Anemia, cosa fare quando nasce dai reni

L'anemia può essere collegata anche alle malattie renali: le cause possono essere diverse

Pubblicato: 20 Dicembre 2020 15:37Aggiornato: 28 Marzo 2023 14:51

Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

La malattia renale cronica, quella che un tempo veniva definita insufficienza renale cronica, purtroppo è molto diffusa. E non coinvolge solamente il rene. A volte va ad impattare anche su organi ed apparati diversi, interferendo addirittura con la normale produzione dei globuli rossi, le cellule del sangue che hanno il compito di trasportare l’emoglobina carica di ossigeno in tutto il corpo.

Purtroppo, se i reni non lavorano a dovere, questo meccanismo si altera e compare una spossatezza che diventa compagna della vita di ogni giorno. Purtroppo non si pensa rapidamente ai problemi renali. Conseguenza: la diagnosi è tardiva, ed il più delle volte l’anemia da malattia renale cronica non viene riconosciuta perché la condizione è sottostimata dai medici e dagli stessi pazienti. Il tutto, nonostante sia una condizione che può arrivare a raddoppiare il rischio di morte per eventi cardiovascolari e renali.

Per aumentare la conoscenza sul tema nasce la campagna  “Anemia da malattia renale cronica. Diamo ossigeno alle aspirazioni”,  che passa attraverso un video online e una call-to-action di una testimone d’eccezione, l’alpinista e scalatrice altoatesina Tamara Lunger, sollecita i pazienti diagnosticati e le persone che potrebbero essere a rischio di sviluppare anemia da malattia renale cronica, ma anche tutti i cittadini, ad inviare sul sito della campagna http://www.anemiadamalattiarenale.it le proprie aspirazioni e progetti.

Come riconoscere il problema

Ci sono segnali che, nelle persone con problemi renali, possono far pensare anche a una possibile anemia. Ma purtroppo a volte vengono sottovalutati. Chi ha problemi ai reni e manifesta segnali d’allarme come debolezza cronica, mancanza di respiro, pallore, palpitazioni dovrebbe far riferimento rapidamente al medico.

“L’anemia da malattia renale cronica è una condizione patologica in cui i reni non producono sufficiente eritropoietina, l’ormone che stimola la produzione di globuli rossi; di conseguenza si riduce la capacità del sangue di trasportare ossigeno ai tessuti dell’organismo – segnala Giuseppe Castellano, Direttore SC di Nefrologia, Dialisi e Trapianti di Rene, Fondazione IRCCS Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano.

Quindi l’anemia può comportare mancanza di respiro, astenia, debolezza, vertigini, pallore, problemi a livello cardiaco. La mancanza di energia influenza la capacità di lavorare, di studiare, di partecipare alle attività quotidiane. Questo può generare sentimenti di frustrazione, depressione e isolamento sociale.

L’anemia da malattia renale cronica è spesso sottodiagnosticata e sottotrattata perché i sintomi possono essere sfumati. Una stanchezza e debolezza croniche anche durante attività leggere, la mancanza di respiro, il pallore della pelle e delle mucose sono campanelli d’allarme ed è importante non trascurarli ma rivolgersi al proprio medico, il quale nel pannello degli esami dovrà fare una valutazione di tutti i fattori critici, ovvero funzionalità renale, livelli di ferro ed emocromo per diagnosticare una eventuale anemia”.

“Troppo spesso alcuni dei sintomi che un paziente con insufficienza renale lamenta, come ad esempio il facile affaticamento, la difficoltà di concentrazione e l’insonnia, vengono attributi all’accumulo di sostanze tossiche legate alla scarsa depurazione renale” – spiega Antonio Santoro, Direttore del Comitato Scientifico ANED (Associazione Nazionale Emodializzati Dialisi e Trapianto) – Eppure i numeri parlano chiaro: essendo l’anemia una complicanza frequente in particolare negli stadi più avanzati della malattia, questa va ricercata e studiata nella sua origine spesso multifattoriale”.

L’importante, in ogni caso, è cogliere i segnali che il corpo invia, ricordando che se i reni non funzionano l’anemia può essere dietro l’angolo: “Nei pazienti con malattia renale cronica l’anemia è un evento abbastanza frequente”, commenta Giuseppe Rombolà, Direttore della Nefrologia e Dialisi della ASST Sette Laghi di Varese.

L’anemia può dipendere da diversi fattori come la mancanza di ferro, per perdita ematica oppure ridotto apporto alimentare o ridotto assorbimento intestinale, carenza di vitamina B12 e acido folico – anche in questo caso per ridotto apporto alimentare o ridotto assorbimento – oppure per carenza dell’ormone eritropoietina – ormone che stimola la produzione dei globuli rossi ed è prodotto dai reni.

Se per i gradi iniziali di anemia “il paziente può essere completamente asintomatico, nei gradi più avanzati si possono verificare diversi disturbi che condizionano in modo importante la qualità di vita: tachicardia, affaticamento, difficoltà di concentrazione, depressione, irritabilità, infiammazione della bocca”. Questo livello di anemia, che si associa agli stadi più avanzati dell’insufficienza renale, dev’essere riconosciuto e adeguatamente trattato, anche per procedere con i trattamenti più idonei caso per caso.

Quali test servono per la diagnosi di anemia da malattia renale cronica

La presa in carico del paziente affetto da anemia conseguente a una malattia renale cronica è un momento cruciale. Diversi sono gli specialisti coinvolti, a partire dal medico di base, dal nefrologo, dall’internista fino al diabetologo e al cardiologo. Ma prima occorre riconoscere il quadro.

Il percorso diagnostico dell’anemia prevede una serie di test quali la determinazione dell’emoglobina per valutare la severità dell’anemia, gli indici eritrocitari per valutare il tipo di anemia, la conta eritrocitaria per valutare l’attività eritropoietica midollare, la ferritinemia per valutare i depositi di ferro, la saturazione della transferrina per valutare la disponibilità di ferro a livello midollare, la proteina C reattiva per valutare lo stato infiammatorio – spiega Maura Ravera, Segretario FIR, Fondazione Italiana del Rene.

Questo percorso è giustificato dal fatto che i meccanismi coinvolti nella genesi dell’anemia associata a malattia renale cronica sono molteplici. La causa principale è il deficit di eritropoietina endogena, che compare quando la funzione renale è compromessa. Non meno importanti sono però la carenza marziale e lo stato infiammatorio cronico con aumento dei livelli di epcidina e di altre molecole che riducono la disponibilità di ferro.

Il nefrologo ha un ruolo chiave nella gestione dell’anemia da malattia renale cronica, perché può prescrivere gli agenti stimolanti l’eritropoiesi attraverso la formulazione di un piano terapeutico che viene poi rinnovato periodicamente. Il paziente solitamente è inviato al centro di Nefrologia dal medico di medicina generale o da altri specialisti. Attualmente l’integrazione tra territorio e ospedale, cioè tra medici di medicina generale e specialisti, presenta alcuni limiti: una delle maggiori criticità nella gestione dell’anemia da malattia renale cronica è proprio il late referral, ovvero l’invio tardivo del paziente nefropatico al nefrologo”.

L’impatto della malattia renale cronica

La malattia renale cronica, stando a dati recenti, interessa a livelli diversi dal 7 al 10% della popolazione, anche perché questi organi soffrono in silenzio. Se il cuore va in difficoltà perché arriva poco sangue, compare il dolore.

Quando il cervello non riesce a gestire correttamente i movimenti, ci si accorge subito che c’è stato un problema. Ma se i reni non lavorano bene? A meno che non ci sia una riduzione della funzione di circa il 50%, i due organi non mandano alcun segnale d’allarme.

O meglio, ci avvisano con sintomi generici: una leggera stanchezza, un gonfiore sotto gli occhi, o appunto, una stanchezza che può derivare anche dall’anemia. Ma nel frattempo, l’organismo soffre. E purtroppo troppo spesso ci si dimentica della salute renale, anche se esistono soggetti a rischio di insufficienza renale cronica: basti pensare ad esempio ai diabetici, agli ipertesi, agli obesi, alle persone con dislipidemie ed in generale gli over 65. Tutte queste persone dovrebbero controllare la funzione renale almeno una volta all’anno.

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