Cacao, mele, frutti di bosco: i flavonoli (anche a basse dosi) aiutano la memoria e sono antistress

I flavonoli migliorano la memoria, la concentrazione, hanno proprietà antiossidanti e antiinfiammatorie: come agiscono sul cervello e dove trovarli

Pubblicato:

Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

La bocca sembra secca, asciutta. A volte quasi ruvida. Se avete provato questa sensazione dopo aver consumato un quadretto di cioccolato extrafondente o più semplicemente una coppa di fragole e mirtilli, sappiate che si tratta di una reazione gustativa del tutto normale. E non deve preoccupare.

Al contrario: la percezione di un sapore “astringente” legato ai flavanoli o flavonoli (quindi a particolari polifenoli) si rivela davvero positiva per questi ed altri alimenti, il cui consumo regolare nell’ambito di una dieta varia risulta associato ad un miglioramento della memoria e delle capacità cognitive, nonché alla protezione dai danni neuronali.

Il tutto, alla faccia della scarsa biodisponibilità: è davvero ridotta la frazione che entra effettivamente nel sangue ed è disponibile per l’organismo dopo l’ingestione. Ma allora, come mai sono così attivi? Ecco lo studio che lo spiega.

Cosa sono i flavonoidi

I flavanoli o flavonoli rappresentano una sottoclasse di flavonoidi, composti polifenolici di origine vegetale, noti per la loro attività antiossidante e presenti nella maggior parte di frutta e verdura. Esempi comuni includono la quercetina e il kaempferolo, che si trovano in alimenti come cipolle, broccoli e frutti di bosco.

Grazie alle loro proprietà antiossidanti e antinfiammatorie, si ritiene che i flavonoli contribuiscano a ridurre il rischio di malattie cardiache e a proteggere il cervello dall’invecchiamento.  I flavonoli sono presenti in molte verdure e frutti, spesso concentrati negli strati esterni, a partire da cipolle, broccoli, cavoli, pomodori per arrivare fino a frutti di bosco (mirtilli, lamponi), mele, uva. Anche il tè e il vino rosso possono contenere polifenoli e quindi flavonoli.

Attività sul sistema nervoso

Un gruppo di studiosi guidato da Yasuyuki Fujii e Naomi Osakabe dello Shibaura Institute of Technology, in Giappone, ha studiato come i flavanoli influenzino il sistema nervoso attraverso la stimolazione sensoriale. Lo studio è apparso su Current Research in Food Science. Ed ha valutato l’ipotesi che il sapore astringente dei flavanoli possa agire come un segnale diretto al cervello.

In pratica, si è partiti dal presupposto che il sapore “astringente” funga da stimolo, trasmettendo segnali direttamente al sistema nervoso centrale. Quindi, correndo attraverso i nervi, la stimolazione dei flavanoli viene trasmessa attraverso i nervi sensoriali per attivare il cervello, inducendo successivamente risposte fisiologiche in periferia attraverso il sistema nervoso simpatico.

L’indagine è stata realizzate in topi con somministrazione di flavanoli a dosi diverse o acqua distillata come placebo. Ai test di comportamento i topi alimentati con flavanoli hanno mostrato una maggiore attività motoria, un comportamento esplorativo e un miglioramento dell’apprendimento e della memoria rispetto ai controlli.

I flavanoli hanno potenziato l’attività dei neurotrasmettitori in diverse regioni cerebrali. La dopamina, la noradrenalina ed un suo metabolita sono risultati elevati nella rete locus coeruleus-noradrenalina subito dopo la somministrazione. Queste sostanze regolano la motivazione, l’attenzione, la risposta allo stress e l’eccitazione.

L’azione antistress

Non solo. L’analisi biochimica ha rivelato livelli urinari più elevati di catecolamine – ormoni rilasciati durante lo stress – quindi con maggior eliminazione di questi composti.

Nel complesso, questi risultati dimostrano che l’assunzione di flavanoli può innescare risposte fisiologiche di ampio respiro simili a quelle indotte dall’esercizio fisico, fungendo da moderato fattore di stress che attiva il sistema nervoso centrale e migliora l’attenzione, l’eccitazione e la memoria.

“Le risposte allo stress provocate dai flavanoli in questo studio sono simili a quelle provocate dall’esercizio fisico. Pertanto, un’assunzione moderata di flavanoli, nonostante la loro scarsa biodisponibilità, può migliorare la salute e la qualità della vita – è il commento di Fuji in una nota”.  Questi risultati hanno potenziali implicazioni nel campo della nutrizione sensoriale. In particolare, è possibile sviluppare alimenti di nuova generazione basati sulle proprietà sensoriali, sugli effetti fisiologici e sulla palatabilità degli alimenti.

Le indicazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a scopo informativo e divulgativo e non intendono in alcun modo sostituire la consulenza medica con figure professionali specializzate. Si raccomanda quindi di rivolgersi al proprio medico curante prima di mettere in pratica qualsiasi indicazione riportata e/o per la prescrizione di terapie personalizzate.

© Italiaonline S.p.A. 2025Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963