Plastic free July: come rendere la nostra vita senza plastica

Il plastic free July è iniziato: e voi volete prenderle parte?

Pubblicato: 5 Luglio 2022 08:15

Angela Inferrera

Consulente di stile

Consulente d'immagine, fashion editor ed esperta di moda sostenibile.

Spesso si pensa che il fatto di cambiare individualmente le proprie abitudini sia solo retorica vuota e che anche il plastic free July non sia altro che una trovata di marketing per portare la gente a consumare qualcosa. Qualcosa di diverso, magari, ma comunque a consumare. Bene, il plastic free July non è nato con questo scopo: vediamo perché è importante cambiare le nostre abitudini per cambiare qualcosa per le generazioni che verranno.

Plastic free July: cos’è

Si stima che ogni minuto venga scaricato nell’oceano un quantitativo di plastica equivalente al contenuto di un camion. Come ci finisce? Ci finisce perché tutti i rifiuti che non vengono correttamente smaltiti, prima o dopo, arrivano al mare: dai bastoncini dei lecca lecca gettati per strada, ai fustini di detersivo lasciati fuori dagli appositi bidoni. Presto, dicono gli esperti, in mare ci sarà più plastica che pesci. È possibile fare qualcosa per invertire la rotta? Sì e il Plastic Free July ha proprio questo obiettivo.

Si tratta di un movimento nato con il preciso scopo di offrire delle alternative utili all’utilizzo sistematico di plastica in ogni ambito della nostra vita e che arriverebbe anche a sensibilizzare gli enti governativi per mettere in atto una serie di azioni utili e concrete. Sul sito plasticfreejuly.org potete trovare, divisi per sezione, una serie di dritte facili per cambiare le vostre abitudini, suddivise per ambito di interesse: come cominciare, come organizzare un evento, come comportarsi a scuola, al lavoro eccetera.

Plastic free July: non è necessario per forza acquistare qualcosa

Appunto: un comportamento sostenibile è quello che fa sì che acquistiamo il meno possibile, in modo consapevole e ponderato, per non sprecare e per utilizzare quello che davvero ci serve. Ci sono dei settori in cui l’utilizzo di plastica non è sostituibile (penso ad esempio al settore medico): perché non proviamo noi con le nostre scelte quotidiane a cambiare qualcosa? Può trattarsi di abitudini di acquisto o semplicemente di abitudini. Un esempio? Cominciare ad usare la caraffa filtrante al posto dell’acqua imbottigliata è cambiare un’abitudine di acquisto, smettere di usare la cannuccia al bar e non chiederla è cambiare un’abitudine.

Plastic free July: non è vero che le azioni dei singoli non incidono globalmente

Sono dell’idea che le rivoluzioni inizino dal basso. Se in tanti cambiamo abitudini, il mercato deve adeguarsi per forza: se è vero che il mondo dell’industria è regolato dal profitto, allora le aziende dovranno trovare modi di fare profitto che soddisfino le nuove richieste del mercato. Se il mercato smette di comprare un determinato bene o ne comprime la richiesta, l’offerta dovrà adeguarsi.

Provate a pensarci: fino a qualche anno fa, gli shampoo solidi si trovavano solo sul web o nei supermercati biologici o comunque erano prodotti di nicchia. Adesso, con il tam tam sviluppatosi in rete anche grazie all’attivismo dei singoli e alla divulgazione di siti web e testate indipendenti, la richiesta di prodotti solidi è aumentata e si possono trovare anche nei supermercati normali. Magari le referenze non saranno tantissime, ma è un inizio.

Pensate a quali abitudini potete cambiare e fatelo: qui su Dilei.it trovate tanti articoli a tema riduzione della plastica, dei rifiuti e legati ad un consumo più sostenibile, dalla moda alla casa. Un piccolo passo, se fatto da tutti, può fare la differenza!

 

 

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