Sin da bambine ci hanno insegnato che sbagliare è umano e che, anzi, è proprio dagli errori che possiamo imparare, migliorare e crescere. Così questi, nella nostra società, sono contemplati, accettati e perdonati. Ma a Hina no, a lei non era concesso errare. E quei continui sbagli, considerava tali da suo padre, le sono costati la vita. Così l’11 agosto del 2006, Hina Salem ha pagato il diritto di sbagliare, di sovvertire le regole familiari, di prendersi la libertà che gli era stata negata.