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Cos’è
La ritenzione idrica è una condizione comune soprattutto tra le donne. È data da un eccesso di liquido che si accumula e viene trattenuto negli spazi tra una cellula e l’altra, conseguenza di un rallentamento del microcircolo e della circolazione linfatica.
Quando infatti il flusso sanguigno e quello linfatico non lavorano in modo efficiente, le scorie metaboliche prodotte dalle cellule non vengono rimosse in modo veloce ed efficace. Di conseguenza, restano all’interno delle cellule per poi fuoriuscire e riversarsi negli spazi extracellulari causando edema.
Generalmente le zone del corpo più colpite sono piedi e caviglie, gambe, cosce e glutei, ma l’accumulo di liquidi può riguardare anche altre aree tra cui l’addome. Tra i sintomi della ritenzione idrica troviamo proprio il gonfiore agli arti inferiori che può essere percepito visivamente o solo come sensazione e misurabile attraverso la bilancia, che segnerà qualche chilo in più dovuto all’accumulo di liquidi.
L’edema può poi peggiorare in alcune situazioni, ad esempio dopo una giornata trascorsa in piedi o durante i periodi più caldi dell’anno. Ad aggravare il problema sono anche la sedentarietà e tutti i comportamenti e le abitudini che ostacolano la circolazione.
Nel tempo, la ritenzione idrica può portare a uno stato infiammatorio e alla conseguente comparsa della cellulite, una condizione riconoscibile da avvallamenti visibili quando i tessuti sono a riposo.
Cosa fare
Vediamo come affrontare il problema della ritenzione idrica per sgonfiarsi e prevenire la comparsa della cellulite.
Alimentazione
Le buone abitudini a tavola si riflettono in un maggior benessere e in un aspetto migliore. La dieta ideale dovrebbe includere almeno cinque porzioni di verdura e frutta al giorno, oltre a cereali integrali, legumi, frutta secca e a guscio e semi. In questo modo l’organismo avrà a disposizione vitamine, minerali, acidi grassi essenziali, acqua, fibre e altre sostanze fondamentali per le proprie funzioni con un miglioramento anche di circolazione sanguigna e linfatica.
In caso di ritenzione idrica è inoltre importante limitare il più possibile l’apporto di sodio, che porta a trattenere acqua. Attenzione non solo al sale aggiunto durante la preparazione dei pasti e dopo la cottura, ma anche a quello “nascosto” negli alimenti confezionati e trasformati come patatine, frutta secca e snack salati, pane in cassetta, conserve, salumi e insaccati, pesce e carne conservate. Chi soffre di ritenzione idrica potrebbe trovare grande giovamento da una dieta iposodica o eliminando completamente il sale per due o tre giorni a settimana.
Esercizio fisico
L’attività fisica riattiva la circolazione e aiuta ad avere gambe leggere. In caso di ritenzione idrica va benissimo camminare a ritmo sostenuto per almeno trenta minuti, anche tutti i giorni, così come ballare ed eseguire esercizi di tonificazione con le gambe sollevate. Il movimento può anche favorire la perdita di peso, con ulteriori benefici sulla circolazione poiché il tessuto adiposo in eccesso, “premendo” sui vasi, ostacola il flusso ematico e quello linfatico.
Postura
L’appoggio del piede è determinante per il funzionamento di microcircolo e circolazione linfatica. Se il piede non poggia in modo corretto, infatti, a risentirne non è solo l’apparato muscolo scheletrico, ma anche la fitta rete di vasi sanguigni e deputati al trasporto della linfa che percorre tutto il nostro corpo. Per verificare l’appoggio del piede a volte è sufficiente controllare quale parte della suola delle scarpe appare maggiormente consumata. Se si notano difformità, meglio rivolgersi a un podologo per correggere il problema.
Scarpe e indumenti
Il tipo di scarpe che si utilizzano durante l’attività fisica o la vita di tutti i giorni influenza ovviamente la postura e, di conseguenza, microcircolo e flusso linfatico. Scegliere calzature comode e adatte al proprio piede (eventualmente ricorrendo a calzature ortopediche o solette in caso di problemi di postura) ed evitare di indossare a lungo i tacchi può fare la differenza in caso di ritenzione idrica. La stessa cosa vale per l’abbigliamento: leggings o skinny molto aderenti esercitano una pressione sulle gambe, ostacolando la circolazione e peggiorando il gonfiore.
Rimedi naturali
Di seguito, i rimedi naturali più efficaci per riattivare la circolazione, drenare i liquidi e combattere la ritenzione idrica.
Erbe drenanti
Un aiuto contro la ritenzione idrica può arrivare da rimedi naturali che contribuiscono a favorire la circolazione agendo sul trofismo dei vasi sanguigni o che stimolano la diuresi e il drenaggio dei liquidi accumulati. Tra le piante più utilizzate per contrastare la ritenzione idrica troviamo:
- edera
- betulla
- centella asiatica
- mirtilli
- lamponi
- peduncoli di ciliegia
- fagiolo
- equiseto
- ortosiphon
- ginepro
- pilosella
- frassino
Rivolgendosi all’erborista di fiducia è possibile trovare il rimedio più indicato per sé e la forma migliore di somministrazione tra tisane, tinture o altri preparati come capsule o compresse.
Fanghi
Oltre che assunte per via orale, le piante che abbiamo appena visto possono essere utilizzate per preparare fanghi contro la ritenzione e creme da massaggio. I fanghi possono essere preparati anche in casa, in modo semplice: dopo aver preparato un infuso concentrato con una o più erbe sopraindicate, lo si aggiunge ad argilla verde ventilata fino a ottenere un composto denso e privo di grumi. L’impacco va poi applicato su gambe, cosce, glutei per circa trenta minuti. Il trattamento può essere ripetuto da due a quattro volte a settimana.
Bagni e pediluvi
Il pediluvio e i bagni caldi sono forse il metodo più semplice per aiutare a sgonfiare gambe e addome. Contro la ritenzione idrica è sufficiente unire circa cinque gocce di olio essenziale di ginepro per ogni cucchiaio di sali del Mar Morto e aggiungere il tutto nell’acqua calda. Per il pediluvio ne bastano uno o due cucchiai, mentre per il bagno occorreranno dai 300 grammi di sale in su, a seconda delle dimensioni della vasca. Pediluvi e bagni possono essere effettuati da due a quattro volte a settimana, rimanendo in immersione per almeno trenta minuti.