Soprattutto durante la primavera, la dermatite da prato può risultare spiacevole per chiunque desideri vivere una giornata all’aria aperta. Sdraiarsi su un prato o stendere una tovaglia per fare un pic-nic nel verde sono attività rilassanti, ma è bene prestare attenzione: per alcuni, queste attività possono trasformarsi in una situazione spiacevole, quando, dopo poche ore, sulle zone del corpo entrate in contatto con l’erba, iniziano a comparire fastidiose macchie pruriginose.
Si tratta di una particolare tipologia di dermatite, detta appunto da prato o “dermatite striata pratense”. Può manifestarsi dopo che si è stati a contatto con alcune tipologie di piante e fiori, che rilasciano sostanze capaci di diventare irritanti e tossiche per l’epidermide quando combinate con l’esposizione ai raggi UV del sole. Se si è stati all’aria aperta in mezzo al verde e la pelle inizia a colorarsi e prudere, una delle possibili cause può essere questo particolare tipo di dermatite.
Da cosa è causata, per quanto tempo si manifesta e come si può prevenire?
Indice
Le cause della dermatite da prato
La voglia di stare fuori casa e godersi il contatto con la natura è sempre forte, ma anche il verde può celare qualche piccola insidia, per chi è predisposto a irritazioni e/o allergie. Sono molte le sostanze che vengono rilasciate dalle piante, dai fiori o dall’erba e che diventano potenzialmente rischiose per alcuni soggetti particolarmente sensibili.
Possono, infatti, scatenarsi dermatiti, orticarie o anche vere e proprie allergie a seguito dell’esposizione della pelle ad alcune sostanze di origine vegetale. In particolare, la dermatite da prato è provocata dalla furocumarina, una sostanza presente nell’erba e in alcune specie piante e fiori e capace di scatenare fastidiose irritazioni cutanee.
Le furocumarine sono presenti in quantità differenti in molte tipologie di piante comuni, quindi non è raro imbattersi in questa particolare dermatite dopo una giornata immersi nel verde. Basta sedersi o sdraiarsi su un manto erboso per esserne colpiti: a seguito della pressione esercitata dal corpo sulle piante, infatti, le furocumarine vengono sprigionate e si depositano sulla cute nuda.
Per provocare la dermatite da prato occorre, però, anche l’azione dei raggi ultravioletti. Si tratta, infatti, di una fitofotodermatite nella quale la reazione cutanea si manifesta quando, dopo il contatto con la sostanza tossica, la pelle viene esposta alla luce solare. L’effetto dei raggi ultravioletti del sole attiva queste molecole vegetali, rendendole irritanti per la pelle.
Le piante che possono scatenare dermatiti da prato
Simili reazioni irritative possono essere determinate da molte specie vegetali. Ad esempio:
- le piante appartenenti alla famiglia delle ombrellifere (come la pastinaca sativa, l’heraclem, la daucus carota o l’amnimaius);
- le rutacee (come il limone, l’arancia e il bergamotto);
- le moracee (come il fico);
- le Compositae (come il crisantemo, il cardo selvatico, l’assenzio o la verga d’oro);
- le Alstroemeniaceae (alstroemeria);
- le Liliaceae (ad esempio il tulipano o il giacinto);
- le Amaryllidaceae (come il narciso);
- le Primulaceae (primula obconica).
- le Ranuncolacee, ossia i fiori come il ranuncolo e la peonia;
- il Ficus Carica e la sua linfa.
Piante comuni e tipicamente fototossiche sono anche le carote, il prezzemolo e il sedano. L’esposizione a queste piante potrebbe provocare dermatiti da prato in qualunque soggetto predisposto. In ogni caso, i più a rischio sono i professionisti impegnati nel settore della coltivazione, del florovivaismo, i giardinieri e i decoratori, che hanno contatti costanti e prolungati con il verde.
Attenzione ai pesticidi
Spesso a scatenare una dermatite in seguito al contatto con specifiche piante non è tanto la specie vegetale in sé, bensì i pesticidi utilizzati in agricoltura oppure anche alcuni insetti o piccoli parassiti che si annidano tra le foglie, sui fiori o sui rami delle piante, scatenando irritazioni, eczemi, prurito e pomfi.
I sintomi della dermatite da prato
Le molecole rilasciate dalle piante come quelle sopra menzionate, a contatto con la pelle hanno un’azione infiammatoria, caustica e irritante. Vengono assorbite dalla cute e inducono una reazione dopo qualche ora o anche alla fine della giornata.
Tra i sintomi più evidenti di una dermatite da prato ci sono:
- arrossamento;
- prurito;
- bruciore;
- striature derivanti dallo sfregamento con i fili d’erba;
- macchie cutanee.
La dermatite può comparire potenzialmente in ogni zona del corpo, ma le aree più colpite sono le braccia o le gambe, perché sono quelle che, soprattutto nella bella stagione, più facilmente vengono a contatto con fili d’erba o foglie, fiori e rami, anche solamente camminando, correndo o sedendosi per una sosta nel verde e che risultano esposte direttamente alla luce solare.
Un caso a parte è quello dei bambini, che spesso sono interessati da dermatiti da prato che coinvolgono braccia, gambe, ma anche viso, occhi e mani: infatti, giocando all’aperto spesso i più piccoli toccano fiori e piante, passandosi poi le mani sul viso o sfregandosi gli occhi con le mani, veicolando molecole potenzialmente irritanti. Oltretutto, recidendo gli steli dei fiori o maneggiando a lungo foglie o ramaglie, favoriscono il rilascio delle furocumarine e amplificano la loro diffusione sulla pelle.
Quanto dura un’irritazione tipica della dermatite da prato?
Solitamente le macchie scompaiono dopo circa un mese, ma i sintomi più evidenti si risolvono autonomamente già nel giro di 7/10 giorni, lasciando solo qualche minima traccia sulla cute. Trascorso il periodo di guarigione, la pelle si rigenera completamente e non presenta più alcun segno.
Il rischio di allergia e orticaria
Quando si frequentano prati, zone boschive, vivai o altre zone verdi, occorre stare allerta non solo per evitare la dermatite da prato, ma anche perché molte specie vegetali, soprattutto le loro linfe, possono causare vere e proprie reazioni allergiche. Generalmente non basta il contatto occasionale per imbattersi in questa evenienza, ma è possibile che chi lavora a stretto contatto con piante e fiori sviluppi questo tipo di allergie.
L’allergia da erba si può riconoscere da alcuni sintomi tipici, quali:
- prurito al naso;
- starnuti e congestione nasale;
- lacrimazione abbondante;
- mal di gola;
- tosse;
- episodi di asma.
Tali sintomi vengono manifestati soprattutto dai soggetti con una pelle sensibile e una predisposizione allergica, e possono peggiorare sensibilmente se si viene esposti a pollini o si effettuano tagli e manutenzioni dei manti erbosi, movimentando le sostanze posate tra i fili d’erba.
La sintomatologia della dermatite da prato e quella dell’allergia possono, in parte, sovrapporsi ed è bene rivolgersi a un medico specialista quando i segni dell’irritazione tendono a non regredire spontaneamente. Il dermatologo potrà effettuare una diagnosi precisa e suggerire gli esami da effettuare e i trattamenti più opportuni per risolvere il problema.
Come si diagnostica l’allergia?
Lo specialista dermatologo o allergologo può raccogliere informazioni sulla storia clinica del paziente e sulla sua predisposizione a sviluppare irritazioni e allergie, nonché effettuare un’analisi completa dei sintomi. Inoltre, può prescrivere esami specifici per verificare la presenza di un’allergia, come:
- test ematici (RAST test);
- prick test (SPT) basati su estratti vegetali, per diagnosticare allergie da ipersensibilità immediata (IgE mediate);
- patch test, utilizzando estratti o componenti della pianta sospetta, per approfondire la presenza di allergie di tipo ritardato.
Il dermatologo può, grazie all’esperienza e ai test a sua disposizione, distinguere chiaramente una dermatite da una vera reazione allergica.
Altre complicanze nel contatto con erba e specie vegetali
Venendo a contatto con erba e piante è possibile sviluppare anche l’orticaria da contatto, che può essere di tipo diretto e non immunologica (come nel caso di orticaria da contatto con le ortiche) oppure mediata da meccanismi immunologici e predisposta da un contatto preliminare con gli agenti sensibilizzanti e dalla produzione di specifici anticorpi.
Inoltre, è possibile sviluppare un ampio range di dermatiti da contatto, di tipo irritativo o allergico, anche attraverso il contatto con agenti meccanici (spine o schegge) o agenti chimici. Se le forme di sensibilità sono ritardate, possono comparire eczemi a volte difficili da ricondurre alle specie vegetali con cui si è entrati in contatto, magari in maniera inconsapevole.
Prevenire e curare la dermatite da prato
Come prevenire la dermatite, quando si sta all’aria aperta?
Poter mostrare gambe e braccia in totale tranquillità, senza dover nascondere queste antiestetiche macchie, è molto più semplice di ciò che si possa immaginare.
È sufficiente:
- evitare di sdraiarsi con la pelle nuda su un prato, esponendosi poi al sole, oppure farlo avendo l’accortezza di usare un plaid o un telo da spiaggia;
- un’ottima strategia è anche quella di non toccare piante e fiori che non si conoscono;
- durante i lavori di giardinaggio e cura del verde è bene usare i guanti ed evitare di toccarsi la faccia con le mani sporche, lavandole accuratamente dopo ogni operazione;
- dopo una giornata nel verde è un’eccellente idea anche quella di farsi una doccia con acqua tiepida prima di coricarsi, applicando subito dopo una crema lenitiva, in modo da prevenire la comparsa di irritazioni.
Chi, invece, lavora a stretto contatto con piante e fiori dovrebbe usare sempre i dispositivi di sicurezza individuale previsti dalla sua mansione (come guanti, tute e occhiali protettivi) e monitorare sempre lo stato di benessere della pelle, per cogliere in tempo ogni segnale di stress e intervenire con tempestività.
Cosa fare se, invece, si avvertono già i sintomi della dermatite da prato? È opportuno lavare e rinfrescare la pelle, applicando un panno bagnato con acqua fresca sulla zona irritata. Si può anche considerare l’idea di un bagno con acqua tiepida, se si dispone di una vasca, sciogliendo nell’acqua dell’amido dall’effetto lenitivo, che attenuerà rossori, pruriti e bruciori della cute.
Se si desidera ricorrere a farmaci specifici, è bene farlo sotto consiglio e controllo medico, per evitare automedicazioni che possano peggiorare il proprio stato di salute.