Enzo Paci: “Bacigalupo? Nella vita non sono così. Con Blanca? Le cose stanno cambiando”

Enzo Paci è il mitico Bacigalupo: "Tra il Vicequestore, Liguori e Blanca cresce l'affetto. La sceneggiatura mi ha spiazzato". Sulla quarta stagione è ancora mistero

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Federica Cislaghi

Royal e Lifestyle Specialist

Dopo il dottorato in filosofia, decide di fare della scrittura una professione. Si specializza così nel raccontare la cronaca rosa, i vizi e le virtù dei Reali, i segreti del mondo dello spettacolo e della televisione.

Con il suo Vicequestore Bacigalupo, burbero e irresistibilmente ironico, Enzo Paci è uno dei personaggio meglio riusciti  e più apprezzati dal pubblico di Blanca, la serie Rai di successo arrivata alla terza stagione, con Maria Chiara Giannetta e Giuseppe Zeno.

Genovese, attore di teatro e volto amatissimo della tv, Enzo Paci ci racconta l’evoluzione del suo personaggio, l’atmosfera sul set di Blanca dove è stato come ritrovarsi in famiglia e il filo rosso che lega la sua carriera alla sua città e ai maestri che lo hanno ispirato, da Paolo Villaggio a Marco Sciaccaluga. Mentre sulla quarta stagione di Blanca, tutto tace ancora.

Come si è evoluto il rapporto del Vicequestore Bacigalupo con Blanca nella terza stagione?
È una bella domanda… Apparentemente sembra immutato, ma in realtà si è trasformato molto rispetto soprattutto alla prima stagione. All’inizio era un rapporto fatto di rimproveri, poi nella seconda stagione è diventato un rimbrottare, quasi un modo naturale di comunicare tra loro. Nella terza stagione c’è più leggerezza, più brillantezza nei dialoghi: si punzecchiano, ma con affetto. È un rapporto che si è cristallizzato nella battuta, anche feroce a volte, ma sempre più morbido.

In effetti, persino Bacigalupo vorrebbe che Liguori si mettesse insieme a Blanca?
Devo dire che quando ho letto questa parte nella sceneggiatura mi ha spiazzato, ma anche reso felice. Significa che tra i personaggi è nato un affetto vero, profondo, soprattutto verso Liguori.  È uno slancio di amicizia che fino ad ora non si era visto e anche di intimità fra i due che prima non c’era.

Ti sei divertito a interpretare il “burbero” della serie?
Moltissimo! Anche perché nella vita non sono così, almeno spero di essere più simpatico. I ruoli lontani da sé danno grande soddisfazione: interpretare personaggi autoritari o spigolosi è stimolante. A fare sempre se stessi ci si annoia, quindi ben vengano i “cattivi” oppure come in questo caso i personaggi autoritari e taglienti. Quindi sono molto contento, mi sono divertito tantissimo.

Secondo te qual è il segreto del successo di Blanca?
Credo che Blanca sia una bellissima metafora sulla capacità di superare i propri limiti. Blanca è una donna non vedente che affronta e abbatte ogni barriera. Ma quelle più difficili non sono quelle architettoniche: sono quelle umane. Tutti possiamo riconoscerci in questo, anche chi fortunatamente non deve affrontare problemi così grandi come quelli di Blanca. Bacigalupo, per esempio, rappresenta una barriera che lei deve superare fin dalla prima stagione. È come la rampa che manca a una sedia a rotelle, per così dire.

Com’è l’atmosfera sul set?
C’è davvero un clima di famiglia, sembra una piaggeria ma è la verità. Ci vediamo anche fuori dal set. Ci vediamo a cena a casa di Giuseppe [Zeno ndr], quando sono a Roma, vado a mangiare da Maria Chiara [Giannetta ndr]. Sono stato adottato anche da Gualtiero Burzi, che nella fiction interpreta Nello Carità. Tra l’altro, con lui appena uscito dall’Accademia avevo convissuto qualche mese giù a Roma, quindi quando lo ritrovato sul set, davvero è stato come tornare in famiglia. È un ottimo gruppo di lavoro al quale si è aggiunto anche il bravissimo Nicola Abbatangelo alla regia.

Ci sarà una quarta stagione di Blanca?
Ancora non lo sappiamo, ma speriamo proprio di sì.

Tu sei molto legato alla tua città, Genova, e hai interpretato un altro grande genovese, Paolo Villaggio, in Com’è umano lui!. Cosa ti ha lasciato?
Tantissimo. Villaggio è stato uno dei motivi per cui ho scelto questo mestiere. Da bambino lo adoravo, come Beppe Grillo e altri comici genovesi. Interpretarlo è stato un onore enorme: una vetta alta da raggiungere, ma l’ho fatto con umiltà, cercando di restituirne l’umanità. Sono grato a Luca Manfredi e a Elisabetta Villaggio per aver creduto in me.

Quando hai capito che volevi fare l’attore?
Fin da bambino. Avevo un registratore con cui imitavo comici come Villaggio e Pozzetto, e facevo spettacoli davanti ai parenti. La vera svolta è arrivata con l’Accademia del Teatro Stabile di Genova. Lì ho trasformato un sogno in un progetto concreto, e questa è spesso la parte più difficile.

Abbiamo parlato di cinema, fiction, ma tu lavori tanto anche a teatro: ti trovi meglio davanti alla cinepresa o sul palco?
Citando il grande regista Marco Sciaccaluca, che era il regista storico del Teatro Stabile di Genova, sono due arti cugine che ogni tanto si incontrano. Fanno parte della stessa famiglia, ma hanno chiaramente delle differenze tecniche. Personalmente amo entrambe le cose. Il teatro è un è un’espressione più atletica, mentre il cinema ti permette di andare più in profondità e di trovare una maggiore intimità con te stesso e con gli altri.

Dopo Blanca, dove ti vedremo?
A teatro sto preparando Le nostre donne, una commedia francese di Eric Assous con Luca Bizzarri e Antonio Zavatteri, diretta da Alberto Giusta. Debutterà nel 2026. Inoltre sto lavorando al mio monologo comico Paci a pezzi, scritto con Matteo Monforte. E a gennaio uscirà il film Delitto sulle nevi di Eros Puglielli, con un cast incredibile tra cui Christian De Sica, Lillo, Chiara Francini, Ilaria Spada e Maccio Capatonda, solo per citarne alcuni.

 

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