Bradicardia: sintomi, cause e come si cura

La bradicardia è una condizione medica in cui la frequenza cardiaca è anormalmente bassa, generalmente inferiore a 60 battiti al minuto

Ivan Shashkin

Laureando in Medicina e Chirurgia

Studente di Medicina appassionato di immunologia ed ematologia con interesse e esperienza in ambito di ricerca.

Nel campo medico si definisce bradicardia una frequenza cardiaca inferiore a 60 battiti al minuto. Il ritmo cardiaco è considerato regolare quando è compreso fra le 60 e le 100 pulsazioni al minuto. Per questo motivo convenzionalmente si parla di bradicardia quando la frequenza cardiaca è al di sotto di 60 pulsazioni o battiti al minuto (bpm).

Questo tipo di condizione può causare, nel soggetto affetto, vertigini o sensazioni soggettive di mancanza d’aria (dispnea). Nelle persone che praticano attività sportiva e negli anziani la bradicardia si manifesta in maniera fisiologica e non rappresenta, generalmente, motivo di preoccupazione. Tuttavia, quando il rallentamento della frequenza cardiaca non consente al cuore di pompare abbastanza sangue nell’organismo, viene considerata una condizione patologica.

Scopri in questo articolo tutto quello che c’è da sapere sulla bradicardia, quali sono i disturbi a cui è più frequentemente correlata, come viene effettuata la diagnosi e come curarla.

Cos’è la bradicardia

Quando il battito cardiaco scende al di sotto dei livelli normali si parla di bradicardia. In una persona adulta è considerato regolare un battito cardiaco compreso fra i 60 e i 100 battiti al minuto. Una frequenza al di sotto di questi valori viene definita bradicardia. Questa può essere classificata in:

Anche i neonati e i bambini molto piccoli, di età inferiore ad un anno, possono soffrire di episodi di bradicardia. In questi casi si parla di bradicardia fetale o neonatale e si manifesta quando la frequenza cardiaca è inferiore a 100 battiti al minuto dato che nei più piccoli la frequenza cardiaca è fisiologicamente più elevata e si aggira attorno ai 110-160 bpm.

Di norma questo tipo di aritmia non è pericolosa e in alcuni soggetti come gli anziani e coloro che praticano sport a livello agonistico può presentarsi in maniera fisiologica. In particolare, le persone che praticano intensa attività fisica sviluppano il cosiddetto “cuore d’atleta”, una serie di modificazioni strutturali e funzionali a livello del sistema cardiovascolare. Questi cambiamenti comprendono, oltre alla succitata bradicardia, il soffio sistolico e toni cardiaci aggiunti all’auscultazione. Questo tipo di anomalie, tuttavia, non rappresentano motivo di preoccupazione e non richiedono alcun trattamento specifico.

La bradicardia può diventare una condizione patologica in alcuni soggetti. A frequenze così basse, infatti, il cuore potrebbe non essere in grado di pompare sangue a sufficienza, causando una riduzione dell’ossigenazione a livello periferico, dando sintomi che talvolta possono rendere complicate anche le più banali attività quotidiane.

Sintomi e cause della bradicardia

Quando il battito cardiaco è troppo lento e il cuore non riesce a fornire una corretta ossigenazione al cervello e agli altri organi, il soggetto può presentare i seguenti sintomi:

È importante ricordare che diverse patologie possono causare questi sintomi e, per questo motivo, è consigliato rivolgersi immediatamente al medico di medicina generale per cercare di capire rapidamente quale sia la causa scatenante ed iniziare subito le cure più adatte al caso.

Esistono diverse condizioni che possono essere causa di una bradicardia patologica e, solitamente, si tratta di patologie che sono in grado di alterare la normale attività elettrica del tessuto di conduzione cardiaco. Tra queste ricordiamo:

Un’altra possibile causa, non legata direttamente all’attività elettrica del cuore, può essere l’abuso di alcune sostanze stupefacenti.

Per quanto riguarda la bradicardia neonatale invece la causa principale sembra legata all’ipossia, cioè una carenza d’ossigeno dovuta alle difficoltà respiratorie del neonato.

Come si diagnostica la bradicardia

Solamente un medico può stabilire se un paziente presenta bradicardia, verificarne le possibili cause e capire quanto è grave la problematica. Allo scopo di confermare o escludere la diagnosi di bradicardia lo specialista può prescrivere uno o più esami diagnostici a seconda del caso in questione. Ecco alcuni esami che potrebbero essere prescritti al paziente per eseguire una corretta diagnosi:

È inoltre possibile che si renda necessario prescrivere al paziente specifici esami del sangue per valutare la presenza di eventuali patologie non legate direttamente all’attività cardiaca come l’ipotiroidismo, la presenza di eventuali infezioni o alterazioni elettrolitiche che possono essere potenzialmente responsabili della comparsa della bradicardia.

Talvolta, per la registrazione degli eventi sporadici, il medico potrebbe prescrivere al paziente l’utilizzo di particolari dispositivi di registrazione che possono controllare l’attività cardiaca anche per mesi. I dispositivi prescritti solitamente per il monitoraggio sono il Loop recorder esterno oppure il Loop recorder impiantabile. Quando il paziente avverte i disturbi tipici che vengono associati a episodi di bradicardia, deve fare preme il tasto di registrazione presente sull’apparecchio, che memorizzerà il segnale elettrocardiografico nel periodo precedente al comando e in quello successivo. In questo modo il medico potrà studiare il ritmo cardiaco durante la comparsa dei disturbi.

Trattamento del paziente bradicardico

Una volta effettuata la diagnosi, la terapia che verrà stabilità dal medico assieme al proprio paziente sarà basata sulla valutazione del tipo di problema che porta all’alterazione dell’attività cardiaca, della gravità dei sintomi e dalla causa che vi è alla base. Nei casi di bradicardia funzionale, ricordiamo, non si rende necessario alcun tipo di intervento dato che, generalmente, questo tipo di aritmia è asintomatica. Quando però si tratta di bradicardia patologica diventa necessario impostare una corretta terapia. Vediamo quali sono i possibili trattamenti, a seconda dei casi.

Cura della malattia responsabile di bradicardia

Se a causare la bradicardia è una malattia non legata direttamente all’attività cardiaca come l’ipotiroidismo o l’apnea ostruttiva del sonno, generalmente basta intervenire sulla patologia per risolvere anche la bradicardia, la prognosi è molto favorevole in questi casi.

Sospensione o sostituzione dei farmaci che causano la bradicardia

Nel caso in cui siano alcuni farmaci assunti dal paziente a causare episodi di bradicardia, il cardiologo, dopo un’attenta analisi, potrebbe sostituirli per migliorare le condizioni del malato. È anche possibile che lo specialista decida di diminuire le dosi dei farmaci in questione. Nei casi in cui ciò non sia possibile al paziente potrebbe essere consigliato l’impianto di uno stimolatore cardiaco. La prognosi è molto meno favorevole nei pazienti in cui la bradicardia è dovuta a gravi anomalie strutturali del cuore o a disturbi del sistema di conduzione intrinseco e l’unica soluzione sarà il pacemaker cardiaco.

Impianto di uno stimolatore cardiaco (pacemaker) permanente

L’intervento chirurgico per impiantare uno stimolatore cardiaco potrebbe rendersi necessario nel caso in cui la condizione di bradicardia sia causata da gravi alterazioni nella trasmissione degli impulsi elettrici del cuore. Una volta effettuato l’intervento, sarà compito del pacemaker generare gli impulsi elettrici necessari a regolare la frequenza cardiaca. Alcuni di questi dispositivi sono anche in grado di registrare informazioni sull’attività cardiaca che saranno utili al cardiologo per controllare il corretto funzionamento del dispositivo.

Trattamento farmacologico d’urgenza

Nei casi in cui il paziente presenti una grave bradicardia comparsa all’improvviso sarà necessario effettuare una cura farmacologica con catecolamine e farmaci simpaticomimetici da somministrare in urgenza all’interno di un ospedale o in un ambulatorio medico.

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