La mascherina, ormai, è diventata quasi parte integrante del nostro viso. E se psicologicamente ci stiamo abituando a portarla, per limitare il rischio di diffusione del virus Sars-CoV-2, la nostra pelle può non essere altrettanto pronta a sostenere questa protezione. Se a questo si aggiungono il caldo con la conseguente produzione di sudore quando si cammina con la mascherina e la tensione emotiva che certo non aiuta il benessere della cute, ecco che si può creare un quadro davvero curioso, definito con il neologismo “Maskne”, ovvero l’acne da mascherine.
Acne “meccanica” ma non solo
Impermeabile all’acqua. Capace di regolare la temperatura del corpo, evitandoci di sentire troppo freddo e di soffrire eccessivamente per il caldo. In grado di intercettare i batteri nocivi, così come di di assorbire i raggi solari, e in particolari quelli ultravioletti, grazie ai quali l’organismo riesce a trasformare alcuni elementi chimici in vitamina D, ovvero la sostanza di cui il corpo ha bisogno per assimilare il calcio e quindi accumularlo nelle ossa. La nostra pelle è una vera e propria “patina” di salute, che protegge tutto il corpo.
L’elenco dei pregi potrebbe continuare all’infinito. Eppure anche questa struttura, che può pesare da 2,7 a 4,5 chili e, se distesa su un piano, coprire un’area di nove metri per due, presenta qualche difetto. E purtroppo, può soffrire, come appunto accade in persone predisposte o che già presentano lesioni come acne o eczemi cutanei. Sulla salute della pelle incide ovviamente anche lo stress, così come la cattiva alimentazione.
Fatte queste necessarie precisazioni, quando si porta a lungo la mascherina si può sviluppare il quadro della cosiddetta “maskne”, che in primo luogo può essere fatto risalire all’azione locale dell’eccessiva frizione del tessuto impiegato per la mascherine sull’epidermide.
Si tratta quindi di una vera e propria acne “meccanica” legata allo sfregamento, ovviamente peggiorato dal sudore e dalla tensione, che il tessuto provoca sulla pelle. Qualcosa di simile avviene ad esempio nelle persone che fanno frequentemente sport con caschi o comunque con cuscinetti che entrano direttamente a contatto con l’epidermide.
Oltre a questo effetto diretto, poi, ci sono due fattori che non vanno sottovalutati. Innanzitutto portare a lungo una mascherina può creare un microambiente nell’epidermide in cui i batteri si sviluppano più facilmente: ovviamente i germi correlati alla produzione di lesioni acneiche, dal semplice brufolo fino alla pustola infiammata, possono trovare quindi condizioni ideali per il loro sviluppo.
Poi non bisogna dimenticare che la cute ha bisogno di areazione: la mascherina può diventare quindi uno strumento che in qualche modo, anche per la respirazione e il clima caldo umido che si crea sulla pelle sottostante, riduce questa possibilità di “respirare”.
Infine, non si deve dimenticare che portando la mascherina per molte ore coprendo naso e bocca può avere un’azione irritante diretta, con comparsa di punti neri e lesioni simili soprattutto nella parte esterna delle narici e intorno alle labbra.
Per questo occorre fare attenzione anche al make up in queste parti dell’epidermide, visto che le creme detergenti e gli oli tonificanti possono avere difficoltà ad evaporare normalmente sotto le mascherine: anche questo può creare mutamenti nel microambiente dell’epidermide, influendo sulla possibile comparsa di piccole lesioni in chi è predisposto.
Come comportarsi
Lavarsi spesso le mani è fondamentale, così come è importante non toccarsi il volto. Ma probabilmente non bisogna avere la stessa frequenza di lavaggio del viso in termini preventivi. È importante usare l’acqua quando si indossa o si toglie la mascherina, magari nel pomeriggio o la sera, ma non bisogna esagerare con l’azione dell’acqua sulle pelle, specie se poi si indossa nuovamente la mascherina stessa.
Meglio invece utilizzare composti che possono aumentare l’idratazione della pelle, sotto forma di creme o lozioni. Utile è anche impiegare correttamente detergenti cutanei almeno una volta al giorno, specie prima di indossare la protezione, per “ripulire” l’epidermide da eventuali batteri che potrebbero svilupparsi sfruttando il microclima creato dalla mascherina.
Sul fronte delle mascherine da utilizzare, poi, se è vero che quelle chirurgiche sono tra le più efficaci in termini di prevenzione della possibile trasmissione del virus Sars-CoV-2 da persone asintomatiche, possono non essere ottimali sul fronte della pelle, anche per l’umidità che si crea. Il consiglio che viene dagli esperti per le persone che soffrono di acne ed eczema cutaneo è quindi quello di preferire se possibile protezioni in cotone o tessuti simili, che permettono alla pelle di “respirare” di più rispetto a tessuti come il poliestere. Non bisogna poi dimenticare che, quando possibile, se ci si trova in ambienti sicuri, all’aperto e a distanza dagli altri conviene dare qualche minuto di riposo alla cute, togliendo la mascherina: in questo modo si possono prevenire le irritazioni.