Il legame tra genitori e figli è qualcosa di speciale, il più delle volte profondo e indissolubile. Certo i contrasti non mancano perché fanno parte dei rapporti: sono la naturale conseguenza del crescere. Da una parte ci sono i figli che hanno voglia di affermare la propria indipendenza, dall’altra il desiderio dei genitori di continuare ad essere una guida anche quando i loro piccoli sono pronti ad affrontare il mondo da soli.
Ci sono casi però, in cui gli eventi della vita prendono il sopravvento. Purtroppo sono situazioni imprevedibili che portano a compiere gesti impensabili e tragici come è successo a Silì, una frazione di Oristano dove una madre ha ucciso la figlia tredicenne a coltellate.
Una tensione crescente sfociata in tragedia
Chiara Carta era una ragazzina di tredici anni che viveva con la madre dopo la separazione dei genitori. La classica vita di un’adolescente di provincia scorreva tranquilla fino a quando il 18 febbraio la sua esistenza si è interrotta bruscamente nella casa che condivideva con il genitore.
Le tensioni tra le due negli ultimi tempi sono aumentate fino a sfociare sabato pomeriggio in tragedia. Monica Vinci, la madre di Chiara, ha scagliato una serie di coltellate, circa trenta alla figlia che ha provato a difendersi in tutti i modi. Infatti dall’autopsia è emerso che l’adolescente ha cercato di evitare i colpi, come rivelano i segni sulle braccia e sulle mani. Ma sono state le coltellate al ventre e agli organi vitali a risultarle fatali perché le hanno provocato un’emorragia che non le ha lasciato scampo. Subito dopo aver aggredito mortalmente la figlia, la madre ha tentato il suicidio gettandosi dal primo piano della loro abitazione, riportando delle lesioni lievi.
Una situazione familiare complicata
Il rapporto tra Chiara e Monica negli ultimi tempi era diventato difficile perché la ragazza si era riavvicinata di nuovo al padre. A breve, infatti, l’ex marito di Monica, Piero Carta, avrebbe presentato una nuova istanza per ottenere l’affidamento della figlia. Inoltre, il 24 marzo la ragazzina avrebbe compiuto 14 anni e quindi avrebbe potuto decidere se rimanere a vivere con la madre o trasferirsi dal padre. Molto probabilmente il timore che la figlia potesse andare a vivere con l’ex marito, la paura di perdere l’assegno di mantenimento e la casa potrebbero aver spinto Monica a uccidere Chiara e poi successivamente a tentare il suicidio.
In passato la donna aveva sofferto di problemi psichici, tanto da essere ricoverata sette anni fa: proprio per questo motivo gli avvocati dell’ex marito avevano presentato un’istanza per dichiararla incapace di intendere e di volere. Un certificato medico, però, l’aveva dichiarata idonea a prendersi cura della figlia. Dopo il tentativo di suicidio, è stata ricoverata all’ospedale di Oristano. Accusata di omicidio volontario, dopo aver ricevuto le cure del caso, sarà trasferita in un centro clinico specializzato.
La scomparsa di Chiara ha lasciato incredula l’intera comunità di Oristano, a partire dai compagni di classe e dai suoi insegnanti che si sono ritrovati in piazza per ricordarla e stare vicino al padre in un momento così difficile.