Olmaria, dove si trova e come coltivarla

L'olmaria è una pianta erbacea coltivata soprattutto per scopi medicinali: scopriamo come piantarla e quali sono le condizioni migliori per farla crescere

Pubblicato: 14 Maggio 2024 23:11

Giulia Sbaffi

Web Content Editor

Appassionata di belle storie e di viaggi, scrive da quando ne ha memoria. Quando non è in giro o al pc, riempie di coccole i suoi amati gatti.

Conoscete l’olmaria? Si tratta di una pianta erbacea dalla caratteristica infiorescenza bianca dal buonissimo odore: utilizzata sin dal passato per scopi medicinali, è un ottimo rimedio per diversi problemi di salute e viene ancora oggi impiegata in fitoterapia. Fiorisce a partire dall’inizio dell’estate e non è difficile trovarla nei luoghi in cui il clima le permette di crescere spontaneamente, anche in Italia. Ma la si può anche coltivare, perché non necessita di particolari attenzioni: scopriamo come fare.

Olmaria, le caratteristiche della pianta

L’olmaria (Filipendula ulmaria) è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle rosacee, che include molte delle più comuni piante da frutto come il melo, il pero, il ciliegio, il pesco e l’albicocco – oltre ovviamente a varietà floreali come la rosa e il biancospino. Originaria dell’Europa e dell’Asia, cresce bene nel nostro clima temperato: avendo un grande fabbisogno d’acqua e un habitat prevalentemente umido, la si può trovare spontanea lungo le rive di paludi, ruscelli e fiumi. Forse l’avete sentita chiamare con un altro nome, visto che è nota anche come spirea o filipandula. Olmaria deriva invece da olmo, dal momento che le due piante hanno foglie molto simili.

Questa pianta erbacea può crescere solitamente fino a 1 metro e mezzo di altezza, con fusti ben eretti e venati di rosso, che si ramificano solamente nella loro parte finale. Le foglie sono abbastanza grandi, soprattutto se situate in basso (possono raggiungere i 50 cm di lunghezza), mentre diventano via via più piccole salendo lungo il fusto. I fiori sono riuniti in una pannocchia ben ramificata e hanno un bellissimo colore bianco-crema: sbocciano durante il periodo estivo e sono particolarmente graditi dalle api. Il loro odore è buonissimo, dai sentori di miele e vaniglia.

A cosa serve l’olmaria

L’olmaria è una pianta coltivata principalmente per uso fitoterapico: le sue sommità fiorite vengono utilizzate, ormai da moltissimo tempo, per risolvere alcuni piccoli disturbi di salute. Questa pianta contiene infatti oli essenziali, glucosidi flavonici e vitamina C, tutte sostanze preziose per il benessere del corpo. Grazie ai derivati salicilici e ai flavonoidi, possiede proprietà antinfiammatorie e antireumatiche: viene così usata per alleviare i dolori reumatici e per sfiammare l’organismo. Inoltre è astringente, depurativa e antispasmodica.

L’infuso di olmaria ha un effetto diuretico, diaforetico e antipiretico, utilizzato per curare gli stati febbrili e influenzali. In quanto antidolorifico, invece, è utile contro la cefalea e per il mal di denti. Infine, pare avere anche un’efficacia antigottosa e, secondo la medicina tradizionale, sarebbe un vero toccasana per il raffreddore. Insomma, l’olmaria è perfetta per i classici malanni di stagione e per alleviare il dolore, oltre che per combattere l’infiammazione e per depurare l’organismo dalle tossine e dalle sostanze di scarto.

Come piantare l’olmaria

Viste le sue notevoli proprietà, potreste essere interessati a coltivare l’olmaria nel vostro giardino o in balcone. È davvero semplicissimo, perché questa pianta non richiede cure particolari. Innanzitutto, scegliete la terra adatta: l’ideale è un terriccio sciolto e ben drenato, nonché ricco di sostanze nutritive – meglio dunque aggiungere del compost sul fondo, così da migliorare l’apporto che fornirà alle radici. Potete piantare i semi appena sotto uno strato di terra o acquistare una piantina già cresciuta e metterla a dimora nel giardino o in vaso. Il periodo migliore per farlo è la primavera, da marzo a maggio.

Poiché l’olmaria cresce in cespugli, dovrete lasciare circa 40 cm tra una pianta e l’altra per fornire ad ognuna di essa il giusto spazio per svilupparsi. Il clima ideale per la coltivazione è quello temperato: la pianta tollera temperature comprese tra i 10° e i 18°C circa. Inoltre ha bisogno di molta luce solare per crescere, quindi dovrete esporla in pieno sole o al massimo in un luogo in cui sia a mezz’ombra per non più di mezza giornata. Una volta piantata, l’olmaria deve essere abbondantemente innaffiata e concimata per far sì che sviluppi il suo apparato radicale.

Come coltivare l’olmaria

E ora vediamo alcuni consigli utili per coltivare l’olmaria. Iniziamo dall’irrigazione: la pianta ha bisogno di abbondanti quantità d’acqua, almeno nel primo periodo dopo la messa a dimora. Provvedete dunque con frequenza durante la sua stagione di crescita, controllando che il terreno non sia mai completamente asciutto. Una volta ambientata, l’olmaria può sopravvivere anche a brevi periodi di siccità, ma è meglio non farle mai mancare il giusto apporto idrico. In estate può essere annaffiata anche quotidianamente, mentre le irrigazioni vanno ridotte progressivamente durante l’autunno e l’inverno. Inoltre, è sempre bene fare attenzione ad evitare i ristagni d’acqua che potrebbero provocare marciumi radicali.

Per quanto riguarda la concimazione, bisogna distinguere tra le piante coltivate in giardino e quelle coltivate in vaso. Se messa a dimora in piena terra l’olmaria può essere fertilizzata (meglio se con prodotti di origine organica), a partire dalla fine dell’inverno o all’inizio della primavera. Se invece è piantata in vaso, va bene attendere la primavera o addirittura l’arrivo dell’estate. In questo caso, è preferibile usare un fertilizzante liquido da diluire una volta ogni due settimane nell’acqua dell’irrigazione, per favorire la crescita della pianta nel periodo del suo maggior sviluppo.

Infine, la potatura: l’olmaria non richiede interventi particolarmente drastici, ma alcuni tagli sono fondamentali per farla crescere al meglio. Alla fine della fioritura, potete rimuovere i rami secchi e quelli che hanno fiorito maggiormente, per fare spazio alla nuova vegetazione. Mentre alla fine dell’inverno – o quando iniziano a comparire le nuove foglie – potete procedere con la potatura di ringiovanimento: quest’ultima consiste nell’eliminazione di parte dei rami più vecchi, per far sì che la pianta produca nuovi germogli. In ogni periodo dell’anno, infine, controllate che non ci siano foglie e rami secchi, che possono togliere aria, acqua e sostanze nutritive alle parti vitali della pianta. Potete anche tagliare i rami che fuoriescono dalla forma dell’arbusto, per darle un portamento più elegante e curato.

Una volta fiorita, la pianta è pronta per offrire i suoi fiori: la raccolta delle sommità fiorite può avvenire tra giugno e agosto, semplicemente tagliando il fusto circa 20 cm al di sotto dell’infiorescenza. I fiori vanno riuniti in mazzetti e asciugati all’ombra, in un luogo ben areato. Quindi possono essere conservati in vasi di vetro. Il rizoma viene invece raccolto tra settembre e ottobre, scavando la terra che lo protegge. Dopo averlo lavato, potete tagliarlo in pezzi più piccoli e lasciato ad essiccare al sole. Lo si conserva in un sacchetto di carta, che lo protegge dall’umidità.

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963