La banalità del male. Quando per noia tre ragazzine uccisero una suora

Ed è così che è stata uccisa Suor Maria Laura, con un omicidio efferato e disumano premeditato per noia

Pubblicato: 7 Giugno 2021 13:25

Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

Il 6 giugno del 2000 Suor Maria Laura Mainetti, all’anagrafe Teresina Elsa Mainetti, veniva colpita prima con una pietra e poi con 19 coltellate da tre ragazze: dovevano essere 6+6+6 per comporre il numero di Satana, ma per sbaglio gliene diedero una in più. Un omicidio efferato che, nonostante la crudeltà, diede la forza alla donna di perdonare le sue assassine in punto di morte.

Oggi la suora è stata proclamata beata dal cardinale Marcello Semeraro, prefetto della Congregazione delle cause dei Santi, a nome di Papa Francesco. E il piccolo comune di Chiavenna piange di nuovo, di commozione e di dolore per una ferita che non si può dimenticare. Nessuno può farlo, anche se sono passati, ormai, 21 anni.

Perché la morte di Suor Maria Laura Mainetti sconvolse la comunità di Chiavenna e l’Italia intera quando quelle tre ragazze minorenni la scelsero, consapevolmente, come vittima sacrificale di un rituale satanico. La Santa Sede oggi ha riconosciuto che quello della suora, assassinata all’età di 61 anni, è stato un martirio in odium fidei, perché è stata sacrificata al demonio una persona consacrata.

Una vicenda che non si può dimenticare

Il 6 giugno del 2000, una delle tre ragazze telefonò al convento di suor Maria Laura per chiederle aiuto. In quel dialogo, Ambra Gianasso, confessò di essere rimasta incinta a seguito di uno stupro, chiedendo supporto alla suora. Ma quella era soltanto una menzogna per attirare la Maria Laura in una trappola mortale dalla non poteva svincolarsi. Proprio lei, che aveva dedicato tutta la sua vita ai giovani, non esitò un istante, e si recò subito nel luogo dell’appuntamento: il parco delle Marmitte dei Giganti.

Ad attenderla lì, in quel luogo isolato e raramente frequentato di sera, oltre ad Ambra Gianasso, c’erano anche Veronica Pietrobelli e Milena De Giambattista. Le tre minorenni la condussero in un viottolo poco illuminato e la colpirono, prima con una grossa pietra e poi con 19 coltellate. Una in più di quelle previste.

Così suor Maria Laura divenne la vittima di un omicidio premeditato che, prima ancora, era stato pensato per colpire monsignor Ambrogio Balatti, l’allora parroco del Paese. Un uomo dalla corporatura troppo robusta per un omicidio, secondo le assassine, che ripiegarono poi sulla minuta e esile Mainetti.

Durante le indagini le ragazze confessarono di aver commesso l’omicidio nel nome di Satana, e di averlo deciso una sera, davanti a una birra ordinata in un bar, per sfuggire alla noia della vita del paese. Ed è per questo che è morta suor Maria Laura, per noia, per la banalità del male che ha mietuto un’altra vittima innocente.

Che fine hanno fatto le assassine? Le tre ragazze, all’epoca minorenni (16 e 17 anni) hanno conosciuto il carcere ma ora sono libere. Dopo aver scontato la loro pena hanno studiato e sono diventate madri. Le loro esistenze sono profondamente cambiate e la loro vita, oggi, continua in altre città e regioni, lontana da Chiavenna e forse pure dai ricordi.

Teresina Elsa: una vita dedicata agli altri

Ma chi era suor Maria Laura? Nata all’anagrafe come Teresina Elsa Mainetti a Colico il 20 agosto del 1939, la donna ha sempre condotto una vita all’insegna della semplicità. Rimasta orfana di madre a pochi giorni dalla nascita, venne accudita prima da sua sorella Romilda e poi dalla seconda moglie del padre. Della sua istruzione, invece, se ne occupò suor Maria Amelia, amica di famiglia, che la fece studiare a Parma, presso le suore della congregazione delle Figlie della Croce.

Il suo carattere gentile, l’altruismo e la voglia di fare qualcosa di bello per gli altri, l’hanno portata a credere che Dio avesse un progetto ben definito per lei. Così scelse di seguirlo. Nel 1957 disse alla propria famiglia di voler diventare suora e il 22 agosto di quello stesso anno iniziò il postulato presso le Figlie della Croce di Roma cambiando il suo nome in Maria Laura. Nel 1960 professò i voti perpetui a La Puye.

Nella vita, suor Maria Laura, è stata educatrice in diverse scuole elementari: prima a Vasto, poi a Roma, a Parma e infine a Chiavenna dove divenne responsabile della comunità. Si occupava di tutti, bambini, giovani e anziani, e lo faceva con gentilezza e amore insegnando, educando, curando le persone che più avevano bisogno.

Suor Maria Laura è ricordata ancora oggi per quella particolare propensione nei confronti dei giovani che lei stessa considerava la classe più fragile sella società, sicuramente più confusa, disorientata e facilmente influenzabile. Da qui tutto il suo impegno esemplare per aver creduto sempre in loro e per aver dedicato tutta la sua vita a questa missione, la stessa che si è trasformata in una trappola mortale alla quale non ha potuto sottrarsi proprio per quel suo modo di essere e di operare.

Suor Maria Laura Mainetti proclamata beata

Nel giugno del 2021, a distanza di 21 anni dalla tragica morte di suor Maria Laura, Chiavenna piange di nuovo. Questa volta, però, le lacrime sono dovute alla commozione della proclamazione della suora a beata. La cerimonia di beatificazione è avvenuta nello stadio comunale insieme al ricordo di una donna piena di umanità, la cui vita si è spesa per gli altri.

“Lei stessa ha perdonato quelle ragazze. Il suo programma, fede, amore ed entusiasmo, deve essere anche il nostro”, ha detto Papa Bergoglio durante l’Angelus prima di invitare i presenti in piazza San Pietro a fare un applauso per lei. Perché lei ha avuto il coraggio di perdonare e di chiedere, a sua volta, che quello stesso atto fosse perdonato: “Signore, perdonale”, ha detto suor Maria Laura.

Suor Maria è diventata beata come “martire in odio alla Fede”, ha affermato Francesca Consolini, postulatrice della causa di beatificazione, che ha ricordato: “Pochi giorni prima di morire, ignara di tutto, scrisse: “Quando si dà tutto non si dà tutto davvero. Si dà tutto solo nel martirio, che è un dono”. E lei andò a morire per aiutare gli altri.

Ricordare oggi suor Maria Laura Mainetti e vederla sugli altari, commuove. Ma è anche doloroso, perché inevitabilmente si riporta alla mente quella tragedia del 6 giugno e a quell’omicidio mosso dalla noia e dalla banalità che si è trasformato in un atto criminale e disumano che ha devastato la comunità e l’Italia intera.

Fonte: Wikimedia
Suor Maria Laura Mainetti

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