Colesterolo endogeno: cos’è, sintesi, cause e rimedi naturali

Il colesterolo endogeno può rivelarsi molto pericoloso per la salute se non viene tenuto sotto controllo: ecco di cosa si tratta e come risolvere il problema

Federico Beretta

Medico chirurgo

Medico Chirurgo abilitato, da anni collabora con diversi magazine online e si occupa di divulgazione medico/scientifica.

Il colesterolo endogeno è quella quota di colesterolo totale che viene sintetizzato dal nostro organismo senza che venga assunto tramite la dieta. Pochi lo sanno, ma il colesterolo è fondamentale per il corretto funzionamento del corpo. La quantità totale di colesterolo è formata da una parte endogena e una parte esogena.

I livelli di entrambi dovrebbero sempre restare entro valori di soglia che, quando vengono superati, possono causare numerose problematiche specialmente dell’apparato cardiocircolatorio. Per prendersi cura della propria salute è utile sapere cosa sono il colesterolo esogeno e quello endogeno e mantenere la loro quantità entro valori corretti attraverso buone pratiche quotidiane, una dieta equilibrata e uno stile di vita salutare.

Cos’è il colesterolo endogeno?

Il colesterolo è una sostanza essenziale per l’organismo e per il corretto funzionamento dei suoi apparati. Infatti, sono molteplici le funzioni svolte da questa molecola appartenente alla famiglia dei lipidi:

Proprio a causa di queste numerose ed importanti funzioni, il colesterolo è in buona parte prodotto all’interno dell’organismo. Ogni giorno il nostro corpo produce un quantitativo di colesterolo endogeno che va da 600 a 1000 mg, grazie al lavoro del fegato, ma anche dell’intestino, dei surreni e della pelle.

L’organismo ha sviluppato raffinati meccanismi di biosintesi di questa sostanza e si è evoluto per integrare la sua produzione con l’apporto alimentare. Al quantitativo di colesterolo endogeno si affianca quello assunto tramite la dieta e denominato colesterolo esogeno, che dovrebbe essere pari a 200/300 mg al giorno nel contesto di una dieta equilibrata. In genere l’assorbimento del colesterolo alimentare è intorno al 50%, ma c’è molta variabilità da individuo a individuo ed esistono sia soggetti ipoassorbitori, sia individui iperassorbitori, le cui caratteristiche sono determinate a livello genetico, ma anche influenzate da fattori esterni e condizioni ambientali.

La percentuale di colesterolo endogeno è di circa il 70-80% sul totale dei valori plasmatici di colesterolo. Il corpo è comunque in grado di adattare la sintesi endogena di questo lipide all’apporto alimentare e, in generale, ai livelli di colesterolo già in circolazione nell’organismo. Infatti, la produzione di colesterolo endogeno diminuisce se quello introdotto attraverso la dieta aumenta e viceversa. Quello in eccesso viene eventualmente trasportato verso il fegato e poi accumulato o smaltito attraverso processi intestinali.

I temuti problemi correlati al colesterolo sorgono quando questo viene assunto in quantità eccessive attraverso la dieta, a causa di un’alimentazione sbagliata, oppure quando la sintesi del colesterolo endogeno risulta superiore alla norma. In quest’ultimo caso ricorrere ad una dieta equilibrata può non essere sufficiente per ridurre i valori e garantire il benessere dell’organismo.

I soggetti che presentano una produzione di colesterolo endogeno superiore alla normalità possono essere affetti da una condizione definita ipercolesterolemia familiare e devono prestare particolare attenzione alla dieta e allo stile di vita.

L’ipercolesterolemia familiare

L’ipercolesterolemia familiare è una patologia ereditaria caratterizzata da un particolare difetto genetico che provoca una maggiore produzione del lipide da parte del fegato. In particolare, si tratta di un difetto dei geni coinvolti nella sintesi dei recettori di membrana per le LDL, le Low Density Proteins, ovvero lipoproteine a bassa densità comunemente conosciute come “colesterolo cattivo”. Quando questi recettori non lavorano correttamente il fegato non riesce a riconoscere correttamente le quantità di lipoproteine in circolazione, interpretando una condizione normale come una carenza di colesterolo e avviando la produzione endogena di questo lipide.

Chi soffre di questo disturbo presenta dei valori del colesterolo molte volte superiori a quelli raccomandati ed ha un maggiore rischio di sviluppare malattie cardiovascolari. L’ipercolesterolemia familiare è uno dei più importanti fattori di rischio per l’insorgenza di patologie cardiovascolari poiché gli elevati livelli di colesterolo LDL portano ad alterazioni significative delle pareti dei vasi sanguigni (aterosclerosi), una condizione che aumenta il rischio di sviluppare numerose patologie cardio e cerebro-vascolari, come l’ictus o l’infarto del miocardio.

Spesso l’incremento pericoloso dei livelli di colesterolo in circolazione deriva da un mix di fattori, ovvero sia dalla predisposizione genetica del soggetto, sia a fattori ambientali e individuali, come l’obesità, uno stile di vita sedentario e una dieta aterogenica.

Qualche dato sull’ipercolesterolemia

L’ipercolesterolemia familiare omozigote è rara e interessa un individuo su un milione, mentre quella eterozigote coinvolge circa un soggetto su 500. Si stima che circa il 20% della popolazione occidentale sia soggetta a una condizione di ipercolesterolemia moderata, detta anche ipercolesterolemia poligenica. Cosa si intende? Una condizione per cui i valori di colesterolo totale nel sangue superano il limite di 200 mg/dl e si mantengono compresi tra i 200 e i 300 mg per decilitro di sangue.

Solitamente l’ipercolesterolemia poligenica si sviluppa in età adulta ed è comune dopo i 30 anni. Le donne solitamente tendono a sviluppare ipercolesterolemia dopo la menopausa, poiché viene meno il naturale equilibrio ormonale che regola il livello di LDL. Solo in Italia il 40% circa delle donne in menopausa è soggetta a ipercolesterolemia e vede aumentato il proprio rischio cardiovascolare.

Come intervenire se i livelli di colesterolo endogeno sono alti

Innanzitutto, è importante eseguire controlli periodici per capire se i livelli di colesterolo in circolazione sono nei limiti. Effettuare analisi ematiche regolari è un’ottima idea fin dalla giovane età. I soggetti con altre patologie sistemiche, come il diabete, o quelli che conducono uno stile di vita insalubre, dovrebbero sottoporsi a monitoraggi periodici per valutare il proprio stato di salute generale.

Un elevato livello di colesterolo nel sangue non si manifesta con sintomi acuti o evidenti e potrebbe essere scoperto in un momento in cui ha già iniziato a danneggiare i sistemi corporei, se non viene monitorato frequentemente. Per scoprire se il proprio livello di colesterolo nel sangue è al di sopra dei limiti di norma, è possibile eseguire un esame del sangue o un semplice autoesame in farmacia, controllando poi che i valori rientrino nei seguenti range:

È bene portare questi esami in visione al proprio medico di fiducia che sarà in grado di valutare la situazione del soggetto e di proporre le strategie migliori per gestire i valori di colesterolo nel sangue. Solitamente la terapia farmacologica viene riservata a quei soggetti che abbiano valori molto elevati o che non riescano a gestire il problema attraverso una dieta sana ed equilibrata, associata ad un’attività sportiva regolare.

Cosa non fare in caso di ipercolesterolemia

Ecco le principali cose da non fare, per evitare l’ipercolesterolemia o tenerla sotto controllo.

Cosa fare in caso di ipercolesterolemia

Com’è possibile combattere gli alti livelli di colesterolo? Ecco alcuni consigli.

Fonti bibliografiche

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963