Se ci si trova in quel momento della vita in cui si ha bisogno di un confronto con uno specialista ma le giornate sono piene e non si riesce a conciliare famiglia, attività sportiva e questa nuova esigenza… ecco la soluzione adatta.
Si chiama “Dynamic running therapy” (DRT) ed è una nuova forma di psicoterapia importata direttamente da Londra e che coniuga fitness e meditazione con l’obiettivo di coniugare mente e corpo. Ultimamente si è diffusa in tutto il mondo ed è arrivata anche nella nostra Penisola dove ha riscosso grande successo.
Rispetto alla staticità di un incontro fra le pareti di uno studio, questo metodo prevede di correre o camminare fianco a fianco con il terapeuta. Fare sport permette infatti di sfogare le tensioni quotidiane e di affrontare con una carica diversa tutti gli impegni.
È anche un ottimo modo per superare l’imbarazzo di trovarsi nel silenzio di una stanza e sentire il peso dei propri problemi ovviando con un approccio sì alternativo ma anche innovativo e che permette di sentirsi subito a proprio agio immersi nella natura e con piccole distrazioni che permettono di alleggerire l’atmosfera e riuscendo così ad aprirsi in maniera ottimale e più veloce con la persona che accompagna in questa nuova esperienza.
Indice
Come si svolge la Dynamic running therapy
La Dynamic running therapy collega il movimento con la tradizionale terapia basata sulla conversazione. Permette di sostituire l’atmosfera spesso impersonale dello studio che ben volentieri mette in soggezione la persona, con l’ambiente esterno ricco di stimoli, cambiamenti e possibilità. Paziente e terapeuta corrono fianco a fianco (o anche solo camminano) condividendo ogni passo e obiettivo raggiunto sia fisico che psicologico. Questo permette anche di entrare più velocemente in empatia con il terapeuta e di considerarlo più un compagno di viaggio rispetto a un ruolo più formale e che spesso e volentieri mette in imbarazzo portando anche a una normale difficoltà ad aprirsi.
Come anticipato, in accordo con il terapeuta, si può scegliere di correre, camminare o stare anche fermi. La decisione viene presa in base a come ci si sente e in base al proprio stato di allenamento. Nessuna pressione quindi ma solo la voglia e la volontà di affrontare un percorso sia fisico che metaforico per un rinnovato benessere psico-fisico. Sarà comunque una occasione unica e alternativa per parlare con il terapeuta delle proprie difficoltà, scelte, abitudini combinando movimento, respirazione e parole. Non è un allenamento sportivo ma una occasione per farsi accompagnare nella scoperta del proprio corpo e nell’affrontare insieme a un professionista la soluzione dei problemi che ci si porta dentro.
Il terapista non è ovviamente un personal trainer e infatti lo sport rappresenta solo un mezzo per arrivare a un contatto più profondo con il proprio sé e aumentare quindi la connessione con se stessi. Anche il fatto che il terapista sia allo stesso livello del “paziente” può essere un ottimo modo per non sentirsi giudicati e per affrontare effettivamente il percorso insieme. La DRT, infatti, combinando “terapia con le parole” al movimento, permette di mettere in moto tutte le parti del sistema umano: mente, corpo e spirito e rappresenta una terapia fisico-mentale olistica che considera il corpo e la mente con un unicum e, proprio per questo motivo, viene considerata una psicoterapia integrata in quanto ogni componente equilibra l’altra e il risultato sarà un senso di crescita personale globale.
Quale è lo scopo della DRT?
La DRT permette di ricevere più stimoli dall’esterno, partendo proprio dallo stare all’aria aperta e a contatto con la natura, la luce del sole, al vociare dei bambini. Questo si unisce poi ai benefici e agli effetti positivi del praticare uno sport o anche solo a un po’ di movimento che permettono una maggiore apertura verso il terapista e ad approcciare con una diversa apertura mentale un lavoro su di sé.
I miglioramenti in ambito sportivo sono misurabili e si può quindi verificare un raggiungimento degli obiettivi che ci si è prefissati portando a un effetto positivo tangibile sull’autostima della persona che sarà sempre più invogliata a migliorarsi e ad alzare l’asticella. Rappresenta anche un ottimo modo per porsi degli obiettivi e gioire dei successi ottenuti. Questo partendo dall’approccio fisico per poi arrivare a quello psichico che, si sa, sono due aspetti che vanno di pari passo.
Muoversi stimola la concentrazione e, soprattutto, aiuta a sciogliere quei nodi emotivi che generano nella persona malessere. Sentendosi maggiormente a proprio agio, si riesce a individuare quelle preoccupazioni – di tipo professionale o legate alla propria vita privata – che soffocano e che si fa fatica a gestire. E si è maggiormente aperti nel comunicarle allo psicologo che ci accompagna in questo percorso, fisico e interiore. La produzione delle endorfine, poi, ha un effetto immediato sull’umore.
La storia della dynamic running therapy
Nata a Londra qualche anno fa, la DRT è stata inventata dallo psicoterapeuta William Pullen, della British Association for Counselling and Psychotherapy, che ha messo a punto un nuovo approccio alla terapia e al lavoro con e sul paziente sfruttando il gran numero di parchi che sono presenti in questa grande città e che permettono di affrontare passeggiate e corse immersi nel verde pur non allontanandosi dalla città o ricercare un posto diverso. Questo gli ha fruttato il soprannome di “terapista di corsa” da parte della stampa britannica e difatti si fa ritrarre mentre corre accanto ai suoi pazienti e ai curiosi che vogliono imparare il suo particolare modo di affrontare la terapia. In realtà, già nell’Antica Grecia, i filosofi e i pensatori erano soliti passeggiare durante le loro riflessioni o lezioni e quindi questo approccio è solo una diversa contestualizzazione nonché innovazione di qualcosa che già era stato capito e portato avanti partendo proprio dal presupposto che il movimento stimola la concentrazione e la riflessione.
Il metodo di Pullen è spiegato dettagliatamente nel libro “Run for your life”, che è diventato un best-seller in Inghilterra e da poco è arrivato in Italia col titolo “Il metodo rivoluzionario per correre e meditare. Come affrontare la vita senza stress e vivere felici” e che può essere acquistato online o in libreria per approfondire e capire se effettivamente può essere una tecnica che fa al caso vostro.
Anche se è comunque vero che provare sulla propria pelle questa esperienza è completamente differente dal leggere come funziona perché’ quello che fa la differenza è proprio l’approccio alla terapia e alla gestione delle emozioni che sono più vivide una volta che si entra completamente nell’esperienza.
Che sia una corsa o una semplice passeggiata, vuole essere il nuovo elisir della consapevolezza delle proprie capacità e delle proprie risorse, tesa alla chiarezza mentale ed emotiva. Passo dopo passo, magicamente, aumenteranno le forze, il passo si farà sicuro e svaniranno dubbi e insicurezze. Pullen suggerisce di essere pazienti anche se si fatica o si entra in conflitto con le proprie emozioni. È sufficiente provare a distaccarsi mentalmente e attendere i miglioramenti che, con il tempo, sicuramente arriveranno.
Come praticarla
Il primo passo è imparare a eseguire una corretta respirazione. Un aspetto troppo spesso trascurato ma fondamentale perché aumenta la capacità generale di concentrarsi su di sé e sulle proprie sensazioni. Aumenta la capacità generale di concentrarsi su di sé e sul qui e ora, sul focalizzarsi sulle sensazioni, isolandole dagli altri sintomi. Si tratta di una respirazione profonda, circolare.
Fatto questo, ognuno sceglie di seguire il ritmo più adeguato alle proprie esigenze. Si può decidere di passeggiare lentamente così come di correre.
Combinando parole e movimento, la DRT aziona tutte le componenti del sistema umano: mente, corpo e spirito. Socializzare, stare all’aria aperta e a contatto con la natura, è importantissimo per superare uno stato di crisi.
Nel suo libro, Pullen spiega come affrontare questo nuovo approccio. Innanzitutto, bisogna scegliere un percorso già noto e che sia familiare. Evitare dunque di portare mappe da consultare per capire direzioni e distanze. In ogni sessione, bisognerebbe aggiungere uno o due minuti in più e si può iniziare anche solo camminando al proprio passo e incrementare un po’ alla volta fino ad arrivare alla corsa.
Per cominciare, l’autore consiglia 6 semplici esercizi da applicare:
- Trovare il proprio passo più comodo che può ance variare di volta in volta.
- Osservare intorno la situazione metereologica, colori, odori e forme
- Correre con consapevolezza
- Concentrarsi su se stessi scegliendo il piede con cui cominciare e contare 10 passi e ripetere continuando in questo modo. Si può anche contare il respiro, ponendo attenzione sulla sensazione di riempire e svuotare i polmoni.
- Se si hanno pensieri che invadono la mente bisogna prenderne atto e lasciarli andare. Se ritornano, ripete l’operazione di lasciarli andare. Non bisogna abbattersi perché, per prendere consapevolezza, ci vuole tempo.
- Nel momento in cui si ha la sensazione che il mondo attorno scompare e ci si sente soli col il proprio passo significa che si è entrati nel flusso e si è sulla strada giusta.
A chi è indicata
La DRT non essendo una vera e propria attività fisica con gare, tempi e obiettivi, non occorre essere forti né già allenati per praticarla.
Questa terapia è adatta a tutti, ma è particolarmente consigliabile per persone che soffrono di depressione, ansia, stress, dipendenze o anche solo un malessere generale perché spinge a non rimanere chiusi e isolati dal mondo, condividendo le proprie problematiche con qualcuno di cui si ha piena fiducia. Aiuta ad aprirsi, sfogarsi, di avere un punto di vista differente da cui guardare le problematiche. Si basa appunto sull’idea che una passeggiata all’aria aperta possa facilitare i pensieri o una conversazione. Per ci soffre di ansia e depressione rappresenta anche un ottimo modo per socializzare, a uscire di casa e non isolarsi.
Affrontare una attività sportiva “guidati” da un terapeuta permette anche di prendere affinità con l’abitudine a stare all’aria aperta, a fare movimento, il tutto socializzando.
È comunque indubbio che, vista la sua peculiarità, è una attività particolarmente apprezzata da persone con una mentalità più aperta, che non si vergognano a chiedere aiuto a uno specialista e a farlo alla luce del sole, letteralmente. Per agevolare però questo approccio, il terapista non indossa nessun camice o cartellino e diventa un vero e proprio compagno di attività.
È quindi l’ideale per chi vuole prendersi cura di sé, migliorando la propria condizione psicologica.
La DRT permette di occuparsi contemporaneamente del proprio fisico e della mente ma in maniera più leggera e spensierata.
E per le future mamme o neomamme?
Durante il periodo della gravidanza, correre è soggettivo, soprattutto perché in questo delicato periodo gli ormoni la fanno da padrona. Lo sport in gravidanza rappresenta però anche un modo per smuovere gli ormoni in maniera positiva. Si può ovviamente optare per una camminata o passeggiata e la terapia correlata può essere un valido supporto per affrontare tutti i dubbi incombenti e che non mancano mai in questo periodo.
Per il dopo parto, invece, è un ottimo modo per colmare quello scompenso provocato dagli ormoni e che può portare a una sensazione di vuoto e che spesso può portare alla classica depressione post-parto.
Dopo il puerperio, invece, praticare regolarmente sport offre un benessere al corpo, oltre a creare stimoli positivi che portano anche a adottare una alimentazione corretta e la salute psico-emotiva. La DRT è un modo alternativo ma utile per unire la voglia di ritrovare la propria forma fisica, del tempo per se stesse, staccandosi dall’essere solamente una mamma, con tutte le problematiche connesse.
La DRT per le mamme, si può fare anche in gruppo, sfruttando le stesse emozioni, sensazioni, dubbi, paure, proprio come succede durante i gruppi di ascolto. Condividere rappresenta un ottimo modo per fare terapia e condividere con chi è nella stessa situazione e confrontarsi. Ovviamente in questa opzione non vengono affrontate tematiche specifiche delle persone ma si lavora su uno stato comune, sempre partendo dall’importanza di una respirazione adeguata.