Ester Pantano: “Màkari non è il nuovo Montalbano. Suleima? È prorompente”

Ester Pantano ci racconta la sua Suleima, il rapporto con Claudio Gioè ma non si sbilancia sulla seconda stagione di Màkari. Per il momento

Pubblicato: 29 Marzo 2021 11:41

Federica Cislaghi

Royal e Lifestyle Specialist

Dopo il dottorato in filosofia, decide di fare della scrittura una professione. Si specializza così nel raccontare la cronaca rosa, i vizi e le virtù dei Reali, i segreti del mondo dello spettacolo e della televisione.

Ester Pantano, classe 1990, incanta il pubblico italiano dando il volto alla bellissima Suleima, protagonista della fiction di Rai 1, Màkari, tratta dai romanzi di Gaetano Savatteri, con Claudio Gioè e Domenico Centamore.

Ester Pantano ci ha raccontato dell’esperienza vissuta sul set di Màkari, delle differenze col Commissario Montalbano, della sua Sicilia e della passione per le spezie. E presto la rivedremo nella seconda stagione di Imma Tataranni – Sostituto procuratore.

Ci racconti di Suleima, il personaggio che interpreti in Màkari?
È un personaggio cui sono molto affezionata. Trovo grandi analogie con il suo essere decisa e prorompente e con il suo appoggiarsi alle sue idee e non al suo aspetto fisico. È una donna decisamente dal carattere forte.

Ci puoi anticipare qualche indiscrezione su Suleima e Saverio Lamanna?
Mi sa di no [ride ndr]. Però alla fine della serie la curiosità dei telespettatori è soddisfatta e possono avere tutte le indiscrezioni del caso. L’alternativa è andare a comprare i libri da cui è tratta la fiction, editi da Sellerio.

Conoscevi già i romanzi di Gaetano Savatteri prima di interpretare Màkari?
Non conoscevo nello specifico i racconti di da cui è tratta la serie, ma di Gaetano Savatteri avevo letto I Siciliani, un saggio sulla Sicilia che raccoglie tante piccole storie di personaggi che hanno fatto sì che si formasse un’immaginario, un’idea dell’isola, alcuni sono noti altri meno. Lo consiglio a tutti per far capire quanta storia, colore e sangue c’è dietro di noi.

Come ti sei trovata sul set con Claudio Gioè?
Benissimo, ho avuto un grande esempio di sacrificio e dedizione. Anche perché reggere per quattro mesi ed essere costantemente in scena, trascurando questioni scontate come avere la memoria per imparare tanto testo, non è facile. Infatti non bisogna mai cedere alla stanchezza che comunque arrivava, contando anche che era un set in piena pandemia.

Dunque avrete dovuto seguire dei protocolli anti-contagio?
Assolutamente sì, protocolli ferrei che abbiamo rispettato e ci hanno permesso di concludere la serie senza nemmeno un contagio.

La serie Màkari è stata paragonata al Commissario Montalbano: concordi con l’analogia?
No, non concordo. Ci sono sicuramente delle cose che rendono le due fiction lontane parenti, ad esempio gli scrittori che hanno ideato le due storie sono entrambi siciliani e hanno pubblicato con la Sellerio. Poi la cornice che fa da sfondo, la Sicilia, ma le due storie sono completamente diverse. Possiamo dire che Camilleri ha reinventato un mondo, invece Savetteri ha fatto un lavoro quasi di cronaca nel rendere la quotidianità siciliana coi suoi piccoli drammi quotidiani che vengono trasformati in chiave universale.

A proposito di Montalbano, hai partecipato a un episodio, Una lama di luce, nel 2012 e hai preso parte anche a un’altra fiction di successo che è Imma Tataranni: ci racconti di queste esperienze?
Sono state esperienze molto formative, come quelle che ho fatto recitando ne La mossa del cavallo, tratta da un romanzo storico di Andrea Camilleri, che mi ha permesso di avere rilevanza a livello di ruolo perché sono la protagonista femminile e poi ho potuto studiare la cultura, le tradizioni, le movenze della Sicilia dell’Ottocento, facendo una ricerca attraverso album fotografici, anche della mia famiglia, vedere film come Il Gattopardo, attingere da materiale vario che è sempre prezioso per noi attori. Di Imma Tataranni posso dirti che è stata anche quella una bella esperienza. Adesso stiamo girando la seconda stagione dove ho un ruolo in un cast fisso di grande energia e con colleghi speciali.

Hai sempre voluto fare l’attrice?
Ho iniziato col canto, poi è arrivata la recitazione per avere consapevolezza sul palco. Poi mi sono imbattuta in due ragazzi fantastici che mi hanno consigliato di frequentare il Centro sperimentale di cinematografia. Il giorno dopo ho guardato il bando con mia mamma, mi sono iscritta e così sono andata a Roma dove ho superato più prove e alla fine mi hanno ammessa. Eravamo soltanto sette ragazze e sette ragazzi e da lì è iniziato il mio percorso di studi, durato tre anni. Intanto a Catania avevo già studiato recitazione. Poi è arrivata l’agenzia, i primi lavori e siamo arrivati a oggi.

Oltre alle fiction televisive, hai recitato anche nel film di Paolo Virzì, Notti magiche: è diverso lavorare per il cinema? Dove ti sei trovata meglio?
Credo semplicemente che si tratta di adattarsi a ritmi diversi. Nella serie i tempi sono più serrati e più lunghi, però di positivo è il fatto che con la troupe crei legami famigliari, perché per quasi metà anno vivi insieme al gruppo di colleghi. Si crea una sorta di famiglia circense in continuo spostamento. Per quanto riguarda il film invece forse c’è una possibilità di tempo maggiore, ma più conciso. Ma non ho una preferenza tra cinema e tv, credo che molto dipenda dal regista e dal clima che si viene a creare sul set.

Hai un’attrice preferita cui ti ispiri?
Adoro Frances McDormand e Vanessa Kirby, tra le attrici italiane invece Anna Magnani e Monica Vitti. E poi Irene Papas. Mentre ho una venerazione da sempre per Maria Callas, ma qui parliamo di un altro mondo. Lei per me è un’icona.

Ti vedremo presto in altri progetti?
Ci sono molte cose all’orizzonte, ma ancora devo capire quando sarà il momento. Adesso comunque sto girando Imma Tataranni 2. Sono fortunata perché in questo periodo pandemico il lavoro comunque mi permette di muovermi.

Per quanto riguarda Màkari, ci sarà una seconda stagione?
Non so dirti perché quello che ci motiverà per una seconda stagione saranno i buoni risultati di ascolto. Quindi dobbiamo vedere come si concluderà la prima.

Siete comunque già a buon punto?
Come dico sempre, non bisogna esultare prima del gol [ride ndr].

Hai un profilo Instagram seguitissimo: come ti rapporti coi social e cosa vuoi comunicare?
Vorrei comunicare la quotidianità e quello che mi cattura lo sguardo, lo sguardo su ciò che per me è bello, mi fa felice e nutre la mia giornata, come per esempio la poesia.

La letteratura è una tua passione?

E la cucina, in particolare quella siciliana?
Anche quella è una mia passione, ma non solo la cucina siciliana che è buonissima. Amo tutte le specialità locali. Infatti, adesso che vado a Matera, avrò la possibilità di mangiare le cicorie, i cardoncelli, la passatina di fave che sono gustosissime e si sposano col mio orientarmi verso la cucina vegetariana e i piatti poveri che sono tipici della tradizione italiana. E poi amo le spezie, zenzero, cannella, curcuma, ne sono ghiotta.

Fonte: Ansa
Ester Pantano e Claudio Gioè in Màkari

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