Ipertiroidismo: cos’è, cause, sintomi e diagnosi

Gozzo, battito cardiaco accelerato, possono essere spia di ipertiroidismo. Ecco i sintomi, le cause, i rimedi di questa condizione a carico della tiroide.

Andrea Costantino

Medico chirurgo

Medico abilitato alla professione, iscritto all'albo dei Medici e degli Odontoiatri di Siena.

Per portare avanti tutte le sue funzioni, il nostro corpo è regolato in modo magistrale, da numerosi ormoni. Quelli tiroidei, ad esempio, influenzano l’attività di diversi organi, compreso il modo in cui batte il cuore, il peso, la digestione, l’umore, la respirazione. Gli ormoni tiroidei sono prodotti dalla tiroide, una ghiandola di piccole dimensioni che ricorda la forma di una farfalla. È posta nella parte inferiore del collo e normalmente può essere appena palpata, ma se le sue dimensioni aumentano, è più facile avvertirne la presenza.

La tiroide, può essere interessata da alcune disfunzioni tra cui l’ipotiroidismo e l’ipertiroidismo.

Che cos’è l’ipertiroidismo

Tra gli ormoni prodotti dalla tiroide ci sono la tiroxina (T4) e la triiodiotironina (T3). Quando la ghiandola produce più ormoni del previsto si verifica l’ipertiroidismo, una condizione che può avere un impatto serio sul funzionamento di alcuni processi in atto quotidianamente nell’organismo. Grazie ai trattamenti disponibili, è però possibile individuare le cause e ridurre le conseguenze di questa patologia.

 

Quali sono i sintomi dell’ipertiroidismo

I segnali di questa condizione sono, nella maggior parte dei casi, simili ad altre patologie, per cui il riconoscimento di quest’affezione potrebbe non essere immediato. I principali sintomi dell’ipertiroidismo comprendono:

Nei soggetti anziani questi sintomi potrebbero essere “mascherati” da depressione o segnali di demenza, che possono manifestarsi in età avanzata.

Quali sono le cause dell’ipertiroidismo

Alla base dell’ipertiroidismo ci possono essere diverse cause, tra cui:

A tal proposito, possiamo distinguere diverse forme di tiroidite, tra cui:

Quali sono i fattori di rischio dell’ipertiroidismo

In presenza di alcuni fattori è più probabile l’insorgenza di ipertiroidismo. Eccone alcuni:

Diagnosi dell’ipertiroidismo

La diagnosi di questa patologia arriva dopo aver eseguito una visita presso uno specialista che assocerà al racconto della storia del paziente, anche un esame fisico approfondito. Nello specifico verranno valutati segni come:

Per la diagnosi di ipertiroidismo gli esami del sangue svolgono un ruolo cruciale, specie nei soggetti anziani dove i sintomi classici di questa patologia potrebbero non essere così evidenti. Gli esami ematici infatti misurano gli ormoni T-3, T-4, TSH (un ormone prodotto dall’ipofisi, una ghiandola del cervello, che stimola la tiroide). Livelli bassi di TSH e livelli alti di T-4 possono confermare la presenza di ipertiroidismo.

Attenzione all’assunzione di biotina, presente in numerosi integratori, perché potrebbe restituire risultati falsi; si consiglia quindi di confrontarsi con il proprio medico, il quale potrebbe valutare l’interruzione dell’integratore per alcuni giorni per non alterare il risultato degli esami ematici.

Una volta diagnosticato l’ipertiroidismo, lo specialista potrebbe chiedere di eseguire altri esami per identificare la causa della patologia.

L’ecografia della tiroide è un esame sicuro anche per le donne in gravidanza perché non utilizza  le radiazioni ionizzanti, ma onde sonore ad alta frequenza che restituiscono immagini chiare della tiroide. Questo esame è molto utile per rilevare la presenza di noduli alla tiroide.

La scintigrafia tiroidea, invece, può offrire informazioni importanti sulla funzionalità della tiroide. In genere  viene prescritta dopo l’ecografia, qualora questo esame abbia rilevato la presenza di noduli, per definirne meglio le caratteristiche. A differenza dell’ecografia, la scintigrafia tiroidea è controindicata nelle donne in dolce attesa e che stanno allattando, poiché l’esame prevede la somministrazione di una piccola quantità di tracciante radioattivo che aiuta a identificare l’iperattività del nodulo, ovvero se produce più ormoni di quanto dovrebbe. La scintigrafia tiroidea rivela inoltre l’iperattività della tiroide: in presenza di tiroidite, la ghiandola risulterà ipoattiva.

Se il medico sospetta un tumore alla tiroide (raro) sarà necessario eseguire un esame bioptico; diversamente,  se sospetta la presenza di una malattia autoimmune, sarà necessario richiede di effettuare degli esami del sangue per individuare gli anticorpi che stanno “attaccando” la tiroide.

Quali sono le complicazioni dell’ipertiroidismo

L’ipertiroidismo può procurare danni alla funzionalità di diversi organi come il cuore, la vista, le ossa, la cute. Nello specifico, il muscolo cardiaco può essere interessato da:

Abbiamo visto che in alcuni casi l’ipertiroidismo può provocare problemi alla vista. L’oftalmopatia di Graves è uno di questi e si manifesta con segnali come:

L’ipertiroidismo può inoltre causare un assottigliamento delle ossa e maggiori possibilità di sviluppare l’osteoporosi, può contribuire ad aumentare il rischio di infertilità nelle donne e può provocare complicazioni in gravidanza tra cui l’aborto spontaneo, il parto prematuro, un peso basso alla nascita.

Complicazioni più rare sono ad esempio la dermopatia di Graves e la tempesta tiroidea. Nel primo caso, i pazienti potranno presentare gonfiori ed alterazione del colore della pelle, in particolare a livello delle gambe.

La tempesta tiroidea è una complicazione grave, che può mettere a rischio la vita dell’individuo, per cui va trattata a tutti gli effetti come un’emergenza medica. È dovuta ad un rilascio improvviso in circolo degli ormoni tiroidea. In questa condizione si assisterà ad un aumento improvviso dell’attività della ghiandola, con conseguente “accelerazione” delle funzioni corporee. Attenzione: tale evenienza tende a verificarsi per lo più in soggetti con diagnosi di ipertiroidismo nota, non trattato o mal trattato.

I sintomi che possono verificarsi sono:

Quali sono i trattamenti dell’ipertiroidismo

La strategia terapeutica da mettere in atto dipende dall’età, dallo stato di salute, dalle cause rilevate, dalla gravità dell’ipertiroidismo del paziente. Sono tutti fattori soggettivi che variano da persona a persona. I trattamenti possibili per l’ipertiroidismo contemplano queste opzioni:

Non è possibile prevenire lo sviluppo dell’ipertiroidismo; ad ogni modo, si può intervenire limitando l’assunzione di alimenti ricchi di iodio. C’è poi la possibilità di sottoporsi allo screening per i disturbi della tiroide: questo viene raccomandato soprattutto nei neonati per rilevare l’eventuale presenza di ipotiroidismo congenito, una patologia che se non diagnosticata e trattata da subito, può causare alterazioni nello sviluppo del cervello e di altri organi.

In conclusione, l’ipertiroidismo è una patologia a carico della tiroide che può dare segnali evidenti (meno nei soggetti anziani) ed essere trattato in modo efficace grazie alle terapie disponibili.

In presenza dei sintomi descritti sopra si consiglia di consultare il proprio medico per una diagnosi precoce. Questa permetterà di ridurre il rischio di andare incontro a complicazioni, che in alcuni casi possono compromettere la funzionalità di specifici organi.

 

Fonti bibliografiche:

 

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