Dolore vulvare: cos’è, cause e trattamenti

Il dolore vulvare è una condizione caratterizzata da dolore cronico o ricorrente nella zona vulvare, che può essere costante o manifestarsi durante attività specifiche, come i rapporti sessuali o l'uso di tamponi

Pubblicato: 16 Maggio 2024 10:02

Ivan Shashkin

Medico

Medico appassionato di immunologia ed ematologia con interesse e esperienza in ambito di ricerca.

Il dolore vulvare è uno specifico dolore a carico dell’apparato genitale femminile che può essere legato ad una condizione di infiammazione cronica della vulva. Questo disturbo può essere anche definito come “vestibolodinia”, nel caso in cui interessi solo il vestibolo, oppure “clitoridodinia” quando il dolore interessa il clitoride.

Questa condizione e le cause ad essa sottostanti possono rendere complesse anche semplici attività della vita di tutti i giorni, come stare sedute nella stessa posizione e accavallare le gambe. A volte questo dolore è cronico e può interessare la paziente per tutto il giorno.

Approfondire i sintomi, le cause e i possibili rimedi per il dolore vulvare è importante per affrontare al meglio questo disturbo ed evitare complicanze e cronicizzazione del processo doloroso.

Cause del dolore vulvare

Le cause del dolore vulvare sono moltissime e possono essere diverse e cambiare a seconda dell’età della paziente, ma anche in base allo stile di vita, alla frequenza dell’attività sessuale e ad una storia di traumi fisici.

Tra le cause più diffuse e comuni ci sono:

Fattori di rischio del dolore vulvare

Oltre alle cause più comuni appena elencate, esistono anche diversi fattori di rischio del dolore vulvare che possono portare a una maggiore predisposizione della paziente a sviluppare questo disturbo.

L’igiene personale è un elemento importante da considerare e gestire con cura per evitare di incorrere in infiammazioni e dolori cronici. Infatti molte patologie della vagina sono provocate da una cattiva igiene intima e/o dall’utilizzo di prodotti con ingredienti poco delicati ed aggressivi, che compromettono la flora batterica.

Anche l’utilizzo degli indumenti più adatti, in particolare quando si parla di biancheria intima, sono determinanti. In particolare durante le attività sportive, indossare un abbigliamento intimo troppo stretto può causare sfregamento e conseguente infiammazione: sono più a rischio le donne che praticano sport quali equitazione, spinning, ciclismo. Anche il materiale di composizione dei capi è fondamentale, ad esempio i tessuti sintetici sono i più rischiosi in tal senso e possono favorire il dolore vulvare e la proliferazione di batteri ed infezioni: meglio preferire indumenti intimi di cotone.

Anche la somministrazione di farmaci per altre patologie concomitanti può essere un fattore di rischio del dolore vulvare. Ad esempio, i farmaci con cortisone abbassano le difese immunitarie, portando a una maggiore esposizione del paziente a elementi patogeni e conseguenti infiammazioni.

Traumi fisici o interventi chirurgici precedenti nella zona vulvare possono causare cicatrici o danni ai nervi, contribuendo al dolore cronico.

Sono state descritte anche i fattori genetici. Alcune persone possono essere geneticamente predisposte a sviluppare vulvodinia.

Infine l’applicazione di creme e lubrificanti vaginali può provocare reazioni allergiche o forte dolore e bruciore. Questi prodotti ad uso topico e che devono essere spalmati in loco possono portare a infezioni, anche se possono essere prescritti essi stessi per combattere il bruciore o il prurito intimo.

Sintomi del dolore vulvare

sintomi del dolore vulvare sono numerosi e spesso non si limitano al dolore all’apparato genitale femminile: possono essere diversi, a seconda di quale sia stato il fattore scatenante o la causa, e associarsi sensazioni di bruciore, apparente rossore delle zone genitali, eventuale presenza di lesioni cliniche ben visibili.

Certamente tra i sintomi più diffusi ci sono:

Inoltre le conseguenze di questo disturbo possono non di rado portare anche a disagi psicologici particolarmente gravi. La frustrazione di non poter svolgere attività sessuali con il proprio partner può portare ad esempio a sensazioni di forte ansia e a stati di depressione causata da un diffuso disagio nel vivere il rapporto con il proprio corpo o partner.

Diagnosi del dolore vulvare

Il primo passo per diagnosticare il dolore vulvare è certamente sottoporsi a un’anamnesi approfondita rivolgendosi al proprio medico di base o al ginecologo di fiducia, che ascolterà ed analizzerà i sintomi, i fattori scatenanti, la storia clinica generale della paziente interessata dal disturbo.

L’anamnesi nella diagnosi del dolore vulvare assume ancora più importanza rispetto all’esame obiettivo, durante il quale è possibile anche che non vengano riscontrate anomalie. Raramente infatti sono visibili alterazioni tipiche della zona vulvare, ad esempio lesioni e infiammazioni, che possano aiutare nella diagnosi di questa patologia.

Tuttavia, in casi selezionati, è possibile che la paziente venga sottoposta ad esami come il Q-tip test o lo swab test. Questi esami vengono realizzati attraverso l’applicazione di una leggera pressione con un cotton fioc nella zona genitale riferita come dolente. Il test risulta positivo se in seguito alla leggera pressione si riesce a scatenare il dolore caratteristico che racconta la paziente.

Terapie del dolore vulvare

Il dolore vulvare è una patologia complessa che può essere difficile non solo da diagnosticare, bensì anche da trattare. Per risolvere il prima possibile il problema è fondamentale un rapporto di trasparenza e fiducia con il proprio medico, in modo da superare l’imbarazzo che questa condizione può facilmente e comprensibilmente generare.

Tra gli approcci terapeutici per dolore vulvare più frequentemente utilizzati ci sono le terapie farmacologiche, basate solitamente sull’uso di medicinali antidepressivi e anticonvulsivanti. Questi farmaci vengono prescritti in dosi differenti a seconda della gravità del disturbo e delle condizioni generali della paziente. Tali terapie mirano ad interrompere le vie di trasmissione del dolore diventato cronico ma anche a ridurre la sensibilità eccessiva delle vie nervose periferiche.

In alcuni casi vengono prescritti farmaci anestetici di tipo topico che vengono applicati in loco, ad esempio la lidocaina. Questi rimedi per dolore vulvare sono solitamente in crema e vengono utilizzati per ridurre il dolore, anche prima di un rapporto sessuale.

Esistono anche alcuni tipi di esercizi di fisioterapia specifici per i muscoli pelvici, che vengono consigliati nel caso in cui questi ultimi siano molto contratti. Infine può essere consigliata la TENS (TransCutaneous Electrical Nerve Stimulation), un tipo di stimolazione transcutanea tramite utilizzo di elettrodi che sono in grado di emettere impulsi a bassa frequenza.

Oltre a questi rimedi fisici possono essere anche consigliati percorsi terapeutici con psicologi e psicoterapeuti, soprattutto nel caso in cui il dolore sia stato causato da una ben nota esperienza pregressa negativa per la paziente (non mancano, purtroppo, anche casi secondari ad un qualche tipo di violenza). Consulenza sessuale o terapia di coppia per affrontare eventuali problemi relazionali o emotivi legati al dolore vulvare durante i rapporti sessuali può anche essere utile.

Infine, In alcuni casi selezionati, possono essere considerati interventi chirurgici come la vestibulectomia (rimozione della zona irritata della vulva) o la neuromodulazione sacrale (stimolazione elettrica dei nervi del bacino) per il trattamento della vulvodinia resistente.

Prevenzione del dolore

Come trattato finora, il dolore vulvare è caratterizzato da diversi fattori di rischio che possono aumentare la probabilità che la paziente presenti i primi sintomi. Al fine di prevenire il dolore vulvare è possibile quindi adottare alcuni semplici accorgimenti e comportamenti nella vita di ogni giorno. Tra questi ci sono:

Queste attenzioni non eliminano i sintomi del dolore vulvare né sono da considerarsi un trattamento di successo per questa patologia, ma si tratta indubbiamente di semplici accorgimenti facili da adottare e che possono diminuire l’intensità dei sintomi. Si consiglia inoltre un periodico controllo presso il proprio medico di fiducia.

Fonti bibliografiche:

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