Se amate la skincare e volete addentrarvi nel mondo degli esfolianti dovete mettere in conto che è necessario capire come funzionano, quali sono gli ingredienti da ricercare e quali sono le percentuali e gli attivi più adatti al vostro tipo di pelle. Infatti, quando ci si approccia a questi trattamenti si potrebbe verificare il fenomeno dello skin purging, che letteralmente potremmo tradurre come “spurgo della pelle”: in questa fase la pelle si ricopre di impurità e imperfezioni in particolare nella zona T, e si tratta fortunatamente di un problema momentaneo, che si verifica in precise e determinate condizioni.
Quando si verifica lo skin purging
Utilizzare prodotti esfolianti come per esempio il retinolo, gli acidi AHA o BHA, o ancora scrub meccanici particolarmente forti e talvolta la vitamina C velocizza il processo di turn-over cellulare, ovvero eliminando le cellule morte che si trovano sulla superficie ne viene stimolata la produzione di nuove in maniera più veloce rispetto al ciclo normale. Questo significa che, in alcuni casi, una delle conseguenze potrebbe essere che sia più rapida anche la produzione di sebo portando a brufoli e punti neri, purificando sì la pelle ma in tempi decisamente più brevi rispetto alla normalità. Come dicevamo è, però, una situazione momentanea, infatti, dura circa dalle quattro alle otto settimane dopodiché la situazione si stabilizza e va man mano scemando. Lo skin purging lo si riconosce perché le impurità compaiono contemporaneamente sul viso e proprio in concomitanza con l’utilizzo dei nuovi attivi.
Che differenza c’è fra lo skin purging e il break out
Lo skin purgin non è da confondersi con l’irritazione della pelle data dall’utilizzo di alcuni attivi, poiché questa chiamata anche break out, si presenta con la formazione di brufoletti sottopelle e/o puntini rossi, spesso senza punta bianca, che possono essere anche fastidiosi e pruriginosi, segno appunto dell’infiammazione, e in alcuni casi addirittura apparire dei gonfiori. In questo casi significa che il prodotto che abbiamo utilizzato è troppo forte e troppo aggressivo per la nostra pelle delicata, mentre lo skin purging potrebbe essere dato da un utilizzo scorretto o eccessivo, o di un’ipersensibilità pur tollerando gli esfolianti. In caso di irritazione, sfogo o break out il prodotto va interrotto immediatamente, mentre con lo skin purgin si può continuare a utilizzare ma in maniera diversa.
Come contrastarlo e prevenirlo
A questo punto potrebbe sembrare che lo skin purging sia inevitabile, in realtà si può prevenire seguendo alcune accortezze, soprattutto se sappiamo che la nostra pelle è delicata e sensibile, e ha bisogno di tempo per imparare a riconoscere e tollerare i nuovi attivi. Il consiglio è quello di introdurre nuovi prodotti soprattutto particolarmente intensi in maniera graduale, seguendo quindi con attenzione le istruzioni e andandoci piano, anche in maniera ancora più prudente rispetto alle indicazioni, per esempio introducendo il retinolo una volta ogni tre giorni o esfoliare la pelle ogni dieci-quindici giorni e non di più, alternando l’utilizzo di questi trattamenti con prodotti idratanti e soprattutto lenitivi, che vanno quindi a placare sul nascere la formazione di eventuali reazioni e infiammazioni. Quest’ultimi, in particolare, sono consigliati anche quando lo skin purging si presenta: si interrompe l’utilizzo dell’attivo momentaneamente o se ne diminuiscono le applicazioni, e lo si inserisce in una skincare delicata, idratante, disarrossante e rinforzante, quindi a base di acido ialuronico, aloe vera, allontoina e ceramidi, che ricostruiscono la pelle e aiutano a trattenere l’acqua in modo che si restituisca e ristrutturi in fretta ed efficacemente. Quando la situazione sarò tomata normale significa che la fase di purging è conclusa e potete creare la vostra nuova routine più consapevoli di come trattarla e di come gestire gli esfolianti.