Tosca D’Aquino fa coppia con Simone Montedoro nella pièce teatrale Cena con sorpresa, al Teatro Golden, dal 24 ottobre al 3 novembre. Con loro sul palco ci sono Toni Fornari, che firma anche la regia, ed Elisabetta Mirra. La commedia è firmata dai 4 autori del Golden, Augusto Fornari, Toni Fornari, Andrea Maia e Vincenzo Sinopoli che hanno già realizzato insieme numerose pièce come Terapia terapia, La casa di famiglia, Il prete e il bandito, Ritorno al presente.
Tosca D’Aquino non ha certo bisogno di presentazioni, dal famoso “piripì” de Il Ciclone a Ottavia dei Bastardi di Pizzofalcone, solo per citare due dei suoi innumerabili successi. Con lei abbiamo parlato di A cena con sorpresa, di cosa accade dietro e sul palco coi suoi compagni di avventura, ma anche di Özpetek, della fiction e dei gesti scaramantici prima di andare in scena.
Sei a teatro con Cena con sorpresa: ci racconti dello spettacolo?
Cena con sorpresa è appunto una cena con una bella sorpresa [ride, ndr]. È una commedia molto elegante, un po’ inglese, scritta molto bene, con delle battute sagaci. Protagonista della pièce è una coppia molto felice ed innamorata, dell’alta borghesia, Stefania ed Arnaldo, interpretati da me e Simone Montedoro. Una volta all’anno organizzano una cena con un amico, Francesco (Toni Fornari), che conoscono da una vita e hanno condiviso molte esperienze insieme, sono molto uniti tra loro. Quindi da un lato c’è la coppia modello e dall’altro l’amico architetto, geniale e scapolone. Alla cena partecipa anche la figlia della coppia, interpretata da Elisabetta Mirra. Per lei Francesco è quasi uno zio, perché l’ha vista proprio crescere. Nel corso della serata l’amico della coppia racconta di stare con una ragazza molto più giovane di lui, ma nessuno si scandalizza, la sua relazione viene accettata ma, piano piano, parlando si scopre a metà della pièce che la fidanzata è la figlia.
A quel punto c’è un cambio totale di atteggiamento e verrà fuori ogni cosa: la coppia modello non sarà più così tanto modello, il rapporto con la figlia, con l’amico cambiano perché emergono le gelosie e i rancori di una vita. La commedia è molto divertente, però fa anche riflettere. Molto spesso la perfezione che si ostenta alla fine non c’è e tutti siamo umani e nel momento in cui ci toccano la nostra famiglia, diventiamo come delle belve.
Simone Montedoro come nel ruolo di marito?
Bravissimo, meraviglioso. Avevo sempre sentito parlare di lui come un ottimo compagno di lavoro, ma devo dire che supera tutte le aspettative. A parte che è spiritoso, ci schiantiamo dalle risate, e questo è fondamentale. Anche perché all’inizio dello spettacolo dobbiamo dare l’idea di una coppia che ha grande intesa e credo che sarebbe davvero difficile riuscirci se non ci fosse anche nella vita vera.
Di Toni Fornari cosa ci dici?
E poi con Toni Fornari siamo legati da una lunga amicizia, stiamo facendo insieme lo spettacolo di Ferzan [Özpetek, nella versione teatrale di Magnifica presenza ndr] ed era tanto che volevamo realizzare un progetto, perché lo stimo molto anche come regista. Devo dire che lui che ci ha visto lungo con A cena con sorpresa, perché mi ha chiamata e mi ha detto ‘tu sei perfetta’…
Hai mai partecipato a una cena scomoda?
Sicuramente sì. Ci sono tante cene scomode, specialmente quelle in famiglia, dove ci sono degli equilibri difficili da mantenere. Io poi provengo da una famiglia napoletana, solidissima, ma a volte anche ingombrante, anche perché si sono tante zie, cugine… Da noi queste cene diventano infinite. Se da una parte, penso a quando è morto mio padre che è stato il dolore più grande della mia vita, sei sostenuta da una famiglia enorme e meravigliosa, dall’altra di fronte a ogni scelta ognuno deve dire la sua. Questo meccanismo lo conosco molto bene. Ma anche nei confronti dell’amicizia, ci si vuole bene, ci si stima, ma se succede per esempio qualcosa a tuo figlio o a tua figlia, dettata dal problema di un altro, ecco che il legame vacilla.
A proposito di cene, ce n’è un’altra famosa che ti ha visto protagonista, quella de Il Ciclone di Leonardo Pieraccioni: che ricordi hai di quel film?
Meravigliosi. Il Ciclone è stato un film che ha fatto davvero un’epoca. Sono passati 28 anni e c’è chi oggi mi ferma e mi dice: ‘Signora, io sono cresciuta con le sue battute’. Mi sembra ieri quando lo abbiamo girato. Sul set c’era un’atmosfera fantastica. Spesso mi raccontano – ma ho vissuto anch’io queste esperienze – di set o teatri in cui c’è il clima del terrore, ma non so quanto paghi. Alla fine, secondo me è vincente, quando ci sono grande complicità e un ambiente rilassante, perché così si riesce a dare il meglio di sé.
Sei scaramantica quando sali sul palco?
Sì, lo dico sempre, perché sono anche credente e praticante. Quindi il sacro e il profano, mi faccio il segno della croce prima di entrare in scena, perché – come diceva il grande Eduardo De Filippo – ecco il sipario, ecco il baratro. Il teatro non è come le fiction o il cinema dove si possono rifare le scene. Quando si apre il sipario, ti butti e finché non finisce la pièce sei lì, non hai salvezza, sei lì. Così, ho il cornetto in camerino, si fanno le corna, ci diciamo ‘merda’ con tutti gli attori.
La tradizione teatrale della tua città, Napoli, quanto ti ha influenzata come attrice?
Totalmente. Io sono cresciuta a pane ed Eduardo De Filippo. Ho iniziato a lavorare ispirandomi a lui e poi sono cresciuta vedendo tutto il Neorealismo, ammirando Anna Magnani, Sophia Loren e registi come De Sica, Rossellini. Ho iniziato a lavorare da adolescente e poi ho fatto l’Accademia e lì ho studiato anche la drammaturgia mondiale, da Shakespeare a Ibsen.
Tra i tantissimi personaggi che hai interpretato, ce n’è uno che ti è rimasto particolarmente nel cuore?
Per quanto riguarda la fiction, sicuramente Ottavia dei Bastardi di Pizzofalcone, di cui dovremo girare la quinta stagione, è rimasta nel mio cuore. Anche perché è un personaggio distante da me per certi versi. Spesso vengo scelta per ruoli brillanti, molto energici e quindi questa Ottavia che gioca in remissione è stata un bel traguardo. Tra l’altro è un personaggio molto caro, spesso per strada mi chiamano Ottavia. È stata una sfida per me.
Ci parli di Magnifica presenza che porti in teatro?
Quella è stata un’altra avventura fantastica con un grandissimo maestro che è Ferzan Özpetek. Io dico che è un Re Mida, perché tutto quello che tocca diventa oro. Ha preso questa meravigliosa sceneggiatura da cui ha tratto un film e l’ha portata in teatro. Sul palco direi che è ancora più risolta perché i personaggi sono più strutturati. È stata un’esperienza fantastica l’anno scorso quando l’abbiamo portata in giro in tutta Italia e poi questo è il secondo anno, finiamo ad aprile.
Cena con sorpresa lo porterete in tour?
Per il momento sarà solo a Roma. Toni ha voluto metterla in scena al Teatro Golden, così abbiamo il modo di provarla e poi la riprenderemo il prossimo anno.