C’è sempre qualcosa di fortemente doloroso nell’apprendere notizie come quelle riguardanti Zhanna D’Art, all’epoca Zhanna Samsonova, l’influencer vegana e crudista nota su Instagram per la sua pagina @rawveganfoodchef. I quotidiani di tutto il mondo titolano in maniera impietosa: Zhanna è morta di fame, Zhanna si nutriva solo di semi, frutta e cibi crudi. La verità è che per quanto tutto ciò possa essere vero, il sorriso di questa ragazza di soli 39 anni si è spento per sempre. E deve esserci un motivo, deve esserci un perché.
Zhanna si raccontava ai suoi follower, cercando di far passare un messaggio che, diciamolo, tutti vogliamo far passare sui social media: quello dell’aver trovato la strada, la felicità, la realizzazione e sì, persino la perfetta condizione di salute facendo una serie di scelte specifiche. E forse, spostando lo sguardo dai giudizi facili, è proprio a questo messaggio che dovremmo fare attenzione. È proprio sulle apparenze che, talvolta, in questo mondo infausto, si giocano le sorti delle persone.
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Zhanna, i viaggi e il cambio d’alimentazione
Ma partiamo dal principio. Chi era Zhanna Samsonova? Una giovane donna che ha sempre avuto molte passioni, fra cui quella per i viaggi. Nata a Kazan, in Russia, si è trasferita a Mosca per studiare e, una volta laureatasi, ha deciso di non tornare più indietro: era uno spirito libero e voleva esplorare, in primis, l’Asia. Zhanna decide dunque di trasferirsi in Thailandia e proprio questo trasferimento le fa scoprire un mondo estremamente diverso e affascinante.
I sapori della Thailandia convincono Zhanna, già vegetariana convinta, a diventare del tutto vegana. Ha eliminato ogni sorta di prodotto di origine animale. Non è passato molto tempo prima che la sua dieta cambiasse ancora, nuovamente, diventando crudista. Mano a mano, i suoi post su Instagram restituivano le sue transizioni, che fino a questo punto non preoccupavano nessuno: ricordiamo che un’alimentazione vegana e crudista non implica necessariamente esiti fatali, se si riesce a mantenere un equilibrio e si integrano tutti i nutrienti.
Un problema venuto da dentro
Gradualmente, però, qualcosa è cambiato. La mente di Zhanna è cambiata, ammalandosi di qualcosa che non è comprensibile ai più. Perché è così, anche se non se ne parla, forse, abbastanza: i disturbi alimentari sono subdoli e non è detto che si prenda coscienza di averne. Zhanna, per ben dieci anni, ha seguito una dieta sempre più restrittiva a base di frutta, germogli, frullati e succhi. A suo dire stava bene. Anzi, stava meglio che mai.
Ma è proprio questo, il punto: sui social network cerchiamo sempre di apparire al meglio di noi e, in qualche modo, cerchiamo la conferma che ciò che siamo, ciò che facciamo, è corretto e approvato dalla massa. Zhanna aveva oltre 10.000 follower che caldeggiavano le sue scelte e che solo raramente cercavano la contestavano. Intendiamoci, c’era chi rilevava che fosse sempre più magra ed emaciata, ma era una minoranza: nulla rispetto al resto. E forse è tutto qui il problema, forse è proprio questo: una donna di 39 anni, che si nutre sempre meno ma riceve consenso, quale altro esisto poteva ottenere?
La riprova sociale, gli amici, il dolore
Neanche la mamma di Zhanna e i suoi amici sono riusciti a fare nulla per convincerla che la piega che aveva preso era sbagliato. Zhanna era convinta, sempre più convinta che quella fosse l’alimentazione giusta per lei, che era ciò di cui il suo corpo aveva bisogno. E questo, più la riprova sociale, hanno fatto il resto. Lei stessa diceva che le sue ricette erano sane e che la stavano proteggendo da diverse malattie e senza un aiuto psicologico e senza il supporto di persone davvero vicine, è davvero difficile uscire da questo tunnel.
Gli amici più cari, che vivevano lontani da lei, per un breve periodo l’avevano convinta a tornare a casa in Kazan e a farsi seguire da alcuni medici. Non è durata molto: Zhanna ha affermato di non averne bisogno e che non avrebbe introdotto nel suo corpo altro che non fosse ciò che lei decideva di mangiare. Tuttavia, a quanto pare, a uccidere Zhanna non è stata la fame, ma un’infezione che il suo corpo non è riuscito a combattere, perché troppo debole.
Ora, mentre la famiglia, gli amici, i follower piangono la perdita di questa donna che aveva ancora tutto davanti, ricordiamoci che non è mai il caso di giudicare. Che è sempre il caso di pensare a chi c’è dall’altra parte. E che, piuttosto che puntare il dito, dovremmo chiederci: com’è potuta questa morte, in qualche modo graduale, avvenire sotto gli occhi di tutti, fra luci scintillanti e filtri patinati?