Movie look addicted: il ritorno del gothic-chic con Beetlejuice 2

Sì, lo stile goth è risorto ed è (ancora una volta) colpa di Jenna Ortega: quali ripercussioni Beetlejuice Beetlejuice ha avuto sulla malinconica quanto macabra moda del periodo

Pubblicato: 3 Ottobre 2024 19:58

Sara Iaccino

Beauty e Fashion Editor

Make-up artist e amante della scrittura, ha lavorato come Beauty e Fashion Editor per vari magazine con l'obiettivo di unire le sue passioni in una sola professione.

Mai autunno è stato più macabro di così, e questa è una condizione già difficile da credere visto il consueto malumore che il puro accettare l’ingresso all’inverno infonde. Non sono solo i toni tipici del paesaggio ad incupirsi, con la rinnovata fretta del buio ed il verde a perdere di linfa ed intensità: una nuova ombra sta calando sul panorama moda attualmente vigente, e sappiamo esattamente a chi dare la colpa. Rea una vecchia conoscenza: Jenna Ortega è tornata sui nostri schermi, questa volta in nuove vesti ma con il medesimo, magnetico fare tenebroso. Il suo ritorno ha coinciso con quello di un grande cult del cinema, in una inedita versione a narrarci un seguito che mai avremmo immaginato: Beetlejuice Beetlejuice è il nome del sequel di Beetlejuice – spiritello porcello, la grottesca commedia del 1988 frutto del genio surrealista di Tim Burton.

Trattasi della seconda collaborazione per i due, iniziata nel 2022 con Mercoledì, l’acclamata serie-tv targata Netflix: già allora era stato sufficiente il carisma della giovane, perfettamente calata nei panni dell’enigmatica primogenita della famiglia Addams, per riportare alla luce lo stile gotico. Ragion per cui la sensazione di star attraversando un lucido déjà vu ora è forte.

Tale mutamento di vibrazioni è invero nell’aria già da tempo, forse celato nell’ombra per pura definizione, ma evidente: un sinistro indizio è stato quello fornitoci da Sabrina Carpenter nell’inatteso videoclip horror ad accompagnare il singolo Taste, dove la stessa Jenna Ortega costituisce una gradita (oscura) presenza nei panni della sanguinaria fidanzata psycho. Lampante, persino, quello trasparso dal gotico reboot di The Crow, contrassegnato da una tanto ipnotica quanto splatter atmosfera.

È stato Beetlejuice 2, ora, a sferrare il colpo di grazia utile a far risorgere in modo definitivo il gothic-chic dalle proprie ceneri, e nel pieno del suo fascino spettrale. La stessa idea di dar forma ad un sequel, a distanza di ben trentacinque anni, la dice lunga. Qualcuno ha già provveduto a ribattezzare tale gradita (ri)apparizione come Beetlejuice-core, riconoscendo nella contemporanea evoluzione del goth alcuni degli elementi cardine dell’estetica burtoniana. Le sue ossute radici, però, sono ben più antiche di così.

Le origini dello stile Goth e la sua nuova chiave di lettura per l’autunno/inverno 2024

Sottocultura del dopoguerra, il goth nasce – nel lontano 1979 – dal bisogno di ribellarsi al sistema, abbracciando il clima d’orrore del tempo. I riferimenti di stile principali sono da ricercare nel punk e nel glam-rock: il goth aggiunge però insito romanticismo al primo, con una vena macabra del tutto addizionale se lo si paragona al secondo. Del punk mantiene l’arditezza, i piercing, i tessuti retati, le borchie e la pelle. Dal glam-rock  invece ruba la teatralità, facendo propri veli e ruches, ampie gonne, busti e corsetti talvolta esasperati in richiamo all’epoca vittoriana ed alla cupa cultura tipica del periodo romantico, con Byron, Shelley e Keats a far da sfondo.

 

Preziosa è anche l’ispirazione tratta dalle grandi icone del mondo della musica, guardando ad elementi accessori quali crocifissi, unghie smaltate di nero, make-up marcato, combat boots e giacche di pelle all’apparenza consunte. In seguito a varie evoluzioni il goth si dirada fino quasi a scomparire, verso la metà della prima decade del nuovo millennio, ma torna ora in nuove vesti. E letteralmente.

 

Indimenticabili le mise sfoggiate dal cast del film presso i più recenti eventi di rilievo, a partire dal look Vivienne Westwood esibito da Monica Bellucci in occasione del Festival del Cinema di Venezia 2024 sino al Simone Rocha indossato da Catherine O’Hara per la première londinese del film.

A quella londinese, invece, è Mariacarla Boscono a spiccare con il suo abito di seta e piume firmato Ann Demeulemeester.

La moda corrente è palesemente ed irrimediabilmente un limpido riflesso di questo affascinante turbamento, influenzata dal mondo dark in toto: regna il total black, ricorrono la pelle nera, il tulle e le piume.

A raccontarcelo sono le passerelle, quelle di grandi nomi quali Simone Rocha, che lo scorso febbraio con l’indimenticabile sfilata intitolata The Wake rievocava i funerali vittoriani come fossero una favola dark, Alexander Mcqeen, Saint Laurent e Givenchy.

Basti pensare, poi, agli eccentrici abiti da sposa di Versace – quelli simbolo dell’indimenticabile show Church of Versace – o, ancora, alle collezioni di Dior e Gucci con protagonisti abiti gotici a mixare bustier ultra sagomati e gonne in vaporoso tulle.

A rimanere impressa nella memoria è stata anche la sfilata di Thom Browne risalente allo scorso febbraio, come degna chiusura della New York Fashion Week: una autentica trasposizione teatrale e surreale – che per ironia della sorte ha avuto luogo il giorno di San Valentino – de Il corvo di Edgar Allan Poe, portata in passerella per presentare la sua collezione autunno-inverno 2024/2025, contrassegnata da smoking a brandelli e corpetti in fantasia trompe l’oeil .

Insomma, le summenzionate ci appaiono tutte come buone ragioni per poter affermare con certezza come una densa nube oscura stia, con una lentezza fatale, avvolgendo il panorama haute couture dei giorni nostri, popolando red carpet e passerelle di creature sì ultraterrene, ma decisamente – e letteralmente – all’ultimo grido.

Il gothic-chic in Beetlejuice Beetlejuice: focus sul look dei personaggi

A circa trent’anni di distanza, Lydia Deetz è tornata a deliziarci a suon di umorismo nero – pesto come la sua visione dell’esistenza – e saggezza. Da adolescente disadattata in lutto per la sua stessa vita, è ora un’adulta fedele alle proprie radici dark (rese manifeste attraverso i sopravvissuti lunghi cappotti, abbinati a stampe scozzesi e capigliatura stravagante) che ha messo al mondo una figlia.

A prestarle il volto è ovviamente Jenna Ortega, sul set Astrid, la quale non risveglierà con assoluta sprovvedutezza il raccapricciante Beetlejuice ma contribuirà- più o meno consapevolmente – a fornire una inedita interpretazione dello stile goth, combinando elementi tradizionali ad accenti giovanili e modaioli. A contribuire grandemente alla narrazione fashion del film anche Catherine O’Hara e Monica Bellucci, fasciate nei loro abiti teatrali.

Fonte: IPA
Monica Bellucci nei panni di Delores sul set di Beetlejuice Beetlejuice

Dietro agli stravaganti costumi sulla scena c’è lo zampino della costumista premio Oscar Colleen Atwood che, in accordo e collaborazione con Tim Burton, si è cimentata nel tentativo di dar vita ad un universo completamente nuovo che potesse al contempo richiamare e rispettare il grande cult.

La Atwood ha sicuramente fatto cenno alle scelte originarie – ed originali – di Aggie Guerard Rodgers, ma conferendo nuova freschezza all’attitudine glam-goth degli abiti in tulle e dei tailleur a righe di gusto punk che comparivano nel primo film. Le scelte sono ricadute su pezzi vintage, riarrangiati per rendere giustizia ad ogni personaggio (con annesse stranezze) secondo silhouette più contemporanee, ma in continua citazione agli anni ‘80.

Fonte: IPA
Jenna Ortega interpreta Astrid sul set di Beetlejuice Beetlejuice

Sono rimaste le emblematiche righe, con l’alto contrasto del bianco e del nero nel caso dello spietato Beetlejuice in persona e con quello minore per il guardaroba di Astrid: nel caso dello storico tuxedo rigato indossato da Michael Keaton nel 1988, la Atwood ha voluto virare verso una rivisitazione più moderna optando per linee inaspettatamente eleganti. È rimasto anche il tulle, ancora vaporoso ed abbonante per Lydia e Delia, ma si sono aggiunti la stampa floreale e qualche tocco di colore supplementare.

Fonte: IPA
Winona Ryder e Michael Keaton in Beetlejuice Beetlejuice

Le tetre circostanze portano ad una sola verità: ci troviamo di fronte ad un revival del gothic-chic in piena regola che, siamo certi, trasformerà l’intero mese di Ottobre in una celebrazione di Halloween senza precedenti.

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