Lui mi ha chiesto di andare a vivere insieme ma io ho dei dubbi

Non ne possiamo più di fare gli innamorati a distanza, è arrivato il momento di convivere. È una scelta emozionante ma di grande responsabilità: va affrontata con amore, ma anche concretezza. Per evitare delusioni

Pubblicato: 14 Marzo 2024 19:02

Marina Mannino

Giornalista esperta di Lifestyle

Io e Francesco siamo insieme da tre anni. Lavoriamo entrambi, io sono receptionist e lui è infermiere. Abbiamo dei posti abbastanza sicuri con stipendi sufficienti ai nostri bisogni ma viviamo ancora con le rispettive famiglie. Ieri sera lui mi ha detto che gli piacerebbe andare a vivere con me. L’occasione sarebbe una piccola casa che si è liberata nel palazzo accanto a quello dei suoi: il proprietario è un loro amico ed è disposto ad affittarcela. Sul momento sono stata super felice di questa possibilità, ora però sono piena di dubbi. Sto facendo la scelta giusta o me ne pentirò?

Valeriy

Andare a convivere è una decisione seria e importante, presa di comune accordo, che ci porta a condividere la vita. Se da un lato questo passo ci elettrizza per la prospettiva di fare un salto di qualità nella relazione con il nostro amato partner, dall’altra ci sconcerta perché capiamo quanto questa decisione sia carica di responsabilità e ci esponga a una serie di problemi pratici che non abbiamo mai affrontato in precedenza. Dobbiamo esserne coscienti per non prendere decisioni avventate, ma poi concediamoci di tuffarci in quest’avventura: se siamo innamorati, non ci serve nient’altro per essere felici. O quasi.

Dunque, se abbiamo scelto la convivenza ci siamo assunti un impegno reciproco, che si basa sul desiderio di condividere la quotidianità, ma anche il progetto di scegliersi definitivamente, sposarsi o fare un figlio. È legittimo essere entusiasti, come lo è essere un po’ dubbiosi.

I PRO: allegria, intimità e intesa totale

Vivere insieme alla persona che amiamo ci dà una scossa di energia e un’overdose di allegria: siamo insieme, finalmente! Condividiamo il bagno, ci abbracciamo appena svegli, ci cuciniamo pietanze che troviamo ottime anche se abbiamo dimenticato il sale. E poi facciamo l’amore quando ci va, senza escogitare sistemi complicati per incontrarci. Giriamo nude per casa, solo con le pantofole dei Minions, e scoppiamo a ridere quando lui ci abbraccia indossando solo le ciabatte di Batman. Ci sentiamo felicissimi. Con l’entusiasmo e la buon volontà riusciamo a padroneggiare tutto e non ci pesa nulla: le faccende di casa, suddivise equamente tra noi, le spese quotidiane, con un occhio alle offerte del super, il condominio, la tessera del bus, la benzina dell’auto, la colazione all’alba, il bucato da stendere, la sabbietta del gatto da pulire. Un’idea furba che ci fa sentire ancora più uniti (e responsabili)? Aprire un conto in banca cointestato, riservato solo alle spese di casa. È stato calcolato che le uscite mensili di una coppia si aggirano intorno ai 2600 euro, che comprendono affitto e costi necessari come acqua, luce, gas e acquisto del cibo, ma non includono i trasporti, le piccole spese mediche, gli imprevisti, lo svago e altri extra.

Stabilire accordi intelligenti

Tutto questo fila liscio perché siamo d’accordo sulla divisione delle spese e della pulizia della casa, ma soprattutto sul venirci incontro a proposito delle rispettive abitudini che vanno “rimodellate” perché ora sono declinate al plurale, nel rispetto dell’altro. In quest’ottica, facciamo attenzione alle piccole cose che sembrano inezie e invece possono portare dei malumori. Qualche esempio? La carta igienica la sostituisce chi la finisce; l’armadio va richiuso dopo che si sono presi gli abiti per la giornata; la decisione su cosa si vede in tv va presa di comune accordo, e così via. Ma per due che si amano davvero, è facilissimo andare d’accordo e godersi anche i rispettivi e sacrosanti spazi di libertà (lei al sushi bar con le amiche di sempre, lui al campo di padel con gli amici del liceo). Il segreto per vivere insieme in serenità è desiderare che l’altro sia felice e non si senta mai costretto a fare nulla che non voglia. Però ci vuole la volontà di venirsi sempre incontro, anche accettando dei compromessi, con coerenza e disponibilità, leggerezza e senso dell’umorismo.

I CONTRO: incomprensioni,  conflitti e delusioni

Vivere con la persona che amiamo può essere fantastico ma anche… spinoso. Dopo un bel po’ di incomprensioni (“Lo sai che non mangio carne e hai comprato gli spiedini?” “E tu sai che stasera c’è il rugby e hai invitato Federica e Guglielmo?”) e litigi per futili motivi (“Non lasciare gli asciugamani in terra!” “E tu non cambiare l’ordine dei libri sul mio comodino!”), la convivenza si fa stressante. Inoltre, il rischio per noi è quello di replicare i ruoli standard della coppia classica, ovvero lei fa le pulizie, la cena, tiene i conti, fa la spesa, si occupa della manutenzione della casa mentre lui si tuffa sul divano a scrollare il cellulare e al massimo carica la lavapiatti. Se questa routine va bene ad entrambi, nulla da eccepire. Ma è una dinamica che può innescare risentimenti e delusione. Per evitare conflitti ingestibili, è meglio parlarsi con chiarezza prima di iniziare la convivenza. Dobbiamo essere d’accordo su chi paga cosa, chi ha il turno di pulizie, chi quello del bucato. Questo esercizio di piccola economia domestica potrebbe esserci utile per evitare scontri e accuse.

I difetti possono rivelarsi insopportabili

Ma le insidie del vivere insieme senza esserne pienamente convinti si celano anche dietro piccoli e in apparenza insignificanti gesti quotidiani. Quelli che ci sembrano difetti, vivendo insieme, potrebbero ingigantirsi e ciò che avevamo amato in lui – come la sua risata sonora, il suo profumo speziato, il suo modo di prenderci sempre un po’ in giro – potrebbe farci saltare i nervi in situazioni di tensione. Potremmo non sentirci più libere di ascoltare Lazza a tutto volume o di videochiamare le amiche a tarda sera. Potremmo scoprire che quello che prima ci sembrava un tenero rumorino del suo sonno è in realtà un russamento da 120 decibel vietati anche in discoteca. E potremmo sentirci intrappolate in una relazione che ci ha tolto i nostri spazi, gli amici, le uscite, i momenti di solitudine o di leggere follie che ci divertivano tanto. Se ci teniamo davvero a vivere con il nostro partner non teniamoci tutto dentro ma parliamo del nostro disagio. È il modo più diretto e onesto per affrontare lo scontento e le incomprensioni e indirizzare la relazione sul binario giusto (se lo vogliamo).

In due si diventa una squadra

Insomma, la convivenza ha tanti “pro” se la viviamo come un’importante esperienza di vita, un modo per metterci alla prova ma anche per testare la nostra relazione e il sentimento che ci unisce. È il passo più logico per due persone che fanno progetti a lungo termine e si “pensano” insieme negli anni. Se si presentano delle difficoltà (com’è naturale che accada) si superano in due, perché siamo una squadra, forte del nostro legame e del nostro amore. E questo vale sia se abbiamo la fede al dito che se conviviamo civilmente. Ma se non siamo abbastanza convinte, la convivenza ha tanti “contro” che dobbiamo considerare seriamente per capire se sia ancora il momento o sia davvero lui la persona giusta per noi. Dunque, prima di prendere una decisione, prendiamoci tutto il tempo necessario per riflettere, sapendo che la nostra felicità ha la priorità su tutto.

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