Il segreto del successo di Barbara D’Urso: pensare sempre in positivo

ESCLUSIVA - "Non ho tempo per rispondere all'odio di chi vorrebbe essere me": Barbara D'Urso reagisce alle critiche e parla della nuova stagione televisiva.

Pubblicato: 26 Giugno 2020 16:05

Andrea Bertolucci

Giornalista esperto di Lifestyle

Classe 1990, Andrea Bertolucci è un giornalista e autore specializzato in cultura giovanile, lifestyle, società ed economia dell’intrattenimento. La sua attività professionale lo ha avvicinato negli anni ad alcune tra le principali redazioni televisive e web nazionali. Andrea è considerato uno dei maggiori esperti di cultura Trap nel nostro Paese.

Quando la raggiungiamo telefonicamente, si è da poche ore conclusa l’ultima effervescente puntata di “Live – Non è la D’Urso”, con cui la Carmelita nazionale ha coronato una stagione faticosa quanto appagante. Come ci racconta lei stessa – infatti – l’emergenza sanitaria ha trasformato il format in corsa, portandola ad inserire al suo interno molti più momenti d’informazione e confronto con gli esperti.

Quello di Barbara è stato il primo programma ad andare in onda senza pubblico, una vera e propria ferita per la regina di Canale 5, abituata al calore dello studio di Cologno Monzese, nel quale lavora ormai da più di dieci anni. Al dolore nell’anima si è aggiunto poi quello fisico, se consideriamo che proprio poche ore prima di portare a termine la stagione di “Live”, si è provocata una brutta ustione.

Quando si parla di Barbara D’Urso, non esistono mezze misure: sempre in bilico tra l’amore del suo pubblico e l’odio dei suoi haters, ai quali però – come ci confessa – non ha il tempo né tantomeno la voglia di rispondere. Il suo obiettivo oggi è solo quello di essere felice, per attirare a sè quanti più pensieri positivi e – chissà – trovare magari anche l’amore, quello vero.

Barbara D’Urso si racconta in esclusiva a DiLei.


Cos’hai combinato alla mano? Ho visto che hai appena tolto la medicazione.

Sì, me l’hanno sostituita con un’altra un pochino più leggera. Mi sono ustionata facendomi molto male.

A casa?
No, ero in camerino. Non auguro a nessuno di provare un dolore così forte, che tra l’altro nel caso delle ustioni sale pian piano. Non passa, ma aumenta. Dopo le prime 24 ore gli antidolorifici hanno iniziato a far effetto, ma all’inizio è stata bella tosta.

Diciamo che hai battezzato al meglio l’ultima puntata di “Live – Non è la D’Urso”.
Dev’essere il mio karma, perché quest’anno ho iniziato entrando con la testa in una lastra di cristallo e ho finito con l’ustione. Una stagione tarantiniana, un po’ alla “Pulp Fiction”.

Al di là degli incidenti, bilancio positivo?
Molto, siamo felicissimi. Anche solo il fatto che in un momento di crisi come questo, nel quale tutte le aziende hanno sofferto e ovviamente anche Mediaset, l’editore ci abbia chiesto addirittura quattro puntate in più, che sono tantissime, mi rende felice e orgogliosa. Non dimentichiamoci che si tratta di un momento nel quale è diventato più complicato anche vendere la pubblicità. Eppure nel mio programma c’erano ben nove spazi pubblicitari, tutti confermati: già questo fornisce la misura del successo di “Live – Non è la D’Urso”. Molti – purtroppo – fingono di non comprendere quanto sia importante per un’azienda televisiva – qualunque essa sia – avere una trasmissione fissa che ti garantisca quella resa per tutto l’anno. L’obiettivo che ci era stato dato era l’11/12% di share: siamo una trasmissione cosiddetta “di parola”, a basso costo, che sta in palinsesto 10 mesi e peraltro la domenica sera, la serata più difficile in cui non vuole starci nessuno. Imparagonabile con le grosse produzioni che durano poche puntate. L’obiettivo è stato molto più che centrato, ecco perché siamo stati allungati fino a fine giugno e da tempo siamo già in palinsesto per settembre.

Ti sarai interrogata su qual è l’ingrediente di un tale successo?
Credo innanzi tutto risieda nel fatto che non si tratta di un format straniero acquistato, tipo “L’Isola dei Famosi” o “Il Grande Fratello”, bensì un prodotto che ci siamo inventati io e il mio autore. L’abbiamo pensato e scritto, in ogni suo elemento, a partire dalle sue fondamenta. Io poi nella conduzione mi sono adattata al gusto del pubblico e – grazie a ciò – ho conquistato la mia porzione fedele di italiani, che per fortuna sono tanti. Avere di base tre milioni di persone che ti seguono sempre, qualunque cosa tu faccia, trovo sia un grande successo. E quindi ogni volta mi adeguo a ciò che loro vogliono e si aspettano, che so di preciso cos’è: ormai conosco bene il mio pubblico.

Spiegati meglio.
Per esempio, in questo momento storico il pubblico voleva che fossi presente. Voleva vedere un volto familiare che gli facesse compagnia attraverso il televisore e che portasse informazioni chiare attraverso nomi autorevoli. E infatti – per questo – ci siamo sempre stati, oltretutto con una trasmissione notevolmente diversa da quella che facevamo pre-Covid: siamo riusciti a cambiarla in corsa, mettendo temporaneamente in stand by meccanismi come le “sfere” o l'”ascensore”, e questo mi rende molto orgogliosa. Ci siamo adeguati velocemente al periodo e ti assicuro che non è stato facile.

Nel senso che hai trovato la combinazione perfetta tra informazione e intrattenimento?
Bisogna comprendere in che momento ci troviamo, essere al passo con l’attualità e con i bisogni delle persone. Durante questa tragedia che ha colpito tutti, anche io mi sono sentita in dovere di adeguarmi, dando molto più spazio all’informazione. Ho ospitato dal Primo Ministro Giuseppe Conte a molti suoi Ministri, da Di Maio a Speranza, fino ai più importanti virologi: soggetti che generalmente vanno in trasmissioni specifiche o nei grossi talk di seconda serata. Sono venuti tutti volentieri da me e – nonostante gli evidenti impegni – hanno fatto anche in modo di ringraziarmi il giorno seguente, questo mi ha davvero colpita.

Prima di andare in onda hai qualche particolare scaramanzia?
Assolutamente no, non ho alcuna scaramanzia, rito o rituale. Cerco semplicemente di essere molto concentrata, pragmatica e professionale, altrimenti non potrei fare questo lavoro.

Stanno arrivando un po’ di conferme sui palinsesti dopo l’estate, cosa sai ad oggi?
Sicuramente torneremo – come ogni anno – il 7 settembre con “Pomeriggio Cinque” e il 13 con “Live – Non è la d’Urso” e con “Domenica Live”, che era stato sospeso proprio a causa della pandemia così come molte altre trasmissioni Mediaset, per esempio Chiambretti e Verissimo.

(Foto Getty)

Ti manca condurre il “Grande Fratello”?
Mi manca moltissimo e se si farà, sarà sicuramente molto più avanti. In primavera inoltrata, che è la solita collocazione del “GF Nip”. Ma non si sa ancora molto dei palinsesti del 2021. In questa situazione si naviga a vista perché nessuno può realmente sapere cosa succederà in autunno, soprattutto in relazione all’emergenza sanitaria. Molti aspetti pratici non sono stati ancora stabiliti: per esempio ad oggi non sappiamo se a settembre tornerà il pubblico in studio.

A tal proposito, che sensazione hai provato quando sei andata in onda per la prima volta senza il pubblico?
É stato terribile, anche perché la mia è stata in assoluto la prima trasmissione ad andare in onda senza pubblico, grazie ad una decisione lungimirante che abbiamo preso assieme all’editore e al direttore generale. Quando mi sono trovata lì – per la prima volta – è stato assordante, un fortissimo rumore di solitudine. Lavoro in tv da quarant’anni e sono abituata ad andare in diretta, sempre con il pubblico in studio. É come se Ligabue un giorno facesse un concerto nello stadio di San Siro vuoto, solo lui assieme alla band. All’inizio è inquietante, poi però ci si abitua a tutto.

Hai accennato a 40 anni di carriera in tv: quali sono stati i tuoi esordi?
I miei primissimi esordi sono stati nel 1978 a Telemilano, l’antenata di Mediaset. Facevo una trasmissione con Diego Abbatantuono e Massimo Boldi che si chiamava “Goal”, tutte le sere in diretta. Avevo diciannove anni. Poi sono subito passata in Rai, a “Domenica In” con Pippo Baudo e contemporaneamente – nello stesso periodo – ero protagonista assieme ad Alida Valli de “La Casa Rossa”, uno di quelli che allora venivano definiti sceneggiati e oggi si chiamano invece fiction. All’incirca nello stesso periodo, forse addirittura qualche mese prima, avevo partecipato anche ad una trasmissione che andava in onda la domenica su Rai2, in prima serata: “Che Combinazione”, assieme a Gianni Cavina e Rita Pavone.

Poi sei approdata a Mediaset ed è stato amore per sempre.
Sono arrivata a Mediaset nel 2000 conducendo il “Grande Fratello” e quest’anno sono vent’anni esatti che abito qui in esclusiva. L’ultima cosa che ho fatto in Rai, nel 2000, è stata “Orgoglio”, una serie tv assieme ad Elena Sofia Ricci.

Come ti trovi con gli altri volti femminili di Mediaset, per esempio Federica Panicucci?
Bene, abbiamo un ottimo rapporto. Non c’è mai stato attrito tra di noi. È divertente perché molto spesso i giornalisti creano delle guerre e delle lotte interne, che in realtà non esistono. Semplicemente non ci frequentavamo prima e non ci frequentiamo neanche adesso, però ci incontriamo spesso sul lavoro. La trovo e l’ho sempre trovata una grandissima professionista, che fa meravigliosamente il suo lavoro.

Tra tutte le interviste che hai fatto in tv in questi anni, ce n’è una che oggi non rifaresti?
Ne ho fatte tante, è vero. Ma non mi sono mai pentita di nulla. Come dicevamo prima, sono quarantatré anni che lavoro e non mi ricordo con esattezza tutte le interviste che ho fatto, ma se mi fossi pentita di qualcuno, molto semplicemente non avrei più fatto interviste con lui. Sono una molto corretta di principio, però se qualcuno è scorretto con me, ciao…“Salutame a Soreta!” (ride)

Qualcuno che invece ti ha fatto particolarmente arrabbiare?
Ti giuro che non mi viene in mente nessuno, in genere sono tutti molto corretti con me.

Meglio non arrabbiarsi, forse è per quello che ti mantieni così bene: hai qualche segreto particolare?
Sono oggettivamente fortunata, credo sia prevalentemente una questione di DNA. C’è da dire poi che faccio un sacco di attività, ho sempre danzato e adesso mi sono presa bene con la boxe. Sto imparando e mi diverte moltissimo, anche se per via dell’incidente alla mano mi sono dovuta fermare dopo tre lezioni. Quindi diciamo che mi piace sempre sperimentare cose nuove, ad esempio in questo momento sto seguendo un protocollo alcalino per il quale devo stare molto attenta all’alimentazione, ma comunque mangio.

Tipo a colazione cosa mangi, per davvero?
Dipende, quello che mostro sulle Instagram Stories generalmente è la mia colazione. Mangio lo yogurt di capra perché non posso assumere latticini, la papaya, le noci, un po’ di cioccolato e ovviamente caffè. A parte – poi – prendo anche parecchi integratori.

Hai sostituito la danza con la boxe?
Non ho potuto proseguire con la danza perché i teatri erano chiusi in questo periodo e – studiando con un maestro che proviene da La Scala – facciamo le nostre lezioni in un teatro, che ovviamente non è La Scala. Per cui mi sono dovuta fermare e siccome in palestra mi annoio enormemente, mi hanno proposto di provare la boxe e devo dire che mi sta molto coinvolgendo.

Possiamo dire che ti sei innamorata della boxe. In altri territori – invece – come va l’amore?
Sono ovviamente innamorata dei miei figli. Animali non ne ho e quindi basta, l’amore finisce qui, purtroppo in questo momento va così. Devo dire che sono comunque fortunatissima, perché ricevo un sacco di amore da parte della gente che incontro: questo mi riempie e mi completa. E poi, prima o poi, arriverà pure qualcuno…

Sul tuo profilo Instagram intanto sono arrivati gli haters, spesso le tue foto ne sono il bersaglio.
Il problema degli haters riguarda tutti, non solo me. Io evito in partenza di leggere i commenti su Instagram perché non ho il tempo materiale per star dietro a tutto: non riesco a controllare quello che mi scrivono. L’unica cosa che leggo dopo la trasmissione sono i tweet, che mi divertono sempre da matti, alcuni li trovo geniali e meravigliosi. Il resto non lo leggo. So che mi scrivono anche alcune cose cattive, perché il mio ufficio stampa me ne segnala qualcuna. Oggi, per esempio, c’era addirittura chi sosteneva che qualche giorno fa mi fossi fasciata la mano destra e oggi invece la mano sinistra, come se mi fossi inventata tutto. Capisci, che gli puoi rispondere? Sì, è vero, ho fatto finta di essermi ustionata? É un commento talmente infantile e immaturo, che è evidente si voglia per forza dire qualcosa di cattivo su di me, che non merita quindi la mia risposta. Il problema sta in loro, non in me: se uno passa il proprio tempo a sputar veleno su un’altra persona, significa che la sua vita è infelice. La vita è talmente breve che ho deciso di trascorrere la mia solamente a fare e a pensare cose positive. Perché se usassi il mio tempo – che già è pochissimo – a spargere energie negative, andando a cercare tutte le invidie e le gelosie, pensa a quanto sarebbe sprecato. Tu dici che mi mantengo bene, è questo il mio segreto: non penso mai cose cattive, non perdo il mio tempo a formulare pensieri negativi e questo mi aiuta a vivere bene. E a mantenermi di conseguenza.

Diciamo che tu hai gli anni e la consapevolezza per riuscire a fregartene, purtroppo molte ragazze – soprattutto quelle più giovani – restano vittime dei commenti negativi online.
É proprio questo il mio messaggio, che spesso do anche in trasmissione: fregatevene, non leggeteli i commenti. Rovinarsi la vita per degli stupidi haters che non ha solo chi fa il mio lavoro, ma ormai un po’ tutti gli utenti di Instagram e Facebook, è tempo perso e fa male alla salute. Pensa questa gente quanto è infelice, vorrebbe essere te: vuol dire che è molto meno di te.

Come mai segui solo un profilo su Instagram, quello di Oprah Winfrey?
Mi piace molto, è una donna che ha ampliato decisamente gli orizzonti di questo lavoro, diventando una vera e propria icona. E io cerco sempre di imparare da chi è più bravo di me.

Prima di salutarti, vorrei chiederti come sarà la tua estate?
Sarà molto tranquilla quest’anno, ho una casetta in campagna e andrò lì a trascorrere le vacanze.

Hai trovato un altro luogo del cuore dopo Rigopiano?
No, la ferita è ancora aperta ed è un tale dolore nell’anima che davvero nessun luogo è paragonabile a quello, per me.

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