimentichiamo. E a volte non proteggiamo abbastanza i nostri occhi, puntando il sole che può danneggiare, anche con l’uso prolungato di smartphone e tablet.
Infatti, lo schermo esposto al sole fa da superficie riflettente come uno specchio ed i raggi dannosi, convergendo sulla macula, la parte più nobile della retina, producono un effetto degenerativo. A ricordarlo sono gli esperti della Società Italiana di Scienze Oftalmologiche (S.I.S.O.). I casi sono rarissimi, tanto che sono stati pubblicati due rapporti su Journal of Medical Case Reports, ma occorre fare attenzione.
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Cos’è la maculopatia solare
I due casi descritti in letteratura sono chiari esempi di maculopatia solare. Di cosa si tratta? Come spiega Scipione Rossi, direttore UOC Ospedale Oftalmologia San Carlo di Nancy di Roma e segretario tesoriere S.I.S.O “è una condizione determinata dall’assorbimento da parte della retina e dell’epitelio pigmentato di una elevata energia radiante che causa inizialmente una sensazione di abbagliamento.
Nei casi più gravi le cellule nervose in pochi giorni possono formare una macchia nera al centro dell’occhio (scotoma). La lesione può essere permanente e causare una riduzione della visione centrale irreversibile perché una volta morte, ovviamente, le cellule non si riproducono. Per questo è opportuno evitare selfie sotto il sole senza specifiche protezioni perché gli occhiali da sole non sono sufficienti a filtrare in modo adeguato le radiazioni luminose. Va anche limitato l’uso prolungato di tablet e smartphone senza indossare occhiali da sole”.
Non solo tablet e smartphone
L’utilizzo improprio dei dispositivi elettronici non è l’unico errore che si tende a fare in estate. In generale anche l’eccessiva esposizione al sole, camminando o stando fermi in spiaggia o in montagna, può comportare rischi per la vista. L’acqua riflette dal 10 al 20% dei raggi UV ma anche in montagna, dove i raggi ultravioletti sono spesso più intensi che in pianura, gli escursionisti, che non indossano occhiali sa sole con filtri adeguati, possono riportare gravi alterazioni della superficie oculare.
“I raggi UV possono danneggiare gli occhi proprio come le scottature solari danneggiano la pelle con rischi spesso ignorati o sottovalutati. Le lesioni oculari da raggi UV, possono essere temporanee o permanenti – ricorda Stanislao Rizzo, direttore Clinica Oculistica Università Cattolica Sacro Cuore di Roma e membro del Consiglio direttivo S.I.S.O. Le lesioni oculari da raggi UV indicano un danno da luce della superficie oculare dovuta all’esposizione eccessiva e non protetta ai raggi ultravioletti, che possono essere amplificate dal riflesso di acqua e altitudine e possono provocare congiuntivite, un’infiammazione della congiuntiva da disidratazione e fotocheratite, una lesione della cornea che si manifesta con estrema sensibilità alla luce e dolore” sottolinea l’esperto.
I danni da raggi UV possono essere confusi con altri fattori irritanti per gli occhi come sabbia e vento. Ecco perché è importante chiarire i sintomi tipici che si manifestano di solito dalle 3 alle 12 ore dopo l’esposizione solare: occhi doloranti e pruriginosi, lacrimosi, arrossati e una vista appannata e non nitida.
“Nella maggior parte dei casi – osserva Rizzo – guariscono dopo due o tre giorni, perché gli strati superficiali della cornea hanno la capacità di rigenerarsi in poco tempo. Ma per determinare l’entità del danno, è necessario farsi visitare da un oculista che potrà prescrivere antinfiammatori in collirio, antibiotici per evitare una sovrainfezione e gel contenente vitamina D. Tuttavia – prosegue – la continua sollecitazione data dai raggi solari può provocare fenomeni di secchezza oculare cronica che comporta arrossamento e assottigliamento del filtro lacrimale, ma può addirittura aumentare il rischio di degenerazione maculare e anche accelerare malattie come la cataratta”.
Le regole per proteggere gli occhi e per cogliere i primi segnali d’allarme
- Gli occhi vanno sempre protetti con occhiali da sole di qualità, dotati di filtri certificati che garantiscano il 100% di protezione anche contro i raggi UVA e UVB, con montatura ampia meglio ancora se a maschera, e con lenti polarizzate in grado di filtrare i raggi riflessi da altre superfici riducendo l’abbagliamento.
- Gli occhiali da sole vanno utilizzati anche all’ombra e con cielo coperto perché i raggi UV passano lo stesso.
- Anche le zone della pelle immediatamente vicine all’occhio vanno coperte con creme solari che facciano da barriera fisica.
- Evitare l’esposizione ai raggi solari, soprattutto d’estate nelle ore centrali della giornata, anche in montagna perché l’altitudine aumenta l’intensità dei raggi UV.
- Massima protezione deve essere garantita ai bambini perché il loro cristallino, fino al 12esimo anno d’età, è più trasparente. E’ quindi importante assicurarsi che indossino, oltre a un buon occhiale da sole, anche un cappellino con visiera.
- Attenzione particolare va posta anche per gli occhi delle persone anziane, tra i soggetti più a rischio visto che l’invecchiamento comporta perdita di gran parte dei processi di riparazione dei tessuti oculari, compresi quelli danneggiati da esposizioni pluridecennali al sole.
- In caso di scottature, rivolgersi il più rapidamente possibile all’oculista per valutare l’entità della lesione ed escludere eventuali conseguenze più gravi.
- Evitare di strofinare gli occhi, anche in caso di bruciore, per non danneggiarli ulteriormente. Rimanere in un luogo buio fino a quando i sintomi non si saranno attenuati.
- Rimuovere immediatamente le lenti a contatto per evitare ulteriori irritazioni.
Non tutti i raggi sono uguali
Secondo gli esperti, per tutti questi motivi bisogna prestare attenzione alle lenti da sole. È fondamentale, a detta degli oculisti, scegliere il potere filtrante in base alle attività che si svolgono e ad eventuali rischi legati alle proprie caratteristiche.
In questo senso, basti pensare alle persone che hanno avuto casi in famiglia di maculopatia della retina (la macula è la parte centrale di questa membrana nervosa) o chi magari svolge lavori all’aria aperta per lungo tempo. Per capire meglio l’importanza di questi accessori, basti ricordare che i raggi solari che influenzano la visione e potrebbero risultare nocivi per gli occhi durante l’estate sono di tre tipi.
I primi sono i raggi ultravioletti, che possono provocare disturbi alla cornea e al cristallino. Questo tipo di radiazioni deve essere bloccato dalle lenti, dal momento che non contribuisce alla visione ma può creare solamente problemi. Poi ci sono i raggi di colore blu, utili per distinguere nitidamente il colore degli oggetti, che sono molto aggressivi per la retina.
Di conseguenza, devono essere schermati parzialmente. Infine esistono i raggi infrarossi, che non sono dannosi per gli occhi ma rappresentano un rischio per le palpebre a causa dell’alto calore che sviluppano. Per tutti questi motivi, proteggersi è un dovere.
L’esposizione al sole senza protezione per gli occhi può dare problemi acuti, come ad esempio arrossamenti, bruciori e sensazioni di avere un corpo estraneo nell’occhio E’ tuttavia fondamentale fare in modo che questi fastidi non compaiano, proteggendo a dovere gli occhi stessi.
Attenzione ai danni acuti
Sicuramente la congiuntivite, in questo senso, è un rischio da non sottovalutare. L’infiammazione di questa membrana, che ricopre le palpebre all’interno, provoca arrossamento, lacrimazione, bruciore. In questi casi bisogna evitare i colliri astringenti. Questi farmaci hanno l’effetto temporaneo di ridurre la lacrimazione e l’arrossamento, ma appena se ne sospende l’uso l’occhio, per reazione, ricomincia a lacrimare e ad arrossarsi.
Meglio invece ricorrere a pomate oftalmiche da applicare all’interno dell’occhio. Ben più seria è la cheratite, infiammazione della cornea, membrana trasparente situata nella parte anteriore della sclera, cioè il “bianco” dell’occhio.
Anche in questo caso, la causa può essere un’infiammazione agli occhi non ben curata, che provoca piccole ulcerazioni alla superficie della cornea. In questo caso c’è un’intensa lacrimazione, bruciore e fotofobia, cioè difficoltà a sopportare la luce.
E’ un disturbo piuttosto doloroso, ma non particolarmente pericoloso anche se va sempre affrontato dallo specialista. Infine un’esposizione esagerata al sole può provocare negli anni la formazione di pterigio: si tratta di una piccola formazione, del tutto benigna, causata dall’ispessimento dei vasi sanguigni della congiuntiva.
Ha una singolare forma triangolare e normalmente parte dal punto interno dell’occhio. Non è doloroso, ma solo antiestetico e si elimina con un piccolo intervento. Sul fronte delle difese, conviene evitare di esporsi al sole nelle ore più calde, quando il sole è allo zenit e i raggi sono più intensi.
Un capello a tesa larga – importantissimo soprattutto per i più piccoli – protegge gli occhi dalla luce diretta e previene i colpi di calore. Venendo agli occhiale, questi dovrebbero avere lenti di buona qualità che proteggono al 100 per 100 dai raggi ultravioletti, sia A sia B.
Esistono diverse categorie di lenti e occorre individuare in base alle condizioni in cui ci si esporrà al sole quelle più indicate per ogni persona. Ad esempio per preservare gli occhi dall’azione del vento e dall’ingresso negli occhi di corpuscoli estranei – situazioni comuni quando si fa trekking nel deserto o sui ghiacciai – è consigliabile scegliere una montatura abbastanza grande e con protezione laterale.
In ultimo, non dimenticate l’importanza dell’idratazione: il gel intraoculare, che si chiama umor vitreo, si disidrata più facilmente. Per questo è importante “dissetare” l`occhio, sia dall’esterno, bevendo regolarmente, sia eventualmente dall’interno.