Dopo settimane di polemiche, proteste, inviti affinché attori e registi prendessero posizione, lettere e appelli firmati, Gaza è entrata violentemente e in maniera commovente nel modo più giusto per un Festival del Cinema: attraverso un film – bellissimo e già candidato alla vittoria, accolto tra lacrime e applausi- che tramite la voce (vera) di una bambina palestinese di 6 anni uccisa dagli israeliani dopo aver cercato aiuto telefonico con gli operatori della Mezzaluna Rossa, diventa la voce di un intero popolo, schiacciato, affamato, violentato davanti agli occhi di tutti.
Il film, come riporta il Corriere, è “The voice of Hind Rajab con cui la regista tunisina Kaouther Ben Hania (il suo doc Quattro figlie era stato candidato all’Oscar) è per la prima volta in gara al Lido. La voce, vera, è quella della bambina di 6 anni morta intrappolata nella macchina insieme ai corpi senza vita di familiari, zii e cugini, crivellata dai colpi di un carro armato israeliano. Inizialmente unica sopravvissuta, al telefono con gli operatori della Mezzaluna rossa, chiamati dalla cugina Layan prima di essere colpita, che cercavano di rassicurare la piccola e che per ore provarono a superare terrificanti ostacoli burocratici per mandare un’ambulanza a salvarla. Non arrivò in tempo: anche il mezzo di soccorso fu attaccato, i due operatori uccisi”. I fatti risalgono al 12 gennaio 2024.
“La voce di Hind Rajab è quella di Gaza” dice la regista, che non era sicura all’inizio di usare la voce vera di Hind. “Ho sentito che parlava a me, diceva a me ‘salvami salvami’, è stata una scelta irrazionale di fronte a un sentimento di impotenza. Volevo onorare la sua voce, è una dei tanti che non ha voce, Gaza non ha voce. Sarebbe stato un tradimento doppiare la sua voce, nessuna attrice avrebbe potuto farlo”.
“La mia domanda principale come regista, quando ho ricevuto queste registrazioni, è stata: quali mezzi cinematografici posso usare per rendere al meglio quello che provo e quello che hanno provato gli operatori della Mezzaluna Rossa in quei momenti? Questa registrazione degli ultimi momenti di Hind ti fanno sentire un sentimento di tremenda impotenza. Per questo ho deciso di focalizzarmi sugli operatori, che parlano con una persona in pericolo e non possono fare niente per salvarla. La voce di Hind è diventata qualcosa di più della supplica disperata di un bambino. Sembrava la voce stessa di Gaza, che invocava aiuto nel vuoto, accolta con indifferenza, accolta con silenzio. Era una metafora resa dolorosamente reale: un grido di soccorso che il mondo poteva sentire, ma a cui nessuno sembrava disposto o in grado di rispondere”.
Kaouther Ben Hania ha contattato la Mezzaluna Rossa Palestinese per poter ascoltare la registrazione completa. “Sono più di settanta minuti, settanta minuti di attesa, di paura, di tentativi di resistere. È stata una delle cose più difficili che abbia mai ascoltato. Poi ho iniziato a parlare con la madre di Hind e con le persone che erano dall’altra parte di quella chiamata, quelle che avevano cercato, contro ogni previsione, di salvarla”.
L’obiettivo del film è semplicemente questo: “Che la voce di Hind Rajab venga ascoltata. Il silenzio è complicità”.