Anna Mazzamauro: “Dovevo essere terribile”. E l’ultima volta che incontrò Villaggio

"La signorina Silvani doveva essere una donna terribile": Anna Mazzamauro svela i retroscena di "Fantozzi" e l'ultimo incontro con Paolo Villaggio

Federica Cislaghi

Royal e Lifestyle Specialist

Dopo il dottorato in filosofia, decide di fare della scrittura una professione. Si specializza così nel raccontare la cronaca rosa, i vizi e le virtù dei Reali, i segreti del mondo dello spettacolo e della televisione.

Anna Mazzamauro a 83 anni non ha più freni e racconta i retroscena della mitica signorina Silvani e il suo rapporto con Paolo Villaggio che si è sempre rifiutato di frequentarla fuori dal set.

Anna Mazzamauro, come cambiò la sua vita

In una lunga intervista al Corriere della Sera, Anna Mazzamauro racconta che lei il primo provino per Fantozzi l’aveva fatto per il ruolo della Pina, la moglie del ragioniere. L’attrice conosce il regista Luciano Selce e ricorda il momento in cui la sua vita cambiò per sempre: “Cercavano una donna molto brutta e lui si ricordò di me. Il problema era che io non sapevo che stessero cercando una cessa, anzi, una “bella atipica”, come dico io, e così mi presentai tutta in tiro, con una cofana di capelli ricci, i tacchi e un vestito rosso attillato. Salce mi guardò perplesso e disse “Anna, ti ricordavo più brutta”. Stavo per perdere la parte quando Paolo (Villaggio, ndr) si avvicinò e bisbigliò al regista: “No, c’è bisogno di una donna che faccia innamorare Fantozzi. Questa è piena di difetti ma li porta sui tacchi”. E così la mia vita cambiò per sempre”.

Anna Mazzamauro, la verità sulla Signorina Silvani

In effetti, la signorina Silvani è uno dei personaggi più riusciti del cinema italiano ed è entrato a pieno titolo nella cultura popolare del Belpaese, ormai è un simbolo e il segreto della sua forza lo rivela la Mazzamauro: “Volevo creare un prototipo di donna che dietro alle continue storie di sesso che cercava, nascondeva una grande miseria. Quando viene eletta Miss Quarto Piano della Megaditta è perché, in realtà, si è concessa a tutti gli uomini del primo, secondo e terzo piano. Ma questo non basta a colmare quella solitudine. Anche quando la fanno sposare con Calboni, per me resta sempre la povera signorina Silvani, che deve fingere di essere incinta con Fantozzi, insomma. Un personaggio tragico che però ha fatto ridere generazioni intere”.

Fonte: Getty Images
Paolo Villaggio e Anna Mazzamauro in “Fantozzi alla riscossa”

A ispirarla è stata sua mamma, impiegata al Ministero delle Finanze: ” La camicetta di seta sotto il maglione, le scarpe col tacco infilate nella borsa e quelle comode per andare in tram. Un tipo di donna che si trasforma all’occorrenza, che sa fare bene le metamorfosi. E così la signorina Silvani era santa e demonia a seconda delle situazioni. I cuoricini, le collanine da pochi soldi, lo sputo nel fard: quelle erano invenzioni mie perché quella donna doveva essere terribile, l’unica che Fantozzi, nella sua miseria morale e materiale, potesse desiderare”.

Ma ad essere “terribile” nella vita vera era Paolo Villaggio, come ricorda la Mazzamauro: “Quando gli chiesi perché non ci frequentavamo fuori dal set, mi rispose: “Io frequento solo le persone ricche e famose”. Non sapevo mai quando scherzava o quando mostrava il lato più duro del suo carattere. Come tutte le persone straordinariamente intelligenti, Paolo sapeva essere crudele”.

Fonte: Ansa
Paolo Villaggio e Anna Mazzamauro

Anna Mazzamauro, l’ultimo incontro con Paolo Villaggio

Anche se l’ultima volta in cui si sono incontrati nel salotto di Barbara D’Urso forse le cose sono cambiate. Anna ricorda l’ultima battuta che si sono scambiato prima che lui morisse: “Poco prima di morire, con lui che era già sulla sedia a rotelle, andammo nel salotto televisivo di Barbara d’Urso a raccontare Fantozzi. Quando la conduttrice gli chiese come mi aveva scelta, lui non si scompose e rispose: ‘Come si sceglie un cesso’. Io allora ribattei secca: “Ma con quel cesso hai guadagnato molto”. Non replicò. Uscimmo dagli studi televisivi. Io mi avvicinai, tirai fuori il libretto di assegni e gli dissi: ‘Adesso possiamo essere amici?’. Lui non parlò per qualche minuto. Poi mi guardò e mi disse: ‘Quanto sei bella’. Furono le ultime parole che Paolo mi disse e io capii tutta la sua grandezza, la sua umanità forse nascosta sotto un’apparente crudeltà. Siamo attori, recitiamo sempre”.

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963