Romina Power non ci sta. In un post su Instagram, l’iconica cantante ha preso di mira un video circolato su Facebook che, a suo dire, diffonderebbe “rivelazioni false e tendenziose” sulla figlia Ylenia Carrisi, scomparsa trent’anni fa. E le sue parole sono come frecce scagliate con precisione. “Trovo spregevole che si parli di Ylenia attribuendole connotati che non possedeva,” ha scritto. “Mi riservo tutte le opportune azioni legali volte a tutelare l’onore e la dignità di mia figlia lesi dalla divulgazione del video in questione.”
Un attacco senza mezzi termini, quello di Romina, che punta il dito non solo contro chi ha creato il video, ma anche contro chi ha contribuito alla diffusione di menzogne attraverso commenti velenosi: “Chi lo ha creato si deve solo vergognare, così come si devono vergognare in tanti dei commenti intrisi di ignoranza e cattiveria.”
Il video spagnolo che scatena la rabbia di Romina Power
Ma qual è il video incriminato? Cercando su Facebook, abbiamo trovato un video tratto da uno spezzone di un talk show spagnolo, Y ahora Sonsoles, in cui si parla di una presunta pista riguardante Ylenia Carrisi. Durante la trasmissione si discute di un’indagine condotta da un ex poliziotto della Florida, che avrebbe scoperto una donna con caratteristiche fisiche simili a quelle di Ylenia, ritrovata in condizioni di estremo degrado in un edificio abbandonato a New Orleans. Si mormora, nel video, anche di un possibile test del dna per confermare l’identità della donna.
Peccato che, secondo fonti della polizia locale, non esista alcun fascicolo o investigazione in corso che riguardi il caso Carrisi. In altre parole, l’ennesima montatura? Romina Power non ha dubbi: “È una vergogna.”
Un vecchio sospetto riemerge dal passato
Il video ha rispolverato anche il nome di Alexander Masaleka, un musicista di strada che, si dice, sia stato l’ultimo a vedere Ylenia viva nel 1994. All’epoca, Masaleka era diventato un sospettato a causa del suo passato turbolento fatto di droghe e abusi, ma la mancanza di prove lo aveva messo fuori dai radar della polizia. Oggi, all’età di 84 anni, la sua figura continua a fluttuare nelle ipotesi più oscure sulla scomparsa della giovane.
L’infinita battaglia di Romina e Al Bano
Da decenni, Romina Power e Al Bano Carrisi vivono in due realtà parallele. Lui ha accettato la tragica fine della figlia, basandosi sul racconto dell’ultimo testimone che avrebbe visto Ylenia sulle rive del Mississippi nel gennaio del 1994. Quel testimone sostiene che la giovane abbia pronunciato la frase “io appartengo alle acque” prima di tuffarsi nel fiume e sparire. Una storia che ha segnato il cuore di Al Bano, convinto che non ci sia più nulla da fare: Ylenia è morta.
Romina, al contrario, non ha mai abbandonato la speranza. Ogni nuova ipotesi, ogni nuova traccia è per lei un filo di speranza che potrebbe riportare la figlia a casa. Ma ora, davanti a queste nuove false rivelazioni, il suo dolore si trasforma in rabbia. Ha parlato di “azioni legali” per tutelare l’onore e la dignità della figlia.
Un caso ancora aperto
Nel corso degli anni, il caso di Ylenia Carrisi ha catturato l’attenzione mediatica internazionale, con teorie che si sono accavallate senza mai portare a una verità concreta. Dalla fuga volontaria al suicidio, fino ai rapimenti più fantasiosi, l’opinione pubblica non ha mai smesso di speculare. Ma oggi, a quasi trent’anni dalla scomparsa, la ferita è ancora aperta, e le parole di Romina Power lasciano trasparire quanto sia doloroso, per lei, vedere la memoria della figlia manipolata e distorta.